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inchiesta efesto 2

Traffico illecito di rifiuti e riciclaggio nel cosentino. Chiuse le indagini – I NOMI

Sono 62 gli indagati nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri forestali e della Guardia di Finanza di Cosenza

Pubblicato il: 28/07/2021 – 17:07
di Fabio Benincasa
Traffico illecito di rifiuti e riciclaggio nel cosentino. Chiuse le indagini – I NOMI

COSENZA La direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di 58 indagati e 4 società, scaturite dall’inchiesta denominata “Efesto 2”, conclusa dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza e dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Cosenza che aveva portato all’esecuzione di una misura cautelare personale e reale emesso dal gip di Catanzaro, nei confronti di numerosi indagati e 3 società, per reati relativi, rispettivamente, all’attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, alla ricettazione e al riciclaggio di quantitativi, anche ingenti, di cavi di rame di provenienza illecita: i reati sarebbero stati commessi nel territorio di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza.

I nomi degli indagati

Gianfranco De Vincenzi
Angelo De Vincenzi
Lorenzo De Vincenzi
Ferdinando De Vincenzi
Andrea Curcio
Davide Sconosciuto
Luigi Naccarato
Aldo Tancredi
Massimo Bevilacqua
Ciro Caldarelli
Giovanni Latempa
Danilo Talarico
Egidio Ciminelli
Massimo Bevilacqua
Cosimo Manzo
Francesco Bevilacqua
Ettore Cofone
Damiano Bevilacqua
Luigi De Rosa
Antonio Mario
Eugenio Covelli
Marco Mazzuca
Immacolato Silvio Ciddio Bennardo
Sttimio Frangella
Abdelali Barakat
Giovanni Bevilacqua
Luigi Fata
Adolfo Fata
Alin Ciucurean
Aurelia Mariana Szilaghi
Orlando Bevilacqua
Antonio Bevilacqua
Vilson Koxhaku
Antonio Bevilacqua
Sergio Pasqua
Fiorenzo Crivaro
Mario Berlingieri
Giovanni Occhiuzzi
Nicola Berlingieri
Benito Bevilacqua
Francesco Iorio
Abdelhak Barakat
Francesco Manzo
Gianfranco Bevilacqua
Franco Manzo
Salvatore Laino
Francesco Abbruzzese
Marco Mauro
Vincenzo Bevilacqua
Alberico Bevilacqua
Francesco Bevilacqua
Claudio Bevilacqua
Franco Abbruzzese (alias Brezza)
Rocco Abbruzzese
Massimo Bevilacqua
Francesco Bevilacqua (padre di Massimo)
Michele Marotta

Società coinvolte: Fratelli De Vincenzi; T.R.M srl con sede in Montalto Uffugo; Latempa Metalli srl con sede a Napoli, Autotrasporti D&L sas di Coppola Luisana & C con sede in Benevento.

L’indagine

La complessa attività di indagine trae origine da alcuni controlli effettuati dai carabinieri forestali di Cosenza presso una nota società di Montalto Uffugo, ed è stata svolta dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Cosenza, si è avvalsa dell’attività tecnica d’intercettazione e videosorveglianza supportate da una minuziosa attività di riscontro documentale e dalle classiche attività di pedinamento.

In particolare – riferiscono gli investigatori – è emerso come i titolari della società abbiano messo a disposizione la propria azienda, diventata il centro nevralgico del traffico di rifiuti e del rame, e in quel luogo, con l’apporto dei diversi concorrenti, il metallo veniva recuperato, pesato, ceduto combusto e occultato, al di sotto di carichi apparentemente legali, prima della vendita a terzi acquirenti. La stessa società, inoltre, ha acquistato e poi ceduto ingenti quantitativi di rifiuti, in parte pericolosi e illecitamente conferiti, omettendo qualsiasi tipo di trattamento, attestando falsamente la loro cessazione dalla qualifica di rifiuto predisponendo tutta la documentazione necessaria a simulare la tracciabilità dei rifiuti e dello stesso rame (sottratto furtivamente anche ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia e di telecomunicazioni, e la cui provenienza furtiva si tentata di occultare anche con la distruzione della guaina isolante, mediante la combustione dei cavi, per eliminare ogni traccia utile alla identificazione dell’ente proprietario). L’attività d’indagine ha consentito di rilevare che, a fronte di complessivi 3.400 conferimenti all’interno dell’azienda di Montalto Uffugo, soltanto 58 di essi sono risultati regolari, in quanto – rilevano ancora gli inquirenti – all’interno dell’azienda veniva introdotto ogni tipo di rifiuto, tra cui batterie esauste al piombo, oli esausti di veicoli, elettrodomestici, cartellonistica stradale, lampioni, veicoli fuori uso, rifiuti ferrosi di ogni tipo; di contro, in ben 374 episodi sono stati conferiti cavi o manufatti in rame di illecita provenienza per un giro di affari totale stimato in circa 2 milioni di euro annui.

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