LAMEZIA TERME Nuovo appuntamento con “20.20” il settimanale di approfondimento in onda questa sera alle 21 sul canale 211 del digitale terrestre e, in diretta facebook, sulla pagina del Corriere della Calabria. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri. In evidenza gli esiti finora acquisiti dell’ultima importante inchiesta giudiziaria che ha scosso il capoluogo reggino denominata “Inter Nos”. «Si tratta di un’operazione importante per l’ambito che interessa, restituisce uno spaccato inquietante sul disordine amministrativo nell’ambito della gestione sanitaria. Pur trattandosi di una inchiesta ancora in corso, siamo riusciti a ricostruire le dinamiche di una vera e propria cupola che esercitava forti pressioni sulla gestione della sanità, e d’altro canto alcuni dei soggetti già nel 2008 erano stati oggetto di attenzione investigativa».
Sollecitato sul fatto che molte di queste dinamiche (comprese quelle svelate dalla stessa operazione “Inter nos”) si sviluppino con riferimento ad enti oggetto di commissariamento, il procuratore è diretto: «L’Asp di Reggio Calabria è commissariata ma questo non ha impedito che sul tema degli appalti si consumassero condotte illegali. È evidente che non basta commissariare se, di pari passo, non c’è adeguata attenzione nei confronti degli uffici nel loro complesso».
Sull’azione portata avanti dalla procura di Reggio Calabria, Bombardieri ritiene che «è un errore di fondo pensare che l’azione di contrasto alla ‘ndrangheta sia esclusivo compito dei giudici e delle forze dell’ordine, è una lotta che appartiene a ciascun cittadino. E bisogna anche intendersi su che cosa significhi antindrangheta perché se un imprenditore denuncia e il giorno dopo il suo negozio rimane vuoto, vuol dire che sono gli stessi cittadini a lasciarlo solo».
Altro tema caldo, la riforma Cartabia: «Non commento mai iniziative legislative, da magistrato applico le leggi, così come approvate dal Parlamento. Mi limito tuttavia a fornire dei numeri, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha il 40% di organico in meno e sono pendenti circa 120 processi di ‘ndrangheta, senza considerare quelli relativi ad altri gravi reati. Va da sé che ogni riforma deve essere seguita da investimenti che consentano agli uffici giudiziari di essere in grado di affrontare i carichi di lavoro. In ogni caso mi pare che siano stati fatti degli aggiustamenti importanti».
Riguardo poi alla proiezione internazionale della ‘ndrangheta reggina, Bombardieri ha evidenziato che da sempre le ‘ndrine della provincia di Reggio Calabria hanno articolazioni stabili in moltissimi Paesi: «Le rogatorie sono importanti ma, come testimoniano i risultati di molte delle operazioni condotte, la vera chiave di volta sta nella esistenza e nella operatività di strutture investigative comuni. I team tra investigatori italiani ed esteri consentono la trasmissione e l’approfondimento in tempo reale delle informazioni con risultati che sono incoraggianti».
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