VIBO VALENTIA Una scritta «ignobile e offensiva» nei confronti dei carabinieri dell’Arma è comparsa a Vibo Marina, in via Cavalcavia. Se n’è accorta circa un mese fa la comunità locale dell’associazione Libera che si è incaricata, alle 9.30 del prossimo venerdì 30 luglio, di cancellarla sostituendola con una nuova, «che esprima la voglia di rinascita e resistenza di questo territorio».
A cancellare la scritta attribuita a mano ignota, ci penseranno le regazze e i ragazzi di Scandiano, comune in provincia di Reggio Emilia, che partecipano al campo E!State Liberi! di Limbadi.
«La scritta – spiega Giuseppe Borrello, coordinatore provinciale di Libera Vibo Valentia – sarà sostituita con un’altra che vuole ricordare l’importante iniziativa del 24 dicembre 2019 quando cittadine e cittadini di questo territorio hanno voluto dimostrare di essere uniti e dalla parte dello Stato». Così facendo, ancora una volta, «vogliamo continuare ringraziare i cittadini e le forze dell’ordine per l’importante lavoro che stanno svolgendo su questo territorio».
Il 24 dicembre 2019, l’associazione Libera aggregò la società civile di tutta la regione (e non solo) in una grande manifestazione successiva agli arresti del 19 dicembre, nell’ambito della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott”. Il corteo “invase” le vie cittadine fino a giungere proprio al Comando dei carabinieri per salutare i volti di quanti avevano eseguito le misure disposte dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Nel frattempo è iniziato il processo, ma in parallelo non si è fermata l’attività di Libera e di quanti, su quello stesso territorio, vogliono lanciare un messaggio di rinascita civile. «Lo Stato – aggiunge Borrello – dal punto di vista dell’azione contro la criminalità organizzata ha recuperato la propria credibilità. Ma deve ora recuperare credibilità nel garantire diritti e doveri dei cittadini di questo territorio».
L’iniziativa di venerdì 30, in continuità con quella del 2019, serve proprio a questo, «a ricordare che quella manifestazione del 24 dicembre rappresenta un punto di svolta, un prima e un dopo da cui ripartire».
Protagonisti, questa volta, saranno i partecipanti dei campi estivi del circuito E!State Liberi! che si svolgono in diverse regioni d’Italia sui beni confiscati alle mafie e riutilizzati socialmente grazie alla possibilità offerta dalla legge a iniziativa popolare 109 del 1996, voluta al tempo proprio dall’associazione Libera. Nel territorio di Limbadi, e più in generale nel Vibonese, questa esperienza rappresenta una novità assoluta e «si pone l’obiettivo di avviare una contronarrazione per i territori troppo spesso afflitti dagli stereotipi». Un nuovo racconto di bellezza.
«Vogliamo raccontare – conclude il coordinatore provinciale di Libera – quello che troppo spesso non viene raccontato e rimane schiacciato dalle cronache negative, mettendo da parte il positivo e il bello che queste realtà riescono ad esprimere. E quindi vogliamo far scoprire a questi ragazzi non solo la bellezza dei luoghi ma anche la bellezza di un impegno concreto che alimenta speranza e che vuole produrre una ricaduta positiva ed un coinvolgimento attivo della comunità». (f.d.)
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