“Inter Nos”, si allarga il filone politico: indagato il consigliere regionale Raffaele Sainato

REGGIO CALABRIA Com’era presagibile dal momento della firma dell’ordinanza applicativa delle misure cautelari relative all’inchiesta “Inter Nos” della Dda di Reggio Calabria, il quadro si allarga. Per l’effetto, il gip Caterina Catalano firma un’ordinanza di proroga del termine delle indagini preliminari dove salta all’occhio la tipologia di reato ipotizzata dagli inquirenti: scambio elettorale politico-mafioso.
La contestazione di cui all’articolo 416-ter del codice penale chiude il cerchio sugli ulteriori «risvolti politici» di cui si accennava al precedente atto ed è riferita al consigliere regionale eletto con l’Udc, Nicola Paris (finito ai domiciliari lo scorso 2 agosto), ma anche ad altri esponenti politici tra cui il consigliere regionale ed ex vicesindaco di Locri, primo dei non eletti nella lista di Fratelli d’Italia, e poi transitato nelle file di Forza Italia Raffaele Sainato, che tra i suoi incarichi annovera anche quello di segretario della Terza commissione Sanità.

I risvolti politici e il coinvolgimento di Sainato

Ennesima scossa al mondo della politica provocata dall’indagine condotta dalla procura guidata Giovanni Bombardieri, e coordinata dall’aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua. A finire nel fascicolo che rivela i presunti interessi delle cosche Serraino e Iamonte nel mondo della sanità calabrese – e nello specifico dell’Asp di Reggio Calabria – è dunque Raffaele Sainato, entrato a Palazzo Campanella dopo l’arresto del consigliere regionale Domenico Creazzo, l’ex sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte coinvolto nell’operazione “Eyphemos”. A destare l’attenzione sulla sua posizione – portando così all’iscrizione nel registro delle notizie di reato – sono state alcune intercettazioni della Guardia di finanza. Ci sono almeno un paio di conversazioni tra alcuni imprenditori ritenuti legati ai clan, coinvolti nell’operazione “Inter nos”, e il candidato Paris dove si fa riferimento alle elezioni regionali del 2020 e, nello specifico, all’allora candidato Fdi. In particolare, nel corso delle indagini i finanzieri del Gico e dello Scico hanno ricostruito e filmato un incontro tra Nicola Paris e Silvio Floccari, ritenuto vicino alle famiglie mafiose della Locride, avvenuto a Locri per «promuovere la campagna elettorale» del candidato dell’Udc. Paris era accompagnato da Antonino Chilà (arrestato) che, assieme al fratello Domenico (anche lui finito in carcere e ritenuto “espressione delle cosche Serraino-Rosmini”), è uno dei due amministratori di fatto della società “Helios”, componente dell’omonima associazione temporanea di imprese attraverso cui gli indagati facevano incetta di appalti e affidamenti all’Asp di Reggio Calabria. I nomi accompagnano così quelli dei due politici nel supplemento di indagine.

L’incontro a Locri e le intercettazioni

Secondo gli inquirenti, Floccari «per conto della società Helios», svolge «le strategiche funzioni di responsabile dei servizi di pulizia e sanificazione svolti presso l’Ospedale di Locri». Il 21 novembre 2019, questi si sarebbe incontrati, nell’abitazione di Antonino Chilà insieme al consigliere Paris che avrebbe avrebbe avanzato la richiesta dei voti. «Qualcosa per voi c’è… – risponde Floccari – voglio dire dieci, vendi, trenta… riusciamo a toglierli da una parte e… metterli all’altra». L’altra parte alla quale si riferisce Floccari sarebbe un altro politico che si sarebbe già impegnato a sostenere. Dalla ricostruzione degli investigatori si tratterebbe proprio di Raffaele Sainato, all’epoca vicensidaco di Locri e in quota Fdi.
«Da me non sono venuti loro… – aggiunge Floccari – per caso tempo fa… ha detto “vedete di darmi una mano”… io non gli potevo dire di no… a chi è venuto non gli ho potuto dire di no… anche perché non avevo parlato con nessun altro… poi è venuto il vostro interessamento… se no io te l’ho detto… qua non è che abbiamo trecento…cinquecento … seicento …noi li raccogliamo sempre nell’ambito parenteriale (parentale, ndr)… cinquanta… sessanta… quelli che… e ti sto dicendo…uno di meno…una decina…una ventina… una quindicina… perché riusciamo a toglierli…».
Nel prosieguo della conversazione emerge che anche Sergio Piccolo, il consigliere del “Gruppo Consortile Coopservice di Locri” arrestato nell’operazione “Inter Nos” (per lui arresti domiciliari) «asserisce – scrivono i finanzieri – che è impegnato con Sainato Raffaele». Antonino Chilà media quindi a favore di Paris affinché anche per lui possa esservi un “appoggio”. «Zero non me lo devi dire mai…Lui (riferito a Paris) è come un fratello per noi… è un ragazzo come noi”. “No, zero…».
«Se tu non me li fai uscire a Locri me li fai uscire a Siderno … quello che vuoi … me li fai uscire dove stai tu ad Ardore … dieci voti … venti voti … meglio là che qua … u mi devi dire … Nino vedi che ci sono dieci voti … vedi che ci sono venti voti … tanto io ad Ardore a te conosco».
«C’è qualcosa per cui non mi posso…esporre più di tanto… però… per come posso… uno… è stai tranquillo che è uno … se sono due… stai tranquillo che sono due… ti dico… quello che è… gioia mia… di quello che posso fare». (f.d.)