È la cronaca di un disastro annunciato. E non è ancora finita, perché il fuoco continua a correre e l’Aspromonte brucia. Dicono bene le Guide: non sono sterpaglie, «è come se bruciassero i Bronzi di Riace e noi li potessimo vedere mentre il metallo si scioglie e cola sulle basi di marmo». È una ferita al cuore della Calabria, ferita che tutti dovremmo sentire come un’offesa – non l’unica, altre parti della regione bruciano – al territorio e reagire. Il Corriere della Calabria, assieme a Confagricoltura Calabria, presieduta da Alberto Statti, e Confagricoltura Reggio Calabria, Giuseppe Canale, ha pensato di farlo con due hashtag, #iodenuncio e #iosonoaspromonte da rilanciare sui social e accompagnare a una raccolta fondi per aiutare coloro i quali sono rimasti vittime della furia delle fiamme. Questa escalation criminale ha già fatto due vittime, Margherita e Antonio Cilione, morti a San Lorenzo: cercavano soltanto di difendere il proprio uliveto dalla furia di un rogo appiccato da mani assassine. E poi ci sono aziende distrutte, come quella di Francesco Saccà. E, soprattutto, un patrimonio inestimabile andato in fumo. Resteranno chiazze nere come cicatrici e un’ipoteca sul presente il futuro di tutti noi. È tempo di intervenire. Di reagire e guardare avanti. Perché la battaglia non finirà neppure quando il fuoco sarà spento. Noi ci siamo.
In occasione dell’iniziativa, Confagricoltura Calabria ha attivato un conto dedicato alla Bnl.
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