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La vita oltre il Mediterraneo: il viaggio di Masum e la nave “ResQ People” – VIDEO

La partenza dalla Siria. Il sogno di visitare la Calabria. Un nuovo progetto per salvare i migranti: quasi mille morti in mare nell’ultimo anno

Pubblicato il: 29/07/2021 – 16:06
di Francesco Donnici
La vita oltre il Mediterraneo: il viaggio di Masum e la nave “ResQ People” – VIDEO

REGGIO CALABRIA «Il mio sogno era arrivare in Italia ed essere felice». Parla al passato Masum, giovane curdo-siriano di appena 13 anni. Il tempo dell’aspettativa realizzata, maturato in quel tratto di Mediterraneo che continua a regalare speranza e inghiottire vite. Nell’ultimo anno sono quasi mille i morti annegati nel tentativo di raggiungere le coste europee. «Lui è uno di quelli che ce l’hanno fatta» dice Enzo Infantino. Per Masum è «una persona importante, come un padre» da quando si sono conosciuti quel 23 aprile 2016 nel campo profughi di Idomeni, in Grecia. «Da quel momento non lo abbiamo lasciato più solo». Da lì è iniziato un altro viaggio, altre peripezie che circa due anni porteranno il giovane – insieme al resto della famiglia – a riabbracciare il padre in Germania.
Lo scorso 19 luglio l’arrivo in Calabria, a Palmi, per ringraziare quanti lo hanno aiutato a realizzare quel sogno. «Ora è felice, Masum, studia e vive a Kassel» città che conta poco più di 200mila abitanti a meno di 200 chilometri da Francoforte. Una distanza infima a confronto di quella percorsa via terra e mare quando, ancora bambino, fu costretto a lasciare la Siria insieme alla famiglia per via dei conflitti in atto. La storia e i sogni di Masum arrivano sul palco della città della Piana e si intrecciano con altri sogni, altre vite. Quelle stesse che la nave del progetto “ResQ – People saving People” si ripromette di salvare.
Appena un anno fa, da un gruppo di persone nasce l’idea di avviare una raccolta fondi per comprare una nave che potesse salpare alla volta del Mediterraneo. L’eco dell’iniziativa si propaga fino al Sud Italia. Da Napoli arriva in Calabria passando per Salerno. A Palmi e Reggio Calabria ufficialmente diventa una realtà appartenente anche alle persone che hanno deciso di investirci perché «”ResQ People” vuol essere una nave della società civile». Delle persone per le persone.

“ResQ People”, la nave della società civile

Il presidente Luciano Scalettari insieme ai soci di “ResQ – People saving People”

“Siamo la nave degli italiani, della società civile. Che agisce, che dà diritto, che si ribella all’indifferenza” si legge sul portale della Onlus. Alla base c’è un progetto avviato «da un piccolo gruppo di amici, professionisti di varia natura, stanchi di vedere morire migliaia di migranti nel tentativo disperato di attraversare il Mediterraneo, cercando per sé e per i propri figli un domani migliore». Viene avviato un crowdfunding per l’acquisto e il varo di un’imbarcazione.
Lo scorso 19 luglio arriva l’annuncio: «Abbiamo una nave!» La “ResQ People” è un’ex nave di ricerca scientifica della lunghezza di 39 metri. Il fine al quale sarà adibita non è del tutto nuovo avendo già solcato il mare col nome di “Alan Kurdi”, che per l’Ong tedesca “Sea-Eye” ha già salvato oltre 900 vite. Attualmente ormeggiata nel porto spagnolo di Burriana, vicino Valencia, è ormai pronta per riprendere il largo. Il varo è previsto alle ore 19 di questo 31 luglio, coronamento di «un anno di intensi sforzi». «Se ci stiamo preparando a salpare – dicono i promotori – è grazie a voi che avete scelto di essere parte di questa ciurma».
Dietro l’iniziativa nomi noti e meno noti: presidente è Luciano Scalettari, giornalista di Avvenire, Corrado Mandreoli, già segretario generale della Camera del lavoro di Milano è il vicepresidente. Il magistrato Gherardo Colombo è invece il presidente onorario. Ma la forza del progetto è quella della rete che comprende anche la partecipazione di Cecilia Strada, Cecilia Guidetti fino ai soci come Michela Sfondrini, tra i partecipanti al tour arrivato nella provincia di Reggio.

L’iniziativa di Palmi

L’incontro pubblico nella villa comunale di Palmi (foto di Vincenzo Barone)

Della rete di “ResQ” fa parte anche “Accoglienza Controvento” rappresentata a Palmi da Enzo Infantino. Nasce da qui l’idea di far conoscere il progetto in regione: attraverso una mini-rassegna di eventi organizzati nella città della Piana; nell’ambito di “TheLast20”, una sorta di G20 alla rovescia; rassegna organizzata al Parco Ecolandia di Arghillà, a Reggio Calabria.
«Bisognava fare qualcosa per salvare le persone che in questi anni si sono cimentate in un viaggio difficile. – racconta Enzo Infantino al Corriere della Calabria – Persone che paradossalmente rischiano la loro esistenza per salvare la loro vita, fuggendo da contesti difficili». Da qui l’idea di «comprare la nave, pagata intorno ai 400mila euro». Fondi provenienti dalla società civile, eccezion fatta per la donazione di 120mila euro proveniente dall’Unione Italiana Buddhisti. «L’obiettivo è quello di allargare la rete per raccogliere quanti più fondi possibili». A Palmi vengono organizzati tre momenti: una conferenza stampa, una “pizza solidale” e, nel mezzo, un incontro pubblico nella Villa comunale dove non solo viene raccontato il progetto, ma anche le storie, come appunto quella di Masum. «Abbiamo provato a raccontare le storie e i sogni, come quello di far salpare questa nave. – dice Enzo Infantino – Mi ha colpito come si avvicinassero molte persone, soprattutto giovani, chiedendo di poter partecipare all’eventuale spedizione per salvare chi parte alla volta del Mediterraneo».

L’incontro pubblico a Palmi (foto di Vincenzo Barone)


Attorno a quella piazza si stringe la cittadinanza, si ascoltano le testimonianze degli ospiti, come l’attore Peppino Mazzotta o il magistrato Antonio Salvati, che fa anche da interprete al giovane siriano. Ci sono le istituzioni. Oltre a Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi e “padrone di casa”, partecipa Giuseppe Falcomatà nella sua veste di sindaco della Città Metropolitana. «Una splendida serata – dirà – un modo per affermare ancora una volta che la nostra è una terra accogliente e solidale con chi si trova in una condizione di difficoltà. Da Palmi parte un messaggio di speranza che lega i popoli del Mediterraneo, attraverso una rete di volontari e organizzazioni internazionali che lavorano quotidianamente per la salvezza delle persone che attraversano il mare in cerca di un futuro differente per sé e per i propri figli».

La storia di Masum

«Quindi sei famoso?» «Giusto un po’» risponde sorridendo Masum Omar. Tredici anni, di origine siriana, da qualche giorno in Calabria per «realizzare un sogno» ed esaudire una promessa. La sua storia lo aveva preceduto, nei racconti dello stesso Infantino. Per questo non c’è da meravigliarsi del calore incontrato per le strade calabresi, come avesse vissuto lì da sempre. Alcuni lo riconoscono dalle immagini dell’abbraccio col padre di alcuni anni fa. «Ormai è diventato grande», dicono.
Il suo viaggio parte dalla Siria e attraversa Iraq, Turchia, Grecia. «Ha attraversato il Mar Egeo per poi approdare sull’Isola greca di Kios» racconta Enzo Infantino. Uno dei tanti viaggi della speranza. Tra i pochi a lieto fine. «Arrivato in Grecia, il suo viaggio si è interrotto al confine con la Macedonia a causa di una politica assurda dell’Europa che bloccò i migranti, soprattutto siriani». La decisione del governo macedone di sbarrare la strada constatate «le carenze greche nei controlli alle frontiere esterne» bloccò migliaia di migranti. Circa 2.600 solo a gennaio 2016.
E sempre nel 2016, a distanza di pochi mesi, avviene l’incontro nel campo profughi di Idomeni. «L’ho aiutato e seguito nei diversi spostamenti fatti nel nord della Grecia fino ad Atene e dopo tante peripezie siamo riusciti ad ottenere i visti per accompagnarlo in Germania, a Francoforte, dove viveva già il papà» e dove rimarrà fino ad oggi. «Masum – dice Infantino – è l’emblema di tanti bambini, donne e uomini che in questi anni sono stati costretti a fuggire da contesti di guerra come quello della Siria. Lui ce l’ha fatta, ma quanti altri bambini, come lo stesso Alan Kurdi, sono morti a causa dell’affondamento dei barconi…»

Infantino Masum
Enzo Infantino e Masum Omar a Reggio Calabria

Quasi mille morti nel Mediterraneo nell’ultimo anno

«Vorremmo – rimarca Infantino – che non ci fosse più la necessità di comprare delle navi per farle salpare per il Mediterraneo centrale a salvare esistenze. Vorremmo ci fossero politiche migratorie diverse; che non ci fossero più i lager della Libia e che davvero ci fossero corridoi umanitari che permettono a queste persone di mettersi in salvo arrivando in sicurezza sul nostro territorio e in Europa. La politica attuale non lo consente». L’ultimo naufragio è stato registrato solo lo scorso 26 luglio. Il bilancio è di almeno 57 morti a largo di Khoms, città oltre 100 chilometri a Est di Tripoli. L’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) ha stimato in più di 980 il numero dei morti nel Mediterraneo Centrale nell’ultimo anno. «L’anno scorso a fine luglio erano 272» dice il portavoce di Oim Flavio Di Giacomo. Dalle statistiche pubblicate nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione è emerso che il totale delle morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa nel solo primo semestre del 2021 è di 1.146 (a fronte delle 530 della prima parte del 2020 e delle 674 nel 2019). La maggior parte dei decessi è stata registrata nel Mediterraneo (896), circa 250 nel tentativo di raggiungere le Isole Canarie, nell’Oceano Atlantico. «Non bisogna più esitare – scrivono dall’Organizzazione – e fare di tutto per rafforzare il sistema di pattugliamento in mare». E in attesa di un’inversione di tendenza politica sul tema, nazionale e comunitaria, “ResQ People” rappresenta una piccola fiammella di speranza in più. (redazione@corrierecal.it)

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