CROTONE I turisti che arrivano a Crotone e hanno la voglia di andare a visitare il museo di Capocolonna sono desinati a restare delusi, perché è chiuso al pubblico per tutto il mese di agosto e forse anche oltre. Questo quanto riferiscono al museo nazionale di Crotone. Gli operatori che rispondono al telefono a Crotone raccontano che il museo è chiuso per attività interne, ma la ragione potrebbe essere diversa.
Sarebbe gravissimo se chi dirige il museo avesse deciso di fare gli interventi proprio nel mese di agosto, quando arrivano più turisti. La chiusura potrebbe, però, essere legata alla scarsa disponibilità di custodi. Attualmente ve ne sono disponibili tre. Troppo pochi per garantire l’apertura. Sino a qualche mese fa c’erano sette custodi: uno è stato trasferito a Crotone per motivi di salute e altri tre sono stati dirottati a Le Castella. I tre di Capocolonna garantiscono comunque l’apertura dell’area archeologica, tranne il lunedì.
La chiusura non è stata pubblicizzata e i visitatori che hanno la disavventura di salire a Capocolonna di lunedì trovano tutto chiuso e non ci sono cartelli che spiegano il perché.
È successo anche ieri, lunedì 9 agosto. Alcuni turisti sono arrivati sull’altopiano di Capocolonna e sono sono rimasti interdetti. Chiedevano ai passanti perché l’area archeologica fosse chiusa e nessuno è stato nelle condizioni di dare spiegazioni. Non funziona nemmeno il telefono del museo. Le informazioni si ricevano solo chiamando il museo di Crotone.
Sull’altopiano l’unico monumento aperto al pubblico è il santuario dedicato alla Madonna di Capocolonna. Un vero e proprio gioiello, che ripaga i turisti del sacrificio di raggiungere l’altopiano in questo torrido mese di agosto. La chiusura del museo non è l’unico problema. Ci sono erbacce infestanti, in particolare dietro il museo. Sono altissime e se dovessero prendere fuoco, l’intera area, compreso il museo, potrebbe andare distrutta. I turisti che arrivano a Crotone che sono interessati alla visita dei resti archeologici e dei monumenti non possono godere nemmeno dell’entrata al castello Carlo V che troneggia nella parte alta della città pitagorica e sovrasta il centro storico. Un monumento di inestimabile valore che è chiuso da anni per la presenza all’interno del suo cortile di sostanze inquinanti provenienti dalle ex fabbriche. Il Mibac ha stanziato un milione e mezzo di euro, valutati insufficienti dal responsabile regionale del ministero per effettuare l’intervento di bonifica. I soldi sono fermi sul conto corrente e il castello continua a restare chiuso.
Va meglio per il maniero di Le Castella, che almeno resta aperto ai visitatori tre giorni di mattino e gli altri giorni di pomeriggio. Sono lontani i tempi in cui i beni culturali della provincia pitagorica erano sempre disponibili, in particolare nel periodo in cui arrivavano i turisti. La cosa triste è che tutto avviene nel massimo silenzio delle istituzioni locali e di queste disfunzioni non ne parlano nemmeno i candidati al consiglio regionale della Calabria.
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