VIBO VALENTIA Potrebbero aprirsi nuovi scenari sull’omicidio di Bruno Lazzaro, il 27enne ucciso la sera del 4 marzo del 2018 a Sorianello, nel Vibonese. Ipotesi che potrebbero ricondurre e circoscrivere il caso in uno scenario riconducibile alla ‘ndrangheta.
Questa mattina, infatti, su delega della Dda di Catanzaro che sta svolgendo ulteriori indagini, sono stati effettuati alcuni sopralluoghi dalla squadra rilievi del Ris di Messina, insieme ai Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo e i colleghi della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal tenente Giuseppe Murè. Diversi i nominativi al vaglio dei militari, ma i rilievi in particolare sono stati effettuati nelle abitazioni di due persone indagate.
Intanto per l’omicidio di Lazzaro è già stato condannato il cugino, Gaetano Muller, che avrebbe ucciso Lazzaro dopo un diverbio scoppiato tra i due per motivi legati alla gelosia. La vittima, infatti, aveva iniziato una relazione sentimentale con la ex fidanzata del cugino. Proprio l’anno scorso la Corte d’Appello di Catanzaro ha ridotto la sua condanna a 16 anni mentre il pm aveva chiesto la conferma della condanna a 30 anni inflitta in primo grado. In udienza, infatti, l’avvocato Giuseppe Di Renzo, aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche sulle contestate aggravanti facendo leva sulla confessione del proprio cliente e sul fatto che questi sia stato aggredito dal congiunto dal quale ha dovuto difendersi. In più ha insistito sull’esigenza di una derubricazione del reato, da omicidio volontario a preterintenzionale. (redazione@corrierecal.it)
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