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«Ricostruire un’area di centro perché c’è bisogno di democrazia e libertà»

A Catanzaro Mario Tassone con il Cdu e la Federazione popolare celebra anche quest’anno l’anniversario della scomparsa di De Gasperi

Pubblicato il: 19/08/2021 – 18:36
«Ricostruire un’area di centro perché c’è bisogno di democrazia e libertà»

CATANZARO La necessità di un’area di centro come ritorno a una politica fatta di passione e servizio e come argine agli estremismi. Irriducibili e testardi, orgogliosi nel rivendicare una storia comunque gloriosa e fiduciosi nella speranza di rilanciarla anche al prezzo di sembrare solo dei nostalgici, Mario Tassone, oggi leader del Nuovo Cdu entrato nella Federazione popolare, e il gruppo di dirigenti politici come Nino Gemelli e Vincenzo Speziali e amici che da tempo lo seguono anche quest’anno celebrano l’anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi. Una messa in onore dello statista della Dc nella Basilicata dell’Immacolata a Catanzaro per veicolare un messaggio e un insegnamento ancora attuale. «Siamo costanti – ricorda Tassone – nel manifestare un progetto politico che è anche un progetto di vita. In questo orizzonte ideale che non si smorza ma va oltre, cerchiamo di ovviare alla stanchezza e al dissolvimento della politica intesa come servizio, superare anche gli individualismi e gli egoismi e interrompere la spirale di una intelaiatura di capi e sotto capi, di signori di consenti muti, con la gente che non è chiamata a partecipare. Non c’è in Italia una classe dirigente consapevole, ma c’è solo un tentativo di occupare posizioni di gestione: è legittimo, ma si può fare questo s neon c’è una fede, non c’è un progetto, non ci sono idee forti? Se questo è il dato noi siamo in campo. Ogni volta c’è una corsa al centro, ma la vedo più come un fatto tecnico. Noi diciamo – rileva il segretario del Nuovo Cdu – che tutti quelli che sono nell’area di centro dovrebbero ritrovarsi e che ci dev’essere un coinvolgimento del popolarismo cattolico, dei cristiano democratici, dei laici riformisti. Qui c’è bisogno di rifondare la democrazia e la libertà, e per fare questo c’è bisogno ovviamente di tutti coloro che credono nella libertà e nella democrazia, che oggi non ci sono. Se oggi siamo affidati a un noto protettore che sta governando, significa che c’è un’assenza totale delle formazioni politiche, e l’abbiamo visto anche in passato: il protettore può essere bravo ma non può sostituirsi in eterno al confronto, e il centro significa proprio assicurare un’area di dialettica, confronto, dialogo». Perché – aggiunge Tassone – «questo è il senso della nostra battaglia politica. Molti mi dicono che non vale la pena ma noi andiamo avanti. Leggevo una recente intervista di Berlusconi, che nell’ambito del centrodestra aveva un’importante area di centro e oggi dice no al proporzionale: ma se non c’è il proporzionale non ci sono i partiti, che sono l’architrave della Costituzione. Berlusconi poi vuole fare il partito unico, ma questo significa annullare le dialettiche, i confronti e consegnare il Paese agli estremismi, al populismo e al sovranismo. Ma anche a sinistra c’è l’incultura della politica. Non sappiamo quando la nostra battaglia finirà, ma la vinceremo, magari quando non ci saremo più ma la vinceremo perché è la battaglia per la centralità dell’uomo».
C’è ovviamente spazio per l’attualità, che vede la Federazione popolare alleata alle prossime Regionali con “Noi con l’Italia” a sostegno del candidato presidente del centrodestra Roberto Occhiuto: «Noi – conferma Tassone – stiamo cercando di fare una lista, come Federazione popolare nella quale c’è il Nuovo Cdu che ne è stato uno dei fondatori, una lista di area di centro con Noi con l’Italia che fa capo all’ex ministro Lupi. È una proposta politica, di un’area che ha una sua valenza soprattutto per quello che stiamo vedendo: il frastagliamento a sinistra, l’involuzione del centrodestra. C’è una conflittualità che preoccupa, anche la prossima legislatura rischia di dissolversi appena nata. Noi chiediamo solo che ci sia un Consiglio regionale che viva: finora c’è stato un Consiglio regionale completamente fermo, questo significa il dissolvimento della democrazia».

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