COSENZA Quello dei casi attivi in provincia di Cosenza è un mistero. A leggere il bollettino quotidiano diramato dalla Regione balza subito all’attenzione il numero dei positivi che non si sono ancor liberati dal virus Sar-Cov-2.
Nell’analizzare i numeri di ieri, Cosenza fa registrare ancora 1483 casi attivi, Reggio 647, Crotone 149, Catanzaro 131, Vibo valentia 41. Una forbice notevole fra i territori cosentini ed il resto della Regione.
Il dubbio, quindi, che vi possano essere delle anomalie sembra legittimo. In effetti, qualcosa stride realmente ed a spiegarlo è il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo.
«I dati relativi ai casi attivi reali – spiega il mnager al Corriere della Calabria – in provincia di Cosenza, non corrispondono a quelli pubblicati dalla Regione. Purtroppo registriamo ancora più di qualche problema con strascichi che ci portiamo dietro dai mesi scorsi ma che, comunque, stiamo tentando di risolvere. In realtà i casi positivi nel territorio dell’Asp sono fra 400 e 500, non di più. La questione vera sta nelle comunicazioni che forniscono ospedali, è questo il vulnus. Quando il tracciamento salta, si verificano questi errori ed allora capita che non si comunichino i positivi che giungono nei nosocomi, oppure che non si sappia nulla dei ricoverati poi dimessi e quindi negativizzati. Stiamo provando a pareggiare i conti ma è difficile».
Per avere contezza della realtà, il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza chiarisce che bisognerebbe considerare solo i numeri dei casi positivi al Covid-19 registrati negli ultimi 14 giorni, più quelli che nello stesso periodo non si sono ancora negativizzati. «Giungeremo, così – conclude Rizzo – a dei dati che non superano i 500».
Svelato, insomma, l’arcano. Ad ogni modo, è indubbio come la recrudescenza virale in provincia di Cosenza sia stata maggiore rispetto alle altre, anche per questioni statistiche, ma rimane il fatto che i dati raccolti dall’Asp, che a sua volta comunica quotidianamente alla Regione per la compilazione del bollettino, siano falsati, non corrispondenti alla realtà dei fatti. Quanto tempo necessiterà per riequilibrare i dati non è dato sapere. Piuttosto inizia a preoccupare la riacutizzazione dell’infezione sul territorio. (l.latella@corrierecal.it)
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