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l’incontro

Gratteri: «Riforma Cartabia è una ghigliottina». E su Milano: «Non ho mai fatto domanda» – FOTO

Il magistrato interviene al “Magna Graecia Film Festival”: «È l’impostazione della legge ad essere sbagliata. Solo Fdi non è d’accordo». Sul trasferimento: «Io sono il felice procuratore di Catanzaro»

Pubblicato il: 04/08/2021 – 22:18
Gratteri: «Riforma Cartabia è una ghigliottina». E su Milano: «Non ho mai fatto domanda» – FOTO

CATANZARO «Dobbiamo trasmettere nelle sensibilità dei ragazzi quello che è il mondo degli adulti. E parlare ai ragazzi è importante quanto un’indagine di mafia». Nicola Gratteri, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro risponde alle domande dei giornalisti a margine dell’incontro fissato nel calendario del “Magna Graecia Film Festival”. La partecipazione del magistrato alla celebre rassegna culturale del capoluogo e l’intervista di Antonio Capellupo, giornalista e staff manager, è legata alla presentazione del documentario “Se dicessimo la verità” di Giulia Minoli e Emanuela Giordano ma c’è il tempo per qualche battuta su alcuni dei principali temi del dibattito odierno, su tutti la riforma Cartabia. «Questa riforma ci ha un po’ ammaccato – dice Gratteri – siamo dispiaciuti e preoccupati come cittadini prima che magistrati. Spero che col tempo e a freddo ci sia la possibilità di spiegare meglio e non rassegnarsi. Io non voglio avere problemi di coscienza e combattere fino all’ultimo dei miei giorni combattere per avere una Calabria diversa». Un incontro denso di contenuti al termine del quale Nicola Gratteri ha ricevuto il premio “Magna Graecia Award” realizzato da Michele Affidato. A consegnarglielo è stato il direttore del festival, Gianvito Casadonte, alla presenza del prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta.

Nicola Gratteri intervistato da Antonio Capellupo

«È l’impostazione della riforma Cartabia ad essere sbagliata»

Secondo Gratteri «è l’impostazione della legge che è sbagliata. Noi possiamo aggiungere altri 50 reati, ma non è questo, è il termine improcedibilità che è sbagliato. Sentivo chi è in favore di questa riforma dire “ma guardate, non può un processo in primo grado durare 8 anni”, ma allora perché non si è intervenuto negli 8 anni? Perché non avete pensato di far sì che gli uffici giudiziari siano a regime e funzionanti? Perché non fate rientrare 200 magistrati che sono nei ministeri a fargli scrivere sentenze? Perché non avete limitato i motivi di appello e di ricorso in Cassazione? Perché non avete fatto una forte depenalizzazione? Tutto ciò che è possibile deflazionare bisogna deflazionare. In Italia in ricorsi per Cassazione sono 14 volte più della Francia, che è una volta e mezza l’Italia. Questi numeri bisogna tenerli presenti quando si va a fare una riforma. Per questo sono arrabbiato perché sembra che facciamo ragionamenti tra sordi o non addetti ai lavori. È una ghigliottina, un processo già fatto si arriva a metà strada in appello, non lo hai fatto in appello non lo farai più».

Favorevoli e contrari

«Solo Fratelli d’Italia non è d’accordo, tutti gli altri sono d’accordo. – sottolinea Gratteri – Ci sono varie concause. Noi in questo momento come magistrati siamo deboli, quindi il momento era buono: ora o mai più. E’ vero che siamo pochi a parlare. Parlare costa. Non faccio calcoli, ho sempre detto che se avessi parlato di meno avrei fatto molta più carriera, ma a me piace dire quello che penso. Io posso anche restare a vita, altri sette anni a Catanzaro, tornare sostituto, non mi interessa, Però voglio continuare a essere libero, a dire quello che penso, e se non lo posso dire sto zitto perché non ho la prova, altrimenti direi sempre tutto. Non faccio calcoli di carriera o per fare il piacione al potente di turno».

«Io non ho fatto domanda per Milano»

Incontro con la stampa

«Io non ho mai fatto domanda per Milano» dice secco Gratteri dopo le voci avvicendatesi sulla presunta richiesta di trasferimento. «Io – aggiunge – sono il felice procuratore di Catanzaro. Spero di poter stare più tempo possibile, anche se ovviamente entro tre anni devo trovare un’altra collocazione perché più di otto anni non si può stare nello stesso ufficio».

La crescita Calabrese e il rinnovamento nell’organico delle forze dell’ordine

Nicola Gratteri vicino allorafo Michele Affidato

«Siamo in un momento molto delicato. La Calabria in questi anni è cresciuta, voi giornalisti – che prima di tutti sentite il mutare delle sensibilità – avete notato che si è accesa la speranza che è rimasta sopita per decenni. Il merito è di tutta la squadra, della Dda di Catanzaro e di tutte le forze dell’ordine».
Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre l’organico, a detta dello stesso Gratteri, va incontro a «un grande ricambio». «Conosco personalmente i profili di ognuno degli uomini entranti e il target è alto. La Calabria è un grande laboratorio. Sento il peso di questa grande squadra».

Verso il voto

«È inutile prenderci in giro – dice il magistrato – la Calabria è fatta soprattutto di piccoli centri e nei paesi sotto i 5mila abitanti ci conosciamo tutti. Se un soggetto è “borderline” o è il compare di uno ‘ndranghetista, chi lo candida lo sa perfettamente e sa anche i voti che porterà. Se poi viene beccato con le mani nella marmellata si diranno le solite frasi: “Abbiamo fiducia nella magistratura; la magistratura farà presto i suoi accertamenti; ci auguriamo che Tizio riesca a chiarire presto la sua posizione”». Altro tema che porta spesso alla collisione tra magistratura e politica sono quelle che alcuni esponenti di partiti ed istituzioni definiscono “indagini ad orologeria”. «L’altra sera ho proposto di fare una legge che ci impedisca di mandare avvisi di fare avvisi di garanzia prima del voto», dice Gratteri. E aggiunge: «In caso contrario vi dovete rassegnare e metterci nella condizione di poter lavorare. Poi è chiaro che se un magistrato sbaglia non ha alibi perché un magistrato che ruba o che chiede favori non ha alibi. Non ci dev’essere pietà». (c.a.)

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