Gino Strada si è spento oggi, venerdì 13 agosto, in Normandia. Il fondatore di Emergency aveva 73 anni e soffriva di problemi di cuore.
Il medico e filantropo era nato a Sesto San Giovanni, comune operaio nella cintura milanese.
Dopo aver terminato gli studi superiori presso il Liceo classico Carducci, Strada ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1978, all’età di trent’anni, e si è poi specializzato in Chirurgia d’Urgenza. Durante gli anni della contestazione è uno degli attivisti del Movimento Studentesco.
La sua attività di chirurgo d’assalto nasce durante la sua esperienza nel periodo compreso tra il 1989 e il 1994 all’interno del comitato internazionale della Croce Rosa in vari teatri di guerra: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina.
Ma Strada diviene anche attivista militante contro le guerre. Nel 2002 è tra gli ispiratori della marcia della pace Perugia-Assisi. Un’esperienza che segnerà la sua vita e quella di un gruppo di colleghi a fondare Emergency
Si tratta di un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2013, ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.
Nel 2001, Strada ottiene un importante riconoscimento: è vincitore del premio Colombe d’Oro per la Pace, assegnato annualmente dall’Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale.
Dal 2002 è cittadino onorario della città di Empoli (Toscana), dal 2003 anche della città di Montebelluna (Veneto). Ha ricevuto alcuni voti nello scrutinio segreto per l’Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2006.
Nel marzo 2007, durante il sequestro in Afghanistan del giornalista de La Repubblica Daniele Mastrogiacomo ha assunto una posizione di rilievo nelle trattative per la sua liberazione.
Strada nel corso degli anni ha assunto posizioni critiche nei confronti dei governi italiani di varia natura. Infatti si schiera contro gli esecutivi guidati da Massimo D’Alema, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Una posizione netta quella di Strada motivata dalle scelte degli esecutivi di sostenere le guerre sotto varie sfaccettature: la partecipazione dell’Italia alle varie missioni in teatri di guerra, per l’aumento continuo delle spese militari da questi sostenute, per le politiche sull’immigrazione e i respingimenti. Ma il contrasto più aspro si è avuto a seguito della partecipazione dell’Italia all’intervento Nato in Afghanistan (noto anche come Operazione ISAF valutate da Gino Strada). Definì quella decisione come una barbarie commessa contro la popolazione afghana in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana.
Il 13 aprile 2013 viene eletto tra i dieci possibili candidati alla Presidenza della Repubblica alle cosiddette “quirinarie” del Movimento 5 Stelle. Giunto secondo alle spalle di Milena Gabanelli, in seguito alla rinuncia della stessa, diviene un possibile candidato. Poco dopo decide tuttavia di ritirarsi, in favore del terzo possibile candidato, Stefano Rodotà. Successivamente diverrà un aspro critico del Movimento.
Nel 2020 Gino Strada e la sua struttura si sono messi a disposizione della Calabria per affrontare l’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia.
A dicembre 2020, in piena emergenza Covid, aveva coordinato l’ospedale da campo allestito dall’associazione a Crotone, vicino al “San Giovanni di Dio”. Per Strada si era ipotizzato anche un ruolo da commissario alla sanità calabrese.
«La notizia ci ha colto tutti di sorpresa, lasciateci riprendere dal dolore». È il primo commento della presidente di Emergency Rossella Miccio. Miccio ha annunciato nelle prossime ore una nota dell’organizzazione.
«Amici, il mio papà Gino Strada non c’è più. Io vi abbraccio ma non posso rispondere ai vostri tanti messaggi (grazie), perché sono qui: dove abbiamo appena fatto un soccorso e salvato vite. È quello che mi hanno insegnato lui e la mia mamma. Abbracci forti a tutte e tutti». Così in un tweet Cecilia Strada, la figlia del fondatore di Emergency.
«Quanto ci mancherà Gino Strada, l’impegno e il coraggio di un vero costruttore di pace. La sua umanità e una missione: essere al fianco degli ultimi in tutto il mondo. Grazie per tutto quello che hai fatto. Un abbraccio ai suoi cari e a tutta Emergency_ong». Scrive su twitter il presidente della Camera, Roberto Fico.
«Da lui abbiamo imparato a metterci tutti dalla parte degli ultimi della terra con il coraggio di denunciare le cause della povertà, in particolare quelle provocate dalle guerre e dal traffico delle armi». Così la Caritas Ambrosiana ricorda Gino Strada. «Grazie al suo impegno per la cura dei feriti e delle vittime dei conflitti, in ogni angolo del pianeta, ci ha insegnato che lottare per i diritti di tutti è fondamentale per costruire una vera famiglia umana. Grazie Gino, – conclude la nota – ci mancherai!».
«Difendere l’uomo e la sua dignità sempre e dovunque. Questa la lezione più bella di Gino Strada che non dobbiamo dimenticare mai. La mia vicinanza ai suoi cari e a tutta @emergency_on», ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza.
«Gino Strada, persona stimata in tutto il mondo, aveva qualità esemplari. Appassionato, generoso, competente – scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -, con EMERGENCY ha messo tutto se stesso in un progetto che ha salvato vite e veicolato tanta solidarietà. Anche accettando una delle sue ultime sfide, in Calabria, ha dimostrato il suo valore e il ruolo prezioso che persone come lui hanno per il Paese. Riposa in pace Gino, quello che hai costruito resterà per sempre un modello. Un abbraccio alla famiglia».
«Gino Strada se n’è andato. Capitava. Ci capitava, in Afghanistan come in Iraq, come in tanti luoghi di guerra, di restare senza parole davanti all’orrore ed alla sofferenza. A volte insieme le cercavamo per denunciare il crimine che è la guerra – scrive Vauro Senesi sui social ricordando l’amico scomparso -. Dovevamo trovarle e le trovavamo. Io invece oggi non ne trovo per dire il dolore che la scomparsa di Gino mi provoca dentro. Non le trovo perché non possiamo più cercarle insieme. Addio caro Gino».
«Da oggi l’Italia è più povera. #GinoStrada», le parole del segretario del Pd Enrico Letta.
«Se ne è andato un caro amico, Gino Strada. Gli volevo bene e lui ne voleva a me. In giugno avevo celebrato il suo matrimonio con la dolce Simonetta, una cerimonia riservata come loro desideravano»: così il sindaco di Milano Beppe Sala ricorda su Instagram il fondatore di Emergency. «Di Gino si può pensare quello che si vuole, ma una cosa è certa: ha sempre pensato prima agli altri che non a se stesso. Mi e ci mancherai», aggiunge Sala.
«Mentre i talebani avanzano in Afghanistan arriva la triste notizia della morte di Gino Strada. Ha fondato Emergency per curare le ferite e le vittime di tutte le guerre, ha tenuto alto il nome dell’Italia nel mondo – scrive sui social Pietro Grasso (LeU) – e non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà nel nostro Paese e all’estero. Un abbraccio affettuoso e commosso a Cecilia e a tutti coloro che lavorano o fanno volontariato per Emergency».
«Nel suo cuore c’era tutto il bene del mondo. Tutto il bene del mondo…È: così Fabio Fazio esprime su twitter il suo cordoglio per la morte di Gino Strada. Alla sua voce si unisce quella di Lapo Elkann: «Sono profondamente dispiaciuto per la scomparsa di Gino Strada. Pace a questo uomo di Pace. Grazie»”.
«Ci ha lasciato Gino Strada, una gran bella persona, un uomo che ha dedicato la propria vita al prossimo, ai più deboli – scrive su fb la senatrice del M5s Paola Taverna -, alle persone in difficoltà in tutto il mondo. L’opera della sua Emergency continuerà ora anche in suo nome».
«Addio Gino Strada, maestro di umanità». Così su Twitter il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, pubblicando una foto del fondatore di Emergency impegnato nel prestare le cure a un bambino. L’immagine è accompagnata da una citazione dello stesso Strada: “Se un qualsiasi essere umano sta in questo momento soffrendo, è malato o ha fame ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di una persona è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”.
«Gino Strada, una vita esemplare. Di amore e di lotta. Una grande eredità», ha scritto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.
«Oggi abbiamo perso una persona assolutamente motivata nel fare della sua vita una vera missione nella cura dei più deboli e nel contrasto alle fragilità sociali – dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -. Lo spessore del suo impegno umanitario ne ha fatto un personaggio del mondo intero, ma ci piace ricordarlo anche come parte della nostra comunità veneta, colui che ha scelto Venezia come residenza e come sede di alcune importanti attività della sua organizzazione».
«Una vita dedicata agli altri, e soprattutto ai più fragili e vulnerabili. Un esempio costante, concreto di autentica solidarietà e rara umanità. Una perdita inestimabile. Ciao Gino», saluta il leader di M5s, Giuseppe Conte.
Su Facebook, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Ci lascia Gino Strada, una perdita enorme. Una vita ad aiutare gli altri. Grazie di tutto!».
«Lo ricordo sempre in prima fila, dietro lo striscione di Emergency, nelle manifestazioni nazionali a Milano, nella ricorrenza del 25 aprile. Gino non mancava mai a questi appuntamenti, ai quali partecipava con tutta la sua passione e il suo impegno». Così Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano, ricorda Gino Strada. «L’ho sentito l’ultima volta in occasione della manifestazione del 25 aprile 2019. Gino – continua Cenati – mi aveva confermato, come sempre, la sua presenza ad un appuntamento per lui e per tutti noi fondamentale. Ai familiari, ad Emergency esprimo la commossa vicinanza dell’Anpi provinciale di Milano».
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