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Il caso

Corigliano Rossano, Stasi contro gli organi di polizia: «Incapacità di gestione della sicurezza pubblica»

Il sindaco critica duramente la tutela dell’area dove si è tenuto il concerto dei Negrita durante i festeggiamenti per la Santissima Achiropita

Pubblicato il: 16/08/2021 – 19:16
di Luca Latella
Corigliano Rossano, Stasi contro gli organi di polizia: «Incapacità di gestione della sicurezza pubblica»

CORIGLIANO ROSSANO Che qualcosa – o più di qualcosa – non abbia funzionato nei festeggiamenti per la Madonna Achiropita, a Rossano Alta, è evidente. E lo si intuisce da una nota stampa al vetriolo a firma del sindaco di Corigliano Rossano nei confronti di chi gestisce la sicurezza pubblica, ovvero il Commissariato di Polizia.
Sarà perché non è stata la solita festa che attrae decine di migliaia di persone – quest’anno poco partecipata rispetto alla tradizione, ed alle folle oceaniche – per qualcosa andata storta al concerto dei Negrita, sta di fatto che Stasi non usa mezzi termini. Uno scontro istituzionale infelice e fuori luogo, alimentato da chi dovrebbe dare l’esempio come un primo cittadino, anche qualora avesse ragione.
Stasi scrive che nonostante gli sforzi per la «bella serata di ieri nella quale siamo riusciti con mille sforzi e fra mille difficoltà a celebrare nel centro storico di Rossano tanto il rito religioso in onore della SS. Achiropita seppur, purtroppo, senza processione, quanto il consueto concerto di Ferragosto, sebbene in un luogo inedito, non posso non sottolineare pubblicamente che si sono registrate ingiustificate anomalie nella gestione della cosiddetta sicurezza».

Il pubblico che ha assistito al concerto dei Negrita

«Organizzare un concerto gratuito in una piazza – scrive il primo cittadino di Corigliano Rossano – in un luogo pubblico all’aperto, quest’anno, quindi nel pieno rispetto delle normative in materia di contenimento dell’emergenza pandemica dettate dal governo nazionale e accettate da tutti gli enti locali sul territorio nazionale, è stato compito arduo ed improbo, al punto che molte amministrazioni hanno deciso di cancellare questi eventi e rimandarli alla prossima estate o si sono limitati all’organizzazione di manifestazioni di modeste dimensioni, in posti chiusi, ed a pagamento. Tali difficoltà organizzative, poi, diventano ancor più gravose all’interno di un centro storico con la sua architettura e toponomastica. Come Amministrazione Comunale ci siamo assunti la piena responsabilità, invece, di organizzare comunque il concerto in piazza, per tenere viva la tradizione anche in tempo di pandemia e per consentire a migliaia di persone di visitare e vivere uno dei nostri splendidi centri storici in occasione dei festeggiamenti. Una organizzazione ardua, che ci ha imposto molte scelte difficili, a partire proprio dal luogo del concerto che secondo gli organi di sicurezza avrebbe dovuto tenersi all’Anfiteatro De Rosis, ipotesi che abbiamo rigettato perché troppo distante dal cuore del centro storico e a nostro avviso dalla tradizione della nostra storia».

«Ingiustificate, arbitrarie e deleterie, alcune scelte da parte della gestione della Sicurezza pubblica»

Dopo il preambolo, Stasi assesta il primo colpo. «Proprio per questi sforzi fatti – sottolinea – sono state totalmente ingiustificate, arbitrarie e deleterie, oltre che scorrette dal punto di vista istituzionale, alcune scelte, operate evidentemente all’ultimo minuto, da parte della gestione della Sicurezza Pubblica. Per alcune ore tali scelte hanno causa una militarizzazione scenica della zona dell’evento, non consentendo a cittadini, visitatori, gente comune di transitare a piedi per le vie della città, creando assembramenti e legittime tensioni e, paradossalmente, violando le norme anti-contagio visto il rischio di creare assembramenti nelle vie di accesso. Di questa strampalata ipotesi non si era minimamente e assolutamente discusso nel corso degli incontri preparatori al concerto, durante i quali erano presenti tutti i soggetti istituzionali ed era stato ampiamente affrontato ed approntato il piano delle misure di sicurezza da intraprendere e che l’Amministrazione ha prontamente realizzato: basti pensare al corridoio libero e transennato intorno all’area dell’evento».

«Scelte autoreferenziali e completamente avulse dalla realtà, che denotano incapacità di gestione»

La seconda sottolineatura. «Probabilmente chi ha operato certe scelte è stato influenzato dalle brutte scene televisive di città sotto assedio – avanza Stasi – che nulla hanno a che vedere con la giornata gioiosa, ordinata e di festa che ha vissuto ieri la nostra città. Tali scelte autoreferenziali e completamente avulse dalla realtà, che denotano incapacità di gestione e di relazioni istituzionali, sulle quali sono dovuto personalmente intervenire duramente già ieri stesso e che intendo stigmatizzare pubblicamente, hanno impedito per più di un’ora a decine di famiglie di godersi una serena passeggiata in sicurezza nel centro storico».
In effetti – e lo conferma anche il sindaco quando evidenza di essere intervenuto «duramente» – non sono stati pochi i testimoni che hanno assistito a scene poco comprensibili dello stesso Stasi all’indirizzo di chi opera per la sicurezza pubblica, il vice questore Catando Pignataro. Addirittura con toni poco edificanti. Perché al di là di responsabilità, problemi, ipotetici errori di gestione, un’istituzione qual è un sindaco, non dovrebbe mai travalicare nel rispetto di altre istituzioni dello Stato.

«Più volte nel corso degli ultimi mesi – continua Flavio Stasi – è stata chiesta collaborazione e manifestazione della presenza degli organi dello stato per problemi seri ed importanti riguardanti la sicurezza e la legalità sul territorio cittadino, per i quali però l’Amministrazione comunale è stata e continua ad essere lasciata troppo spesso, deliberatamente, sola. Credo che la collaborazione istituzionale rappresenti un faro incrollabile della democrazia e della gestione della vita pubblica. Per questa ragione ho spesso assunto posizioni esclusivamente riservate di fronte alle numerose mancanze di altri organi dello Stato nei confronti del nostro territorio, consapevole che il mancato dialogo tra istituzioni generi confusione, ma ciò evidentemente non è stato compreso e non intendo consentire in silenzio nessuna ulteriore mancanza di rispetto verso la nostra comunità e le istituzioni che la rappresentano». (l.latella@corrierecal.it)

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