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Cosenza, pazienti oncologici «costretti a pagare il tampone per sottoporsi alle cure»

A denunciare il disagio è l’avvocato Ennio Abonante che ha inviato un esposto all’Asp. «Sarebbe opportuno garantire test gratuiti»

Pubblicato il: 18/08/2021 – 11:17
Cosenza, pazienti oncologici «costretti a pagare il tampone per sottoporsi alle cure»

COSENZA I pazienti in cura all’ospedale di Cosenza, prima di effettuare la terapia oncologica (ogni 21 giorni), devono esibire l’esito di un tampone negativo da eseguire necessariamente, a loro cura e spese, presso laboratori privati e che ha validità di 14 giorni. A denunciare il disagio è l’avvocato Ennio Abonante. Quanto disposto dal commissario dell’Asp di Cosenza «aggrava le condizioni fisiche ma anche psicologiche ed economiche di queste persone, che nella maggior parte dei casi, vivono con una pensione minima di invalidità».

L’esposto all’Asp di Cosenza

Il legale ha così deciso di inviare un esposto all’ASP di Cosenza, con il quale oltre a denunciare i fatti, ha suggerito una soluzione e cioè «che i tamponi vengano eseguiti, gratuitamente, dagli stessi reparti che offrono la prestazione oncologica». «Finora, però – aggiunge Abonante – il mio appello non ha sortito alcun effetto, né tra i vertici dell’Azienda Sanitaria, né tra i politici regionali, che pure sono già molto attivi per via della imminente campagna elettorale, in cui, però, non ha trovato spazio questo tema».

Il caso

L’avvocato Abonante, cita il caso di una sua assistita, Giulia Molinaro, che «nonostante sia già in trattamento oncologico da alcuni mesi, a causa della pachidermica organizzazione dell’INPS, non solo non può ancora contare sull’indennità spettante alle persone in cura oncologica, ma, al tempo stesso, ogni 14 giorni, per effettuare la terapia deve sostenere l’esborso per il tampone». «Questo esempio – aggiunge – dimostra la distanza siderale che esiste tra i cittadini e le istituzioni». «Per quanto riguarda la mia assistita – chiosa il legale – se non dovesse ricevere i tamponi gratuiti non potrò non interessare la competente autorità giudiziaria per ottenere sia la ripetizione delle somme indebitamente pagate che il ristoro dei danni, convinto come sono che si sta perpetrando un palese abuso». (f.b.)

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