«Ringrazio Festambiente per esserci e per le sollecitazioni fatte al governo. Il presidente Draghi ha messo al centro lo sviluppo sostenibile. Non solo Pnrr, non solo Europa ma una strategia condivisa con i territori. Questa Festa è un’occasione per fermarsi, riflettere e capire. Serve connettere il tema della#transizione al tema della conversione. Abbiamo bisogno di un cambiamento profondo. La grande difficoltà è non solo di fare #politiche che vanno in questa direzione ma aiutare tutte e tutti a convertirci e l’azione di Legambiente è un ottimo esempio per costruire una conversione». Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, lo sottolinea in post su Facebook in occasione di Festambiente, la manifestazione di Legambiente a Ripescia. Giovannini nel dibattito al festival di Legambiente spiega che nel Pnrr ci sono 62 miliardi destinati al suo ministero, dei quali 61 miliardi e 700 milioni di euro, sono per le ferrovie. Riguardano, spiega, «il rinnovo dei treni regionali, l’elettrificazione del sud, gli investimenti su ferrovie regionali. Poi c’è anche l’alta velocità, in particolare la Salerno-Reggio Calabria e la Napoli-Bari». «Tutto questo basta? No» aggiunge il ministro. «Ci sono anche 81 miliardi di fondi europei che spetterà alle regioni di usare. E alle Regioni abbiamo chiesto di usare gli stessi strumenti del Pnrr, come il principio, su cui Bruxelles ha insistito moltissimo, di non danneggiare l’ambiente».
«Abbiamo noi oggi un progetto per fare il Ponte di Messina? La risposta è no». Così il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini replica alle accuse secondo le quali il governo avrebbe aperto all’ipotesi di costruire il ponte. «L’ho detto chiaramente in una recente audizione: il progetto dell’epoca non è attuale, non è in linea con una serie di regole che sono nel frattempo cambiate – dice Giovannini – Quindi non c’è un progetto pronto, se si volesse andare avanti. Non essendoci un progetto non c’è neanche un costo per questo progetto. Senza parlare dell’impatto economico, sociale e ambientale di un progetto simile. Quel progetto, che per alcuni è immediatamente fattibile, non ho risposto alle prescrizioni della valutazione di impatto ambientale. E dunque non è operativo. A questo punto il governo, in risposta al Parlamento, è pronto a procedere con uno studio di fattibilità tecnica per valutare la fattibilità di alcune alternative. Questo è lo stato dell’arte».
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