Uno, nessuno, centomila Spirlì. Che sbotta contro «cafoni, volgari, violenti, offensivi» sul proprio profilo social (ricordiamo che il presidente facente funzioni è sempre quello che «dirò frocio e negro finché campo»). Poi si veste di istituzionalità ricordando le vittime sulla statale 106. E infine scende in spiaggia con tanto di spiritosa maglietta che gioca sull’omosessualità. “I think he’s gay” (non frocio, meno male), recita la t-shirt, con tanto di freccia che punta alla destra rispetto a chi la indossa.
Un tocco di leggerezza – un po’ perché ci sta, un po’ perché Salvini è arrivato in Calabria per le ferie e quindi lo si deve anche tenere allegro – mentre la regione vive una delle estati più difficile di sempre. Sul fronte della depurazione (mai come quest’anno il mare ha mostrato i segni delle cattive politiche in materia di impianti), per non parlare del dramma degli incendi. Che sono una tragedia nelle dichiarazioni ufficiali, salvo poi anticipare la stagione di caccia. È difficile barcamenarsi su tanti piani diversi. Ci sarebbe altro materiale per la maschera perfetta (e spassosa) di Maurizio Crozza. A Salvini vanno mostrate folle plaudenti a favore di telecamera (o di selfie). Ai calabresi bisogna mostrare empatia. Ai follower sui social spiegare come si cucinano “pipi e patati“. Ai bagnanti, magari, una maglietta spiritosa. Agli elettori, invece, non c’è nulla da mostrare: Spirlì non si sottoporrà al loro giudizio, non si confronterà con loro. Non ce n’è bisogno. Può concedersi un po’ di relax in spiaggia prima della prossima emergenza da trattare col tono grave dello statista, prima della prossima uscita social da buttare in caciara. Basta soltanto scegliere la maschera giusta.
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