TRENTO L’ipotesi di reato su cui la Procura di Trento sta lavorando sulla scomparsa di Sara Pedri è maltrattamenti. Ad indicare questa pista i carabinieri del Nas che, secondo quanto riporta il Corriere.it, stanno valutando la forte pressione esercitata sulla giovane ginecologa scomparsa già da qualche mese, e che si era specializzata a Catanzaro. In particolare, gli inquirenti ritengono che a spingerla a compiere forse un gesto estremo ci sarebbe stato il clima di terrore e umiliazione che la 31enne – scomparsa dal 4 marzo tra il Comune di Cis e di Cles, in Trentino – avrebbe subito nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Pressioni elevate che avevano portato la giovane dottoressa a presentare il giorno prima le dimissioni.
Secondo quanto riportato nel sito del Corriere della Sera, nell’informativa del Nas alla Procura ci sarebbero due dirigenti medici (poi rimossi il 12 luglio) di quel reparto: l’ex primario Saverio Tateo e la vice Liliana Mereu. Ma dalle indagini sarebbe anche emerso che quello di Sara non è un caso isolato in quel reparto. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, ci sarebbero almeno quattordici tra medici e infermieri a essere presi di mira dal primo gennaio 2018 dai due dirigenti che avrebbero colpiti i dipendenti con demansionamenti e insulti.
Da qui la richiesta che sarebbe contenuta nell’informativa – stando a quanto scritto dal Corriere.it – di procedere contro i due sulla base di reato di maltrattamenti
C’è un altro elemento che spingerebbe l’inchiesta in questa direzione. Altre sei ginecologhe nelle settimane scorse, così come riportato dal Corriere, sarebbero state pronte a sporgere querela contro i due dirigenti a causa delle “attenzioni” subite. Un dettaglio emerso nel corso dell’indagine interna avviata dall’ospedale di Trento nella quale sono stati ascoltati 110 dipendenti che avrebbero confermato il quadro pesante che si respirava all’interno del reparto. Da qui la decisione dei vertici del nosocomio di trasferire Tateo e Mereu e di consegnare gli esiti dell’indagine interna alla Procura. E sul caso anche il ministero della Salute ha avviato ispezioni all’interno dell’ospedale.
Stando a quanto raccolto dagli inquirenti, Sara – prima della sua scomparsa – avrebbe raccontato di essere stata continuamente umiliata e, addirittura, presa anche a schiaffi su una mano. Pressioni pesanti dunque legate alla sua presunta incapacità a svolgere correttamente il suo lavoro e di non essere stata formata a dovere. Un clima di terrore che, per gli inquirenti, sarebbero dunque alla base della scomparsa di Sara.
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