LAMEZIA TERME Una puntata speciale di “20.20” dedicata al primo vero confronto incrociato tra i tre candidati alla Presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni, Roberto Occhiuto e Luigi de Magistris, espressioni – rispettivamente – delle due coalizioni di centrosinistra e centrodestra e di un nutrito gruppo di liste civiche. Negli studi de L’altro Corriere Tv i tre candidati, sollecitati e incalzati da Danilo Monteleone e Ugo Floro che si sono alternati alla conduzione, hanno affrontato diversi temi cruciali per il destino della Calabria e per il prossimo governo regionale. Un confronto mai sopra le righe ma che ha visto i tre lanciarsi a vicenda bordate e provocazioni.
A cominciare dall’emergenza incendi che, da diversi giorni, sta interessando drammaticamente tutta la regione. Amalia Bruni ha innanzitutto espresso il proprio cordoglio per i familiari delle vittime, i sindaci e la collettività eroica. «Un’emergenza che si poteva prevenire – ha detto – ma è mancata la regia di un governo regionale che ha chiesto lo stato di emergenza con colpevole ritardo. E poi manca la programmazione. Questi incendi sono un attacco al cuore della nostra Calabria». Per de Magistris è «un quadro devastante. Ma gli incendi hanno devastato questa terra per anni. C’è una strategia criminale dietro e bisogna invertire gli interessi: assumere persone che tutelano i boschi, valorizzare e incentivare il volontariato, le associazioni, e coinvolgere il territorio». Secondo Occhiuto, invece, «è il tempo di restare tutti uniti e remare dalla stessa parte. La Calabria – ha detto – sta bruciando e tutti dobbiamo chiedere che non accada più, incominciando ad inasprire le pene per i piromani. Certo, la Regione può fare tante cose ma a “fuoco spento” e a cominciare dalla prevenzione che non è mai stata fatta».
Numeri discordanti quelli dei sondaggi pubblicati in questi ultimi giorni, di cui uno commissionato proprio dal Corriere della Calabria. In uno in testa ci sarebbe Occhiuto, nell’altro la Bruni. Ma il candidato del centrodestra è sicuro: «Respiro un’aria di vittoria, perché quando il centrodestra è unito non ce n’è per nessuno. Conosco la mia terra da anni, respiro un’aria favorevole al di là dei sondaggi». Secondo Amalia Bruni, invece, i sondaggi «non possono registrare l’entusiasmo che anche io ritrovo in giro per questa terra, di tanta gente contenta, di tanti giovani che si dicono entusiasti di poter tornare al voto». Più netto il giudizio di de Magistris: «Dovrò darvi una delusione ma sarò io a vincere e questo succede quando parti indietro ma con l’entusiasmo di essere l’unica alternativa. Ad ottobre sarà un vero referendum: o si rivota il vecchio sistema o un uomo e una squadra credibile che mischia capacità di governo e rottura di sistema».
Altro tema cruciale per il futuro della Calabria: quello dell’emergenza rifiuti. Per de Magistris «la situazione è drammatica come per esempio a Reggio con centinaia di metri di rifiuti per strada. Mi ricorda un po’ Napoli all’inizio del mio mandato ma lì l’emergenza l’abbiamo risolta e anzi, da Roma c’hanno chiesto anche consigli. In Calabria la risposta di Spirlì, invece, è stata agghiacciante: non ha sfruttato il Pnrr e ha risposto aprendo discariche a Crotone e Melicuccà. Bisogna togliere da terra i rifiuti altrimenti è inutile parlare di rilancio. E poi basta con l’illegalità, questa terra ha bisogno di un’altra politica che ridia dignità a questa terra». Alla prima bordata dell’ex pm risponde subito Occhiuto: «De Magistris ha un po’ una visione manichea della politica. Lui è buono e gli altri sono tutti cattivi. Anche io ho le mani pulite, semmai lui ha avuto avvisi di garanzia ed è stato condannato. Ricordo ad Amalia Bruni, invece, che partendo da zero e sono diventato deputato e ho dimostrato di potermi occupare dei problemi della Calabria» «Sui rifiuti il problema principale è stata la scarsa integrazione tra le varie fasi nonostante in Calabria si produca la quantità di rifiuti di una città di medie dimensioni. Va potenziato l’impianto di Gioia Tauro, deve crescere la raccolta differenziata perché tutto va in discarica e questi numeri non vanno bene». Un’altra bordata, poi, l’ha rifilata Amalia Bruni a de Magistris: «Napoli è distrutta economicamente, un aspetto importante rispetto alla sua credibilità. In Calabria invece manca la gestione e la programmazione sui rifiuti e molto spesso sono le filiere a non essere rispettate. Ma è necessario che si responsabilizzino anche i cittadini, perché il lancio del sacchetto non va bene, danneggia la Calabria e questa terra magnifica».
C’è poi la composizione delle liste a tenere banco nel dibattito politico in vista del voto del 3 e 4 ottobre. Ed è su questa tema che, in particolare Occhiuto e de Magistris, si sono scontrati con più vigore. «Il nostro approccio – ha spiegato Amalia Bruni – è quello dell’innovazione e del codice etico approvato da tutti come elemento fondante. Inseriremo professionisti, gente pronta a dare il sangue e ad impegnarsi perché questa terra ha bisogno di gente appassionata per riaccendere la fiamma di una popolazione spente, sconsolata, depressa e piegata su sé stessa dopo anni e anni di mal governo». Luigi de Magistris ha rimarcato, invece, una formazione di liste «basata su persone e storie credibili, rappresentanti di tutte le realtà territoriali della Calabria. Ancora non siamo riusciti a chiudere le liste tante sono le richieste di adesione». E non risparmia un colpo ad Occhiuto: «Noi, a differenza vostra, non abbiamo bisogno di prefiltraggi. Non farò mai questioni personali ma è chiaro a tutti a chi per anni si è impegnato contro un sistema. Io troverei imbarazzo al posto di Occhiuto a difendermi da compagni di viaggio che ricevono sempre attacchi come quelli nel processo Rinascita- Scott con il suo coordinatore regionale considerato un riferimento delle cosche dai collaboratori di giustizia». «Rispetto i miei avversari, toccherà poi a Mangialavori querelare de Magistris» risponde subito Occhiuto, che ha continuato rimarcando l’importanza di aver presentato i primi nomi in Commissione Antimafia: «l’ho fatto da garantista quale sono sempre stato, consapevole che anche una condanna in primo grado possa pesare. Ma bisogna tenere l’asta dell’attenzione altissima perché non voglio che la ‘ndrangheta possa sporcare la mia vittoria e il mio prossimo governo regionale».
Altro tema importante per il prossimo governo regionale è quello della gestione dell’acqua e delle risorse idriche. Secondo Roberto Occhiuto, infatti, «il più grande problema finora è stata la scarsissima integrazione tra la captazione delle risorse e la distribuzione, estremizzata dalle scarse risorse economiche dei Comuni che non hanno potuto fare manutenzione nel corso degli ultimi anni». «Una volta alla guida della Calabria – ha chiarito il candidato del centrodestra – chiederò di costituire subito una società unica gestita dalla Regione e che si occupi di tutto». Secondo Amalia Bruni, invece, «la situazione è drammatica perché la mancanza d’acqua colpisce le città, certo, ma anche tutta la parte del turismo che rischia di non arrivare più in questa terra. Manca essenzialmente la responsabilizzazione e il controllo e va dunque fatto un lavoro di prevenzione e programmazione, trovando soluzioni definitive». Più duro, infine, il giudizio di Luigi de Magistris: «È una vergogna che in Calabria ci siano Comuni completamente senz’acqua in piena estate. Dall’esperienza di Napoli, faremo della Calabria la prima regione a gestione pubblica delle risorse idriche. Per la Sorical è finita, vada a casa e basta con i carrozzoni politici: serve una gestione di filiera pubblica dell’acqua, dalle sorgenti alla distribuzione».
I tre candidati si sono poi scontrati su un altro tema davvero cruciale per la Calabria e i calabresi ovvero la sanità, partendo, inevitabilmente, dal commissariamento. «Va intanto risollevata – ha subito precisato Amalia Bruni – attraverso due elementi: la misurazione del debito fatto grazie al commissariamento che va ricontrattato con il Governo e poi la ripresa della programmazione e il termine del commissariamento che è importante perché abbiamo subìto solo tagli ma che non sono stati sostituiti da innovazione con 4mila operatori persi, territori vuoti e ospedali sguarniti e tutta la rete di emergenza-urgenza da riorganizzare». «Il debito – secondo de Magistris – non lo devono certo pagare i calabresi, quindi basta con questo commissariamento che c’era già quando facevo il magistrato a Catanzaro. Si faccia lo stralcio, certo, ma per fare il resto serve la credibilità che si conquista mettendo persone che nulla hanno a che fare con questo sfascio. Noi metteremo un assessore alla Sanità, credibile, e che funzioni perché non è possibile che la Regione regali ogni anno 320 milioni alle altre regioni». Sulla stessa linea anche Roberto Occhiuto: «11 anni di commissariamento non hanno portato a nulla, è ovvio, ma se non è possibile eliminarlo completamente, che si invii in Calabria una persona competente e non prefetti o generali. Ho fatto inserire nell’ultima legge di bilancio la possibilità che la Calabria possa ripianare il debito attraverso la CDP con una bassa percentuale di interessi mentre il governo dovrebbe occuparsi della quota debito causato dai commissari».
Depuratori non funzionanti, sotto sequestro, e un mare che mostra quotidianamente i segni di una fragilità che dura, in Calabria, da troppo tempo. Un tema che ha ulteriormente acceso il dibattito tra i tre candidati. Per Roberto Occhiuto «è un enorme peccato avere i mari inquianti a causa di un sistema che non funziona. Abbiamo scarichi a mare che si potrebbero individuare subito, come accade in Sicilia, con i droni termo scanner. Va quindi rivista la gestione, accentrandola. E poi gli autospurghi: nessuno ha pensato di realizzare una centrale operativa controllata, magari, con gps». Per Amalia Bruni, invece, «il mare non è solo balneazione, ma è energia è vita, è alimentazione. E sulla gestione dei depuratori servirà un piano di programmazione che noi abbiamo già pronto. Bisogna aiutare i Comuni». Ancora più critico Luigi de Magistris: «È una vergogna vedere ogni giorni quei liquami in mare. Devo però ricordare ad Occhiuto che lui sta in una coalizione che ha già governato questa terra e io fui cacciato all’epoca proprio quando stavo indagando sulla depurazione. Il mio obiettivo è mettere persone competenti, libere e oneste. Poi si lavorerà insieme ai Comuni, a chi gestisce il territorio per evitare allacci e scarichi abusivi. Occhiuto non è credibile come rappresentante di una coalizione di centrodestra, si parla di temi che risalgono già a vent’anni fa».
Secondo l’ex pm de Magistris, «si tratta di una campagna elettorale storica perché il fiume di denaro che arriverà in Calabria è una grande occasione per garantire i diritti e i servizi che mancano in questa terra. Ma, come in passato, la spesa pubblica può essere il cemento tra mafia, pezzi di politica, istituzioni, massonerie deviate». «È una partita storica perché la lotta alla mafia la facciamo tutti, non solo la magistratura». Netto su questo tema anche Roberto Occhiuto: «A me la ‘ndrangheta fa più schifo rispetto a de Magistris perché vivo qui da anni, è come un marchio portato fuori da questa terra. Per la prima volta il centrodestra, dopo anni di polemiche con l’Antimafia, ha fatto una cosa coraggiosa. Basta? No. Ai miei candidati ho chiesto di fare attenzione in campagna elettorale. Vogliamo governare serenamente perché anche tra di noi ci sono persone per bene, appassionate e che vogliono che la Calabria venga trattata come merita». Per Amalia Bruni, invece, il problema è la «pervasività della ‘ndrangheta». «È un problema di collettività, riguarda tutti ma bisogna aiutare le persone affinché non siano dipendenti dalla criminalità organizzata, che non siano costrette a pietire lavoro ma le cose possono cambiare: questa terra va rimessa a sistema».
Far ripartire la Calabria dopo la pandemia e attraverso le risorse che arriveranno dal Pnrr. Una delle sfide più importanti del prossimo presidente della Regione. Il punto da mettere a fuoco individuato dai tre candidati è, però, la macchina amministrativa. «L’incompentenza – ha detto Roberto Occhiuto – molto spesso è la prima alleata delle mafie. E nella burocrazia regionale ci sono risorse scarsamente utilizzate. Ho già detto a Brunetta che chiederò una delega per utilizzare in deroga più collaboratori esterni, ma il punto è che un dirigente calabrese che lavora ad esempio a Milano, qui non ci ritorna. Allora io vorrei puntare sui tanti giovani in giro per il Paese e farli diventare qui in Calabria dirigenti apicali». Per Amalia Bruni, invece, il vero problema è «una macchina regionale praticamente ferma nei controlli, nella sanità, nella programmazione. C’è un processo importante da fare e che prevede di mettere in primo piano a competenza dei tecnici. Ma bisognerà che queste capacità arrivino dalla dirigenza e da chi ha responsabilità». La gestione della pubblica amministrazione per Luigi de Magistris «è un tema fondamentale ma la mia esperienza mi dice di non fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono figure professionali lasciate all’angolo dalla politica, chi è pigro e va rimesso in linea, ma anche quelli che non meritano». E poi «servono concorsi per attirare i giovani che hanno merito, quelli andati via per necessità e quelli rimasti con coraggio. Basta sperperare denaro, ma valorizzare persone credibili e l’esperienza».
Al termine del confronto, spazio alla visione della Calabria e le prospettive future nei piani dei tre candidati presidente. Per Amalia Bruni «una terra che riparte, che riacquista dignità, la voglia di progettare, di mantenere i giovani preparati qui perché andare in giro per il mondo è una grande ricchezza quando acquisisci competenze ma è bellissimo se riuscissimo a trattenerli qui. Ci sono tantissime start up diventate aziende serie, realtà produttive nate in questo periodo del Covid. E questo è un elemento fondamentale su cui costruire, è una terra ancora desiderata da chi è andato via e trova qui la proprie radici. La Regione dovrà fare da regia prendendo in carico una seria di problematiche come un medico, in una cura di gestione seria e trasparente per poter regalare all’Italia una Calabria nuova». De Magistris: «Dal ricatto al riscatto. Io ho deciso per amore di questa terra di affrontare questa sfida ma bisogna liberarla dal rapporto tra ‘ndrangheta, politica, malaffare e corruttela. Ridare diritti, quelli primari. È una regione che può essere un gioiello europeo e del Mediterraneo perché in nessun’altra regione vai dalla montagna al mare in dieci minuti, hai tre parchi, riserve marine, comunità etniche, biodiversità, agricoltura biologica. Insomma, hai tutto, eppure diamo i talenti al nord, all’Europa o all’America. Qui si può costruire con le mani pulite una visione politica in un’epoca post pandemica che metta al centro il rapporto tra la persona e il territorio, il senso di comunità, stare vicino a chi investe. Essere meridionali ed essere calabresi è un grande vantaggio. Loro vogliono farci credere che siamo il problema, la zavorra e lo abbiamo visto con il Pnrr con la maggior parte delle risorse che va al Nord. Dobbiamo invece dare diritti a chi diritti non ne ha più ma la Calabria non è solo ‘ndrangheta e malaffare: dobbiamo ripulirne l’immagine e valorizzare ciò che è bello e raggiungere la piena occupazione». Infine, per Roberto Occhiuto «essere calabresi è più bello che essere napoletani perché è la terra dove sono nato, dove sono cresciuto da bambino. Non voglio fare annunci ma la mia ambizione è quella di essere il presidente di una regione che, attraverso il governo dei problemi della Regione e in maniera incisiva, dimostri al Paese che c’è una Calabria che nessuno si aspetta. Fatta di calabresi veri che hanno la voglia di dimostrare quello valgono e riescono a fare per la propria terra». (redazione@corrierecal.it)
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