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«La verità è che si parte perdenti tutti»

Calabria. Tre schieramenti. Manco un sogno. Non ci saranno sorprese. Tutti lo sanno. La vittoria sarà schiacciante. In Calabria la corsa elettorale sarà solo per le posizioni di rincalzo. Senza av…

Pubblicato il: 26/07/2021 – 11:33
di Gioacchino Criaco*
«La verità è che si parte perdenti tutti»

Calabria. Tre schieramenti. Manco un sogno. Non ci saranno sorprese. Tutti lo sanno. La vittoria sarà schiacciante. In Calabria la corsa elettorale sarà solo per le posizioni di rincalzo. Senza avere grandi doti profetiche si potrebbe indicare pure la percentuale del vincente. Sarà intorno al 60%. Di nuovo, il partito dei disillusi trionferà. Dentro ci sta di tutto: gli ignavi, gli arresi, i delusi e, a centinaia di migliaia, gli andati – quelli che ingrosseranno la percentuale, ma nella realtà sono in un altrove, o ci stanno già da tempo, in Calabria hanno solo una residenza teorica. E dopo ci sarà la corsa alle accuse fra i perdenti, per attribuire le colpe a uno dei variegati tradimenti, o ci sarà l’elogio della scelta. La verità è che si parte perdenti, tutti. Quando non ci sia un’utopia alla base, un sogno fantastico, l’ipotesi di un’impresa irrealizzabile. Anche una bugia andrebbe bene a volte: «una biblioteca e i bibliotecari in ogni paese, anche il più piccolo»; «smonteremo pezzo a pezzo tutto il cemento colato inutilmente»; «la nuova 106 è uno stupro inutile, metteremo in sicurezza, adegueremo, il vecchio tracciato; della linea ferroviaria faremo una metropolitana leggera lunga 491 chilometri»; «riporteremo gli operai forestali a 36.000 unità, ne faremo un esercito invincibile contro gli incendi, il disastro ambientale, faremo della Calabria una Terra Verde». Ecco, balle, pure cose discutibili. «Andremo a Praia a Mare a sederci con Pasquale Lanzillotti, a cui il Comune ha chiuso la libreria, troveremo il modo di pagare i debiti, tenendo aperto, puntando sul serio alla cultura come moto di liberazione». Niente, invece dei sogni e delle balle, si parla ancora e sempre di chi sia più anti-qualcosa degli altri; di chi abbia ricevuto il sorriso più largo da uno qualunque degli idoli calabresi; di chi ha dentro più onesti patentati degli altri. La Calabria lentamente si estingue perché nessuno mai, davvero, cercherà nel suo profondo, per trovare fra i sofferenti, fra i figli di nessuno, le energie e i sogni che potrebbero salvare tutti e mandare gambe all’aria le aziende che armano corriere su cui viaggiano, e male, gli ultimi calabresi, con i certificati elettorali a sventolare come fazzoletti da sopra i bastimenti.
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