ROMA SI casi di Covid nel mondo sono 192 milioni secondo i dati diffusi dalla Johns Hopkins University, mentre i decessi confermati superano i 4,1 milioni dall’inizio della pandemia.
In Italia l’ultimo bilancio, relativo a domenica 26 luglio, è di 4.743 nuovi casi e 7 morti.
Secondo le stime nazionali e gli ultimi report, la situazione è peggiore al Sud dov’è registrato un incremento dei posti letto in reparto e delle terapie intensive rispetto al resto del paese.
Sono Sardegna e Sicilia le due regioni che vedono la maggiore crescita della percentuale di occupazione di terapie intensive da parte di pazienti Covid, entrambe arrivate al 5% in pochi giorni a fronte di una media azionale del 2%. Mentre Calabria, Campania e Sicilia, rispettivamente con il 6%, il 5% e il 7% sono le regioni che hanno una percentuale maggiore di posti letto in reparto occupati da pazienti Covid, a fronte di una media nazionale del 3%.
A evidenziare come le strutture ospedaliere del Sud Italia vedano crescere più velocemente le percentuali, è il monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei posti letto da parte di persone contagiate dal Sars-Cov-2 nei reparti di Malattie infettive, Medicina interna e Pneumologia, la soglia di allerta è fissata al 40%, percentuale oltre la quale diventa molto difficile gestire i pazienti ricoverati per altre patologie. Attualmente nessuna regione del Centro-Nord supera la media nazionale del 3%. Questa, nel dettaglio, la situazione: Abruzzo (2%), Basilicata (4%), Calabria (6%), Campania (5%), Emilia Romagna (2%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (3%), Liguria (2%), Lombardia (2%), Marche (2%), Molise (1%), Bolzano (1%), Trento (1%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (3%), Sicilia (passata dal 5% al 7% in 3 giorni), Toscana (2%), Umbria (2%), Valle d’Aosta (0%) e
Veneto (1%).
Per quanto riguarda le terapie intensive, l’allerta scatta quanto il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid supera il 30%. Sono due regioni del Sud, Sicilia e Sardegna, le uniche che arrivano a quota 5%. Questa è la situazione nel dettaglio: Abruzzo (0%), Basilicata (0%), Calabria (2%), Campania (2%), Emilia Romagna (1%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (3%), Liguria (3%), Lombardia (2%), Marche (1%), Molise (0%), Bolzano (0%), Trento (0%), Piemonte (0%), Puglia (2%), Sardegna (passata dal 2 al 5% in 3 giorni), Sicilia (passata dal 3% al 5% in 2 giorni), Toscana (3%), Umbria (2%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (2%).
A fine marzo, le terapie intensive Covid erano al 41% e i ricoveri al 44%. Da allora, grazie all’accelerazione della campagna vaccinale, è iniziata una continua discesa, che vede ora qualche incertezza.
«Bisogna informarsi dal punto di vista scientifico. Io rispondo che oggi abbiamo fatto oltre 65 milioni e 300 mila inoculazioni e quindi vuole dire che i cittadini italiani sanno bene quello che devono fare». Così il generale Francesco Paolo Figliuolo ha risposto a chi gli chiedeva delle posizioni no vax «Poi il dissenso- ha aggiunto – è libero ed è giusto che ci sia». Siamo in un Paese libero – ha precisato il generale- e ognuno può trarre le conseguenze che vuole, il diritto di critica e di manifestazione è sacrosanto ed è giusto, sperando che avvenga sempre in maniera pacifica, però noi andiamo avanti con le evidenze scientifiche».
Sono 30.119.047 gli italiani chehanno completato il ciclo vaccinale con entrambe le dosi. Il dato, aggiornato alle 6 di questa mattina, è riportato nel sito del governo dal quale emerge che la percentuale della popolazione vaccinabile (over 12) che è immunizzata contro il Covid è del 55,77%. Complessivamente, dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate 65.315.438 dosi e alle regioni ne sono state consegnate 68.748.321. Dunque nei
frigoriferi regionali ci sono oltre 3,4 milioni di dosi. (ANSA).
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