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il caso

Pensionato ucciso a Pizzo, la Procura generale ricorre in Cassazione

Chiesto l’annullamento della sentenza della Corte d’Appello che aveva inflitto 25 anni a Dorel Varga e assolto la sua connazionale

Pubblicato il: 16/08/2021 – 12:48
di Giorgio Curcio
Pensionato ucciso a Pizzo, la Procura generale ricorre in Cassazione

CATANZARO La Procura generale della Corte d’Appello di Catanzaro, rappresentata da Raffaela Sforza, ha presentato il ricorso per Cassazione, avverso alla sentenza emessa lo scorso marzo e che aveva confermato la pena di 25 anni di reclusione per Dorel Varga e assolto la connazionale Stela Rezmuves. I due, infatti, sono imputati per l’omicidio del pensionato 79enne di Pizzoni, Giglio Palmo Ciancio, avvenuto il 5 agosto del 2015 a Pizzo. L’inchiesta, condotta dal nucleo di polizia giudiziaria della Procura, è ruotata attorno ai dispositivi cellulari in uso a Varga: due erano le utenze in suo possesso, una delle quali concessa, unitamente all’apparecchio telefonico, a una donna, della quale non ha mai voluto svelare le generalità, che era in compagnia della vittima negli orari coincidenti con la sua morte. Il delitto di Ciancio, colpito alla nuca con un corpo contundente e rapinato di 800 euro, avvenne a Pizzo Calabro, in località “Stazione”, fra il 5 ed il 6 agosto 2015. Il corpo della vittima venne ritrovato sul fondo di una scogliera. 

Il ricorso

Il ricorso della Procura generale, in particolare, fa riferimento ad un’altra rapina avvenuta il 18 agosto 2015 a Vibo Marina. Secondo la ricostruzione, infatti, sul luogo della rapina sarebbe stata registrata la presenza dell’utenza telefonica del defunto Ciancio e delle due utenze intestate a Varga. Anche perché – sostiene l’accusa – il telefono della vittima sarebbe stato utilizzato da Varga proprio per ospitare una sua scheda sim, fino al 19 agosto 2015. Elementi che – secondo la Procura generale – proverebbero la partecipazione di Varga nella rapina subita da Vacatello, sebbene quest’ultimo abbia dichiarato di non ricordare con precisione se fosse stato proprio il cittadino romeno a colpirlo. La Procura generale, inoltre, ha chiesto alla Corte di Cassazione di annullare l’assoluzione di Stela Rezmuves e la parte della sentenza in cui è stata rigettata la richiesta del Pg di ammettere all’esame Melania Angelica Serban. Altro punto sul quale la Procura generale fa appello sono le dichiarazioni probatorie del maresciallo Varallo il quale aveva riconosciuto nelle immagini di videosorveglianza l’effige di Stela Rezmuves. Un riconoscimento giudicato nella sentenza come «non attendibile» perché «basato non su dati oggettivi ma su ricordi personali sfumati nel tempo». Varga è difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, la Rezmuves dall’avvocato Nino Catalano. (redazione@corrierecal.it)

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