REGGIO CALABRIA L’udienza conclusiva del primo grado ordinario del processo Gotha inizia intorno alle 10.30 di questo 30 luglio quando il collegio presieduto dal giudice Silvia Capone entra nell’aula bunker di Viale Calabria. Oggetto dell’accertamento saranno le singole responsabilità dei 30 indagati per i quali la procura di Reggio Calabria, lo scorso 26 maggio, ha chiesto condanne per un totale di poco più di 250 anni di carcere. Nome “illustre” è quello dell’avvocato Paolo Romeo, presente in aula come in quasi tutte le udienze dibattimentali che si sono succedute in questi anni. È ritenuto dalla procura al vertice della così detta componente invisibile della ‘ndrangheta “unitaria”, altro tema che al vaglio della Corte. Per lui, il procuratore capo Giovanni Bombardieri ha chiesto una condanna a 28 anni di carcere.
«Siamo tutti abilitati ad argomentare utilizzando i percorsi che riteniamo più opportuni ma non alterando il dato reale» dice il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo nel breve tempo delle repliche. Argomenta i cinque punti oggetto della memoria depositata dall’accusa che conclude insistendo con le richieste di condanna avanzate lo scorso maggio. Le controrepliche sono affidate invece all’avvocato Albanese. Alle ore 11 il collegio si ritira in camera di consiglio dando appuntamento in tarda serata per la lettura del dispositivo. (f.d.)
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