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Cosenza, «la grave carenza di personale ospedaliero non è conseguenza del virus»

E’ quanto sostiene il sindacato Nursing Up. «Gli operatori socio sanitari sono pochissimi ed addirittura assenti nel turno di notte»

Pubblicato il: 28/07/2021 – 9:33
Cosenza, «la grave carenza di personale ospedaliero non è conseguenza del virus»

COSENZA «La situazione relativa al personale operante all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, nello specifico, infermieri e OSS, diventa sempre più grave. Numeri alla mano, lanciamo l’allarme: la carenza di personale cronica non permette di garantire i livelli essenziali di assistenza». E’ quanto sostiene in una nota il sindacato Nursing Up. «I servizi vengono ugualmente garantiti grazie al grande sacrificio degli infermieri che, con spirito di abnegazione, insieme a quei pochi OSS in servizio, tutelano il diritto alla salute dei cittadini, questa carenza rappresenta di tutti i problemi quello cardine. La carenza di personale è causa di progressiva riduzione della sicurezza in ospedale e diminuzione della qualità e dell’appropriatezza delle cure erogate con contestuale aumento del rischio clinico». «L’Ospedale di Cosenza essendo un Hub di II livello – aggiungono – dovrebbe rispondere alle necessità d’intervento secondo livelli di capacità crescenti, grazie alla presenza di unità operative specialistiche, ai profili di competenza tecnico-professionale espressi dal personale operante e alle dotazioni tecnologiche e strumentali. Con rammarico ci tocca anche constatare che nonostante gli infermieri abbiano raggiunto sia legislativamente che accademicamente il riconoscimento professionale del ruolo che essi svolgono all’interno del SSN, nonostante il sacrificio anche in termini di vite umane che essi hanno dato in ogni tempo ma soprattutto nell’ultimo periodo pandemico, in cui, ci duole dirlo, non tutti si sono voltati al dovere». «Ancora oggi – continuano – nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e dopo tutti i bei discorsi fatti dopo la pandemia in cui si stigmatizzava la necessità di assumere più personale infermieristico, più operatori socio sanitari, ci ritroviamo in una situazione ben peggiore. Mancano gli infermieri, tanti, i colleghi andati in pensione non vengono sostituiti, chi è stato assunto con contratti a tempo determinato per l’emergenza pandemica scaduto il contratto è andato via, molti, tanti, sono scappati chiedendo il trasferimento in altre aziende a causa delle condizioni di lavoro vessatorie». «Gli infermieri all’interno di questa azienda sono pochi – chiosano – costretti a turni di lavoro massacranti, spesso non viene rispettato il Ccnl e sempre Demansionati».

Non è solo colpa del Covid

«La grave carenza di personale non è conseguenza del virus, perché vi sono altri colpevoli che partono da lontano, il Nursing Up più volte ha cercato di mantenere relazioni sindacali con il commissario straordinario evidenziando le molteplici criticità ma non è servito a nulla». «Ci sono reparti come la Medicina Valentini, in cui i pazienti necessitano di elevata assistenza domestico-alberghiera, dove gli operatori socio sanitari sono pochissimi ed addirittura assenti nel turno di notte. Con un balzo temporale indietro nel tempo in questo reparto è stato reintrodotto il “Mansionario” ed abolito il “Profilo Professionale”, anacronisticamente è stato reintrodotto l’infermiere generico, quindi l’entusiasmo, l’energia e le competenze di tanti professionisti non sono più canalizzate sull’assistenza infermieristica al paziente e vengono disperse in un cumulo di incertezze che spingeranno sempre più le future leve a virare la loro rotta verso realtà più promettenti e invitanti». «Nonostante tutto gli infermieri e tutte le figure sanitarie sono rimasti lì – continuano – rischiando la loro salute e la loro vita, accanto ai loro cari, sacrificio per il quale nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza non è stato riconosciuto alcun merito, neanche quello legittimamente atteso, come avvenuto in tutto il resto d’Italia». «Non è possibile assistere in silenzio a tutto questo, siamo indignati e pronti a far emergere le nostre ragioni per la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».

costretti non solo a svolgere il lavoro di più infermieri contemporaneamente ma anche quello del personale di supporto OSS. La grave carenza di personale non è conseguenza del virus, perché vi sono altri colpevoli che partono da lontano, il Nursing Up più volte ha cercato di mantenere relazioni sindacali con il commissario straordinario evidenziando le molteplici criticità ma non è servito a nulla. Ci sono reparti come la Medicina Valentini, in cui i pazienti necessitano di elevata assistenza domestico-alberghiera, dove gli operatori socio sanitari sono pochissimi ed addirittura assenti nel turno di notte. Con un balzo temporale indietro nel tempo in questo reparto è stato reintrodotto il “Mansionario” ed abolito il “Profilo Professionale”, anacronisticamente è stato reintrodotto l’infermiere GENERICO, quindi l’entusiasmo, l’energia e le competenze di tanti professionisti non sono più canalizzate sull’assistenza infermieristica al paziente e vengono disperse in un cumulo di incertezze che spingeranno sempre più le future leve a virare la loro rotta verso realtà più promettenti e invitanti. Nonostante tutto gli infermieri e tutte le figure sanitarie sono rimasti lì, rischiando la loro salute e la loro vita, accanto ai loro cari, sacrificio per il quale nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza non è stato riconosciuto alcun merito, neanche quello legittimamente atteso, come avvenuto in tutto il resto d’Italia. Senza considerare poi che alcuni dirigenti hanno ottenuto premi di importi considerevoli ed imbarazzanti, legati all’emergenza pandemica, nel mentre coloro che operano sul campo e non dietro una scrivania, hanno avuto poco altro oltre al titolo di eroi e agli apprezzamenti dell’opinione pubblica. Si tratta in verità di una cosa iniqua e indigeribile ai limiti della sopportazione. Bisogna aprire la mente e guardare al futuro che è già qui, gli infermieri sono sempre di meno, continueranno a diminuire progressivamente così come gli iscritti perché gli stipendi da fame, i rischi sia professionali che legati alla salute e soprattutto la mentalità ottusa della classe dirigente mortificano giorno dopo giorno una professione essenziale all’interno del SSN. Non è possibile assistere in silenzio a tutto questo, siamo indignati e pronti a far emergere le nostre ragioni per la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

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