Egregio Direttore,
Leggo sul suo Giornale un articolo dal titolo “Calabria al Napalm. La strategia del fuoco in una ragione in perenne emergenza”.
In un quadro di Apocalisse, quale è quello degli incendi, per capire l’entità bisogna essere sul fronte e sul fronte questo Ente ci sta da diversi anni, esattamente dal 2002, quando è stato lanciato il modello dei contratti di responsabilità firmati con le Associazioni di protezione civile. Il modello non è stato mai cambiato, producendo risultati importanti tanto da essere stato replicato da altri Parchi, dove attualmente è in vigore. La stessa Calabria Verde, in qualche modo, lo ha adottato creando squadre di volontari impegnate nelle attività di spegnimento.
Ma a volte lo stesso modello, per quanto virtuoso e funzionale, a condizioni variate non produce lo stesso effetto: e qui le condizioni sono profondamente mutate! I forti venti sciroccali che quasi sempre accompagnano questi incendi di proporzioni bibliche, sono un fenomeno recente quanto galoppante. I cambiamenti climatici, con conseguente scarsità di piogge, portano alla mancanza di verde, all’inaridimento. Per queste ragioni i modelli virtuosi che nessuno ha mai abbandonato o ha mai pensato di mettere in discussione, vanno accompagnati da altri e nuovi strumenti maggiormente efficaci.
Bisogna intervenire nuovamente sui territori con progetti che garantiscono la manutenzione e la pulizia dei boschi, la sistemazione delle piste di penetrazione per il controllo, la realizzazione di piccoli invasi per avere bacini a portata di mano.
Sono una serie di azioni che la Regione in primis, e poi il Governo, devono avviare con urgenza per salvare quanto rimasto del nostro patrimonio naturalistico e ambientale. Ma come pensa la Regione di fronteggiare questi fenomeni devastanti con pochi operai di Calabria Verde, tra l’altro vicini alla pensione?
Non c’è una strategia e nemmeno uno straccio di riflessione avviata su questa drammatica priorità per il nostro territorio. Questa, purtroppo, è la verità.
All’amico Bevilacqua, autore dell’articolo e di sensibilità peraltro non lontano dalle mie, voglio sottolineare una caduta di stile inaspettata. Anch’egli, con questo articolo, ha contributo a dare forza alla polemica e allo sciacallaggio quando insinua e giudica, con affermazioni false, scelte mai compiute dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Come si può, all’interno di un servizio così ben articolato, insinuare che è stato affossato “il modello” quando queste affermazioni sono categoricamente smentite dagli atti ufficiali dall’Ente?
Mi dispiace per la caduta di stile del mio amico Bevilacqua, persona di straordinario valore e di grande sensibilità ambientale. Ma, evidentemente, il contatto con il dolore stravolge talmente tanto la mente delle persone, facendo loro perdere lucidità e memoria anche rispetto ai propri percorsi di vita.
*Presidente Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte
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