LAMEZIA TERME Nella prima uscita, quella della presa di contatto con la coalizione che ha scelto di candidarla a governatrice della Calabria, Amalia Bruni ha parlato da scienziata. Nell’esordio ufficiale della campagna elettorale ha speso parole più politiche. Ma non ambigue, se non altro rispetto alla strada tracciata e alla sua intenzione di seguirla soltanto se corrisponderà alle proprie aspettative. A margine del primo incontro pubblico (moderato dal giornalista Ugo Floro) sul lungomare di Lamezia Bruni ha detto di essere soddisfatta di questo percorso «perché comincia a esserci una bella squadra. Ci sono frange del centrosinistra – ha aggiunto un po’ disperse, che possiamo comunque accogliere secondo una serie di dettami, perché io voglio fortemente l’innovazione. Ho chiesto a tutti di darmi dei suggerimenti ma ho preparato questo codice etico che prevede una grande forza nel respingere completamente persone e personaggi che non sono degni di stare in una coalizione politica».
Sul codice etico Bruni non è disposta a mediazione: «Prevede un forte rinnovamento: tra qualche giorno sarà messo in rete e i partiti dovranno tenerne conto, perché se non ne terranno conto il rinnovamento rischia di non esserci ma soprattutto Amalia Bruni vi saluta, non ci sta». La notazione successiva serve a mettere le cose in chiaro: «In questa coalizione guido io, sono io che do l’ultima parola sulle liste preparate da partiti e movimenti, perché sono io che ci sto mettendo la mia faccia, la storia, la professionalità. E mi accorgo che i calabresi mi seguono perché credono in una persona che qui ha costruito: con la mia forza e la capacità di integrare persone ai posti giusti immagino di dare alla Calabria la speranza di una ripartenza». È un appello che si apre a «tutti i calabresi che ci credono: mi aspetto che ci siano una risposta, che può esserci soltanto se chi chiede ha una storia ed è credibile. Io sono credibile e questa onestà intellettuale e di comportamenti deve essere lo sprone perché altri possano mettersi in gioco e unirsi a noi anche dalla società civile per creare il rinnovamento».
Bruni non teme eventuali scontri interni tra le anime più accese dello schieramento: «Sono tutti disposti – spiega – a che questa coalizione diventi una squadra con lo scopo di cambiare la Calabria. Io sono il loro coach e questa idea di lavoro, alla quale partiti e movimenti in Calabria non sono abituati, è piaciuta a tutti». La ricercatrice spera che la squadra diventi più ampia. Il riferimento pare all’area che fa riferimento Mario Oliverio, ma non solo a quella: «Mi riferisco a tanti eserciti più o meno grandi e a persone capaci che si sono allontanate perché non hanno trovato un’accoglienza. Si può ancora lavorare per unire, c’è un po’ di tempo. Ma non molto: la data del voto è al 3 ottobre».
Sui temi, invece, «c’è l’imbarazzo della scelta». Innanzitutto la sanità, che rappresenta «il 70% del bilancio ed è al macero completamente, specie dopo la crisi Covid. Questo richiederà uno sforzo immenso: dovremo chiedere con forza un tavolo al governo con l’obiettivo della cancellazione del debito fatto dai commissari e poi un ripianamento del vecchio deficit». Bruni si dice per lo «stop al commissariamento al 31 dicembre. Il potere di programmazione deve tornare al presidente e spingerò per avere poteri speciali. Per il settore serve uno sforzo collettivo che non sia solo di questa terra ma anche dei ministeri».
«Io sarò in mezzo alla gente, in questo mese di agosto è possibile che mi trovate saltellare tra le spiagge o da qualche parte, a sudare», dice poi la Bruni con un inedito tratto leggero. Per poi aggiunge: «Non ci sono cose che mi preoccupano, ma mi responsabilizza molto questa decisione, quindi sento su di me il peso della fiducia che già inizia a circolare e – sostiene la candidata governatrice del centrosinistra – percepisco un clima positivo, e nel giro di qualche giorno avremo dei sondaggi iniziali e vedremo».
Sfilano poi i rappresentanti dei partiti e dei movimenti che sostengono la corsa della Bruni: Orlando Amodeo dei Verdi, Francesca D’Ambra del Psi, Antonio Ferrazzo e Maria Lapia del Centro democratico, Vincenzo Cerullo degli Animalisti, Carlo Piroso dei Repubblicani Europei, Consoli di IriC, Alex Tripodi di Articolo 1, Carlo Tansi di Tesoro Calabria, Massimo Misti del Movimento 5 Stelle e infine per il Pd il commissario Stefano Graziano e la capogruppo dem al Senato Simona Malpezzi.
Proprio da Massimo Misiti è arrivato un duro affondo contro Luigi de Magistris, candidato del polo civico. «Il nostro è un sostegno convinto, pieno a Amalia Bruni, una persona io conosco da tanto tempo – ha detto il parlamentare M5S –. L’unica in grado di ridare una speranza a questa terra dove ha sempre lavorato impegnandosi nella realizzazione del suo splendido centro di ricerca per l’Alzheimer. È lei che i calabresi vogliono come guida della Regione. Non abbiamo bisogno di chi si candida, guarda caso esclusivamente per interessi personali. De Magistris cerca non il riscatto dei calabresi ma molto più semplicemente uno stipendio che tra qualche mese non avrà più. I calabresi non si faranno prendere in giro e sceglieranno Amalia».
«Chi non sostiene la Bruni vuole solo far vincere il centrodestra», sostiene il commissario regionale del Pd, Stefano Graziano. «Il bagno di folla che ha accolto Amalia Bruni nella sua città – aggiunge Graziano – conferma la bontà del nostro progetto politico e la sua forte capacità di coinvolgere i calabresi, è il segno che il cambiamento è qui. Con competenza e passione, tanti giovani e tante donne stanno aderendo a questa nostra battaglia politica e ideale, vogliamo cambiare la Calabria e permettere ai calabresi di potersi curare nella loro terra, accanto ai loro affetti, di poter lavorare senza emigrare, di poter godere di un ambiente sano. Insieme è la parola chiave per poterlo fare, insieme per poter vincere e governare, con al fianco i nostri giovani».
«Quella della Bruni è una candidatura bellissima, perché racconta una storia e un volto particolare della Calabria che può essere di stimolo e spinta importantissima». Così, infine, la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi. «Le donne – conclude Malpezzi – sono state in prima linea nella fase durissima del Covid e non è pensabile che ora tornino in seconda linea, questa candidatura dimostra che noi mettiamo le donne in prima linea nella fase di ricostruzione. Qui in Calabria c’è una bella storia da raccontare, una storia calabrese».
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