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Nuova indagine della Procura di Salerno su magistrati del distretto di Catanzaro

Agli atti di “Imponimento” depositata una comunicazione: l’indagine avrebbe punti di contatto con un capo di imputazione contestato nel processo

Pubblicato il: 04/08/2021 – 7:33
Nuova indagine della Procura di Salerno su magistrati del distretto di Catanzaro

CATANZARO La Procura di Salerno ha aperto una nuova indagine su magistrati del distretto di Catanzaro. Lo riferisce l’edizione odierna della “Gazzetta del Sud”, che parla di una comunicazione trasmessa dai pm campani ai colleghi della Dda di Catanzaro e ora allegata agli atti del processo “Imponimento” in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. La nota riferirebbe che la Procura campana, competente per i reati che riguardano magistrati in servizio a Catanzaro, sta conducendo un’indagine che avrebbe diversi punti di contatto con il capo di imputazione numero 33 contestato nel procedimento “Imponimento”, capo di imputazione che coinvolge alcuni amministratori locali del Vibonese per un’accusa di trasferimento fraudolento di valori. Al momento non è chiaro – sulla base della comunicazione messa agli atti – quanti siano e che ruolo abbiano avuto i magistrati del distretto di Catanzaro in questa vicenda.

L’accusa che ha fatto scattare l’indagine di Salerno

Tale capo di imputazione riguarda un’accusa di trasferimento fraudolento di valori nei confronti del boss di Filadelfia Rocco Anello, Giovanni Anello (ex assessore
ai Lavori pubblici del Comune di Polia), Domenico Fraone (ex consigliere provinciale di Vibo, di professione commercialista), Giovanni Giardino, Patricia Ciliberto, Pasquale Scordo (ex consigliere comunale di Tropea, di professione geometra) e Francesco Crigna (ex vice sindaco di Parghelia), i quali in concorso fra di loro avrebbero attribuito fittiziamente la titolarità di un immobile, nel Comune di Parghelia, a Patricia Ciliberto per evitare che venisse tolto a Rocco Anello a causa di misure di prevenzione nei suoi confronti.
In particolare Rocco Anello, Giovanni Anello e Domenico Fraone, si sarebbero attivati per predisporre gli atti e i documenti da consegnare a un notaio di Roma (tre atti di transazione e uno di compravendita immobiliare). Tra questi atti c’era anche quello con cui Domenico Fraone (dopo averlo acquistato da un’altra persona) vendeva in modo fittizio l’immobile di Parghelia a Ciliberto, con la consapevolezza di tutti che il reale acquirente era Rocco Anello. Giovanni Anello aveva procura speciale nella transazione mentre Giovanni Giardino, marito della Ciliberto, faceva da intermediario con Rocco Anello e Giovanni Anello per formalizzare l’intestazione alla moglie. Allo stesso tempo, Giovanni Anello e Domenico Fraone si adoperavano per risolvere le questioni di condono edilizio, mentre il geometra Pasquale Scordo, incaricato da Rocco Anello, si adoperava anche lui per la questione relativa alla domanda di condono edilizio presentata al Comune di Parghelia. Lo stesso geometra, insieme all’ex vice-sindaco di Parghelia, Francesco Crigna, a Rocco Anello e Giovanni Anello avrebbe predisposto atti falsi per il rogito.
Questa la vicenda.
Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di individuare l’illecito commesso da parte di qualche togato. E gli atti sono stati immediatamente mandati a Salerno.

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