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«Ascoltare le ragioni di chi scende in piazza»

Da cittadino ho sperato fino alla conferenza stampa del nostro presidente del Consiglio dei Ministri che il nuovo decreto sulle limitazione alla libertà non fossero quelle contenute e rese parteci…

Pubblicato il: 25/07/2021 – 13:24
di Vincenzo Caserta *
«Ascoltare le ragioni di chi scende in piazza»

Da cittadino ho sperato fino alla conferenza stampa del nostro presidente del Consiglio dei Ministri che il nuovo decreto sulle limitazione alla libertà non fossero quelle contenute e rese partecipi alla pubblica opinione nei giorni passati. Da persona che ha sempre rispettato regole e norme del vivere civile ancora spero in un ripensamento che vada nella direzione più equilibrata e più consona possibile al sistema democratico che ancora vige nel nostro paese. Ricordo all’inizio della pandemia quando autorevoli testate di stampa nazionale criticavano ferocemente certi comportamenti usati dal alcuni paesi, soprattutto orientali, verso i cittadini che rifiutavano non le cure del caso ma, di essere maltrattati ed usati come dei soggetti cui imporre condizioni restrittive o ad essere duramente picchiati. Erano giustificati (ahime!!) dall’essere delle dittature, quindi dei regimi ma non democrazie nelle quali ancora si applicano norme nel modo di gestire la cosa pubblica meno invasive sui diritti della persona ed usano buon senso e pratiche di convivenza verso il popolo sicuramente meno stringenti. Se l’economia del nostro paese deve essere la priorità del nostro vivere civile e su di essa si costruiscono anche le restrizioni sociali, ebbene bisogna convincersi che la pandemia e gli effetti variabili che essa determina oltre ad avere rivoluzionato il nostro vissuto quotidiano trasforma cosi in maniera silente ed apparentemente inavvertita il nostro assetto democratico. Le piazze di ieri ed i movimenti che si sono creati nel nostro Paese ed in Francia da quando vigono queste regole rappresentano una fascia di cittadini che bisogna ascoltare e farsene anche una ragione. Lo dico anche da vaccinato. Non risulta corretto che si possano imporre restrizioni forzate a cittadini che hanno le loro ragioni di scelta a non vaccinarsi che sono, sanitarie, ideologiche, di mancata fiducia, di paura, di ansie e di effetti che possono
scaturire dalla inoculazione, soprattutto in soggetti con condizioni immunologiche deboli, ai quali èvietare dalla partecipazione ad eventi alla semplice ed abitudinaria consumazione di un caffè seduti in bar. Se le condizioni di diffusibilità delle varianti impongono attenzione più o meno alta sarebbe stato forse più prudente non concedere tanta permissività ad esempio durante la fase degli europei di calcio o riuscire a restringere sulle zone variopinte che ci siamo inventati alleggerendo la sola ragione di fondo che accompagna le ultime decisioni, la priorità del sistema economico su tutto. Si capisce che tutto ciò che viene determinato e scelto viene strutturato su questo principio giusto sul piano degli effetti sociali che ne potrebbero scaturire dalle eventuali chiusura, ma sbagliato perché lede comunque i più deboli. Se così è, bisogna ricordare che anche gli eventi familiari possono essere deleteri di qualsiasi genere essi siano (ci apprestiamo alle vacanze ferragostiane) ma non sono presenti nel decreto. La partecipazione alle sante messe dovrebbe comprendere una maggiore attenzione per chi ne prende parte e ancor di più la presenza ad assemblee elettorali o la stessa campagna elettorale non viene compresa nelle restrizioni. Prossimamente si voterà in molte regioni ed in molte grandi metropoli d’Italia (Roma, Napoli) e in Calabria per le elezioni regionali. Che fare pertanto per chi fa la scelta ponderata, rispettabile e comunque ragionata di non vaccinarsi? Continuare a trattare chi non fa la scelta di vaccinarsi come portatori sani o emarginare qualche milione di cittadini perché possibili trasmettitori di un virus incontrollabile o investire di più in ricerca verso la definizione di cure appropriate o stabilire protocolli di cura a casa prima di arrivare in ospedale. Ridurre i costi di tamponi per chi vuole partecipare ad eventi o attività ludiche o escluderlo? Alimentare ed implementare la sperimentazione verso la definizione di antivirali efficaci anche contro le varianti. Privare milioni di cittadini di vivere la normalità piuttosto che riuscire a rispettare le regole fondamentali per non essere infettati che sono sempre le stesse: lavarsi spesso le mani, mantenere la distanza e usare al mascherina. Su tutti, ad esempio, cito il concorso ultimo del Ministeri della Pubblica amministrazione. svoltosi in maniera assolutamente corretta dal punto di vista della sicurezza. Questa è la pratica da usare non privare un giovane non vaccinato di non partecipare alle evidenze pubbliche perché non vaccinato!!! Ancora, diventa più importante privare un familiare non vaccinato di andare a fare visita o assistere un parente che sta male in ospedale o presso strutture recettive per soggetti deboli o piuttosto garantire le giuste accortezze per chi riceve visita o assistenza richiamando ed applicando le regole di base che ancora oggi e chissà fino a quanto ancora sono il vaccino più efficace per tutti, vaccinati e non. Nel rimpiangere le buone prassi di civile convivenza usate non più di un anno fa, faccio appello al buon senso ed al rispetto delle persone e delle categorie di soggetti già sufficientemente svantaggiate nelle precedenti ondate private degli affetti e della vicinanza umana e familiare (anziani e persone sole su tutti) e spero che non si vada a finire nei tribunali su queste materie perché chiudere vertenze legali che ledono diritti fondamentali della nostra Costituzione oltre che una sconfitta per un sistema democratico sarebbe veramente un comportamento non da europei.

  • Già dirigente della Regione Calabria
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