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L’Aspromonte nella morsa del fuoco assassino. Cronaca di un disastro annunciato

L’Aspromonte brucia da giorni, complice il caldo torrido. L’ennesimo scempio ai danni di una terra bellissima, ma dannata come la natura di questo crimine immondo che cancellerà migliaia di ettari…

Pubblicato il: 09/08/2021 – 10:42
di Paola Militano
L’Aspromonte nella morsa del fuoco assassino. Cronaca di un disastro annunciato

L’Aspromonte brucia da giorni, complice il caldo torrido. L’ennesimo scempio ai danni di una terra bellissima, ma dannata come la natura di questo crimine immondo che cancellerà migliaia di ettari di bosco, flora, fauna e quei paesaggi che hanno incantato i viaggiatori del Grand Tour e ispirato le opere di grandi scrittori.
Si parla di piromani, si ipotizzano incendi dolosi, si punta il dito contro gli appalti per lo spegnimento degli incendi, ma la verità vera è che noi questa terra non ce la meritiamo: per anni abbiamo assistito inermi allo spopolamento dei paesi montani, all’abbandono delle campagne e all’imperversare dell’incuria senza mai pensare come restituire valore al nostro patrimonio forestale e boschivo nonostante la Sila abbia fornito legna e pece alle flotte del Mediterraneo dai tempi della Magna Grecia fino al periodo borbonico.
In Calabria ci sono quattro Parchi pieni di tesori naturali unici, alcuni adottati dall’Unesco, ma (ironia della sorte, sic!) mancano serie e concrete politiche forestali e ambientali, se è vero com’è vero che per smaltire i rifiuti riapriamo le discariche chiuse e inquiniamo quel “mare nostrum” che per noi è una risorsa paesaggistica, ma per molti anche economica. A patto di saperlo tutelare, di saper proteggere il territorio ed evitare disastri di questa portata.

incendio aspromonte
Foto concessa dall’Associazione Guide dell’Aspromonte


E poi manca un’autentica strategia di prevenzione e, nonostante nel resto del Paese si assista a un cambio obbligato di paradigma dovuto ai mutamenti climatici e alle condizioni metereologiche estreme, a queste latitudini il Governo regionale continua a “programmare” – a stento ed a ridosso della stagione estiva – una campagna antincendi frettolosa ed inadeguata a contenere l’inferno sprigionatosi dai boschi in Aspromonte, la velocità di espansione delle fiamme e la presenza di fronti secondari, che sono costati la vita ad Antonio e Margherita e hanno mandato in fumo l’azienda agricola di Francesco Saccà insieme ai sacrifici di una vita.
La questione ambientale e forestale è una priorità per evitare la furia di altri incendi devastanti, l’innesco a catena di frane ed il verificarsi di alluvioni, in una terra già fortemente a rischio di dissesto idrogeologico.
Ad incendio spento, le chiazze nere compariranno come cicatrici sui fianchi delle montagne aspromontane a ricordare che lì, in questi giorni, è bruciata anche la dignità dei calabresi.

paola.militano@corrierecal.it

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