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L’ininfluenza politica come valore

Sì, nella turbo politica di questi nostri tempi vuoti, l’ininfluenza (o anche l’incapacità di agire per cambiare le cose, anche quelle impossibili), il ritrarsi sdegnati nella propria bolla mediat…

Pubblicato il: 30/07/2021 – 14:35
di Enrico Fierro
L’ininfluenza politica come valore

Sì, nella turbo politica di questi nostri tempi vuoti, l’ininfluenza (o anche l’incapacità di agire per cambiare le cose, anche quelle impossibili), il ritrarsi sdegnati nella propria bolla mediatica, il lasciare scorrere gli eventi, tutto ciò è un valore. Da sbandierare come simbolo di candore assoluto e incontaminato. Un inutile “io non sono come voi, io non ci sto”. Questi pensieri mi vengono leggendo una intervista della leader delle sardine Jasmine Cristallo alla Gazzetta del Sud. Alcuni passaggi sono condivisibili, soprattutto quelli riferiti alla candidata presidente scelta da Pd e Cinquestelle. “E’ una candidatura debole, partorita per salvaguardare patti trasversali…, e di certo non rappresenta quella discontinuità che noi invocavamo dal 2020…”.
Bene, quindi cosa farete come “Sardine”, vale a dire come movimento nato per rinnovare la politica, rompere i patti trasversali, svecchiare le rappresentanze istituzionali? Tutte cose che in Calabria sono necessarie come l’aria per battere un “sistema” che ha fatto sprofondare quella terra agli ultimi posti di ogni possibile statistica. Nulla. Zero. Raccolte le candide vesti, le “Sardine” imboccano la triste strada dell’Aventino. Nessun impegno formale. Con nessuno. Neppure col polo civico guidato da Luigi de Magistris, perché “in quella proposta ci sono elementi di populismo per noi inconciliabili”. Quindi anche questa volta il movimento non sarà della partita. Si farà la battaglia elettorale, i fatti andranno avanti e si compiranno, lo scontro sarà sul tema forte della concezione del “potere”, e loro non ci saranno. Come alle scorse elezioni.
Un esercito (allo stato fortemente virtuale e mediatico) con generali sempre pronti alla battaglia, che però hanno un vizio: quando le trombe suonano l’attacco, battono in ritirata. E questo in politica si paga. La gente, al di là delle chiacchiere dette in un salotto tv, se ne accorge, fa i conti, ti pesa. Valuta l’abisso che separa le buone intenzioni declamate, dall’azione concreta. C’è poi quel riferimento agli “elementi di populismo” presenti nella proposta di de Magistris. L’analisi è vecchia (neppure il Pd calabrese si attacca più a questo), buttata così alla rinfusa, giusto per dire. Senza spiegare cosa c’entrino con “il populismo” intellettuali come Teti, Bevilacqua, Cersosimo, attori come Marcello Fonte, che, insieme a decine di artisti, docenti universitari, attivisti, hanno firmato un appello per sostenere il polo civico del sindaco di Napoli. Insomma, la politica, quella vera fatta di lacrime e sangue, scontri, contraddizioni, conquista del consenso, analisi della realtà, può attendere. Anche questa volta.

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