REGGIO CALABRIA «Amalia Bruni è una pepita d’oro e noi dobbiamo esserne all’altezza». Dopo l’approdo nel Lametino e la tappa intermedia nella Piana, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, “salpa” alla volta di Reggio Calabria.
La metafora marinaresca non rende giustizia ai chilometri di autostrada percorsi, ma ben si concilia con la cornice degli incontri nella città dello Stretto. «Non facciamo passarelle a caso» dice il consigliere regionale Pd Nicola Irto, che accompagna Letta fin dal suo approdo al “Noel” (Natural Ocean Engineering Laboratory) dove ad attenderli c’è il docente dell’Università “Mediterranea” Felice Arena, che spiega le potenzialità e le prospettive del progetto che fa capolino con le sembianze della piattaforma sospesa poco a largo del lungomare.
«Lo dico chiaramente: ho chiesto a Nicola Irto di capitanare la lista del Partito Democratico in provincia di Reggio Calabria» dice il segretario nel corso della presentazione del suo libro “Anima e cacciavite”. L’appartenenza e l’operatività. Ad ascoltarlo, oltre ad una nutrita cornice di pubblico, tra gli altri, in prima fila ci sono il segretario regionale del Pd Stefano Graziano e il deputato Antonio Viscomi. La linea pare compatta intorno ad Amalia Bruni, che siede alla destra del commissario.La presentazione si svolge in un lido poco distante dal laboratorio. Ad attendere il segretario c’è il sindaco Giuseppe Falcomatà e una folta schiera di assessori e rappresentanti delle istituzioni locali: «Reggio, nella nostra regione, rappresenta davvero l’esempio di come si possa essere alternativi alle destre e al populismo; di come si possa amministrare e ci si possa anche riconfermare seguendo quelli che sono i valori del nostro partito attraverso interlocuzioni continue e costanti con Roma».
La campagna elettorale parte da Reggio. E non solo quella, ma anche «la ricostruzione del partito», che tesserati ed elettori paiono chiedere a gran voce.
«Ogni manifestazione contro il “Green pass” è una manifestazione contro la libertà». E ancora, sulla riforma Cartabia: «In questi giorni siamo all’ultimo miglio. Stiamo valutando gli eventuali aggiustamenti e alla fine si arriverà al voto di fiducia. L’importante è che la riforma venga approvata prima della pausa estiva per dimostrare all’Europa il nostro impegno sul tema giustizia».
Letta parte rispondendo alle domande sui principali temi di interesse nazionale, ma il discorso si sposta subito sul contesto calabrese. Non sono mancate le stoccate e le controffensive a Luigi de Magistris e all’ex governatore Mario Oliverio dopo le dichiarazioni fatte dal segretario del Pd durante il primo incontro della giornata a Gizzeria.
Nei giorni scorsi, la candidata Bruni ha partecipato ad un incontro organizzato dal Psi insieme, tra gli altri a Luigi Incarnato. La circostanza è stata ripresa come critica da parte del sindaco di Napoli stante la presenza «di un indagato in Rinascita-Scott».
«Da parte nostra – risponde Letta – l’impegno sui temi della legalità sarà totale. Aggiungo che non accettiamo lezioni da parte di nessuno. Il nostro impegno sui temi della legalità oggi qui è totale». E insiste: «Con Amalia Bruni c’è discontinuità in Regione, chi non sostiene Bruni sostiene la continuità con Spirlì».
«Oggi le luci sono tutte su Amalia Bruni», ribadisce Letta rispondendo di nuovo a Oliverio sul tema delle mancate primarie. «La nostra candidata sarà il punto di riferimento nazionale per la ripartenza della Calabria. In questo momento mi sono impegnato non in polemiche, ma a sostenere una scienziata di fama internazionale che ha deciso di spendersi per la regione in cui vive e lavora affinché possa diventare presidente della Calabria».
«Oggi è un giorno importante, perché Enrico (Letta, ndr) ha scelto Reggio Calabria come prima tappa per la presentazione del suo libro». Davanti alle tante persone «che in questi anni hanno contribuito alla ricostruzione del partito», dice il commissario Stefano Graziano. «Investire su una posizione importante come quella di Amalia Bruni, che ha messo la sua faccia e la sua storia, rappresenta un segnale importante: anche quanti fanno parte della società civile possono impegnarsi per cambiare questa terra. Impegniamoci tutti insieme».
Calabria al centro del dibattito nazionale e ricostruzione del partito. Nicola Irto si fa portavoce di due istanze che promanano dal Pd calabrese, dai tesserati e dell’elettorato. «Chiediamo che della Calabria se ne occupi il governo nazionale. Che ci sia un impegno, così come fatto per il Comune di Napoli, per risolvere il debito della sanità. Ché non si risolve con un colpo di penna», dice Irto. «Una soluzione – aggiunge – potrebbe essere quella che il debito accumulato quando la sanità è stata in mano ai presidenti di Regione, quindi i calabresi, venga pagato dalla Regione. Ma del debito degli ultimi dieci anni, accumulato quando la sanità è rimasta in mano ai commissari, è giusto se ne incarichi lo Stato. Altrimenti la sanità calabrese non ripartirà mai».
Il discorso vira sul Pd. In principio Irto era stato designato candidato governatore, almeno finché non ha prevalso la linea del civismo. «Ringrazio Stefano Graziano per il lavoro fatto in questi anni complicatissimi, ma oggi è arrivato il momento che Partito Democratico torni ad avere una propria dignità. Dopo le regionali chiediamo che si riorganizzi una comunità politica intorno ai dirigenti e che venga data voce davvero ai nostri amministratori locali, che sono tantissimi. Ho incontrato tantissimi sindaci e c’è bisogno di dare loro la possibilità di far parte a pieno titolo di una comunità politica». Magari, aggiunge Irto, «sfruttando la straordinaria novità delle “Agorà democratiche” proposta dallo stesso Enrico Letta».
E con questa «fiducia» parte la corsa alle regionali: «Nella consapevolezza che l’unica risposta alla destra è Amalia Bruni, è il Partito Democratico».
«Grazie in particolare a Nicola Irto che ha generato questo mio nome», dice Amalia Bruni, candidata governatrice del Centrosinistra. «Non si poteva non partire da Reggio. E io ce la metto tutta. Ho la voglia di misurarmi insieme a persone competenti che sappiano guardare oltre. Noi dobbiamo progettare il futuro di questa terra».
«Ci sono persone – aggiunge Bruni – che non hanno più la voglia di esserci, di votare, di essere rappresentati. E allora Amalia Bruni in quanto forza civica, in quanto medico, in quanto ricercatore abituata a dare delle soluzioni può essere adatta allo scopo. Mi hanno sempre detto che ho delle spalle molto forti, ma non sono espandibili: per estenderle ho bisogno di tutti. Quindi lancio un appello a quanti vogliano accendere la miccia della speranza e del futuro». E conclude: «Io mi sento uno strumento di questa terra. Mi sento colei che in questo momento si è prestata a fare un’operazione di ricucitura sociale». (redazione@corrierecal.it)
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