Ultimo aggiornamento alle 12:55
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

il testimone

“Sistema Rende”, attese le dichiarazioni del pentito Zaffonte

Il procedimento in corso al Tribunale di Cosenza. Il collegio giudicante ha dato l’assenso all’escussione del collaboratore di giustizia

Pubblicato il: 19/08/2021 – 6:40
di Fabio Benincasa
“Sistema Rende”, attese le dichiarazioni del pentito Zaffonte

COSENZA Si avvia a conclusione il processo scaturito dall’inchiesta “Sistema Rende”, che mira a far luce su presunti intrecci tra alcuni politici ed esponenti del clan Lanzino-Ruà. Imputati l’ex sindaco rendese Sandro Principe (difeso dai legali Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), Umberto Bernaudo (difeso dall’avvocato Francesco Calabrò) e ancora Pietro Paolo Ruffolo (difeso dagli avvocati Franz Caruso e Francesco Tenuta) e Giuseppe Gagliardi (difeso dall’avvocato Marco Amantea).

Le intercettazioni (smarrite) e inutilizzabili

L’accusa sostenuta in aula dal pm Pierpaolo Bruni, oggi procuratore capo a Paola ma all’epoca pubblico ministero della Dda di Catanzaro che firmò l’inchiesta, non potrà contare su alcune importanti intercettazioni contenute in un supporto informatico andato perso e dunque non utilizzabile nel procedimento. Il pm aveva tentato di arginare l’ostacolo proponendo l’utilizzo – nella prossima udienza – della trascrizione della polizia giudiziaria su supporto cartaceo. Bruni aveva anche prodotto a supporto della sua tesi due sentenze della Corte di Cassazione, ma il collegio giudicante (giudice Stefania Antico, Urania Granata e Iole Vignaa latere) ha rigettato la richiesta. I giudici, invece, hanno concesso il consenso all’escussione del collaboratore di giustizia Giuseppe Zaffonte, che sarà sentito nella prossima udienza prevista il 29 settembre 2021. Il pentito, ex rapinatore di Rende, già coinvolto nell’operazione “Factotum” è ritenuto vicino al clan Lanzino-Ruà.

Il “Sistema Rende” e Sandro Principe

Presente ad ogni udienza, Sandro Principe chiamato a rispondere alle domande del pm ha puntualmente respinto ogni accusa: «Ingerenza è un termine inappropriato» per l’ex primo cittadino, secondo il quale «la città di Rende ha sviluppato gli anticorpi necessari a combattere il malaffare» pur sottolineando come il suo ufficio fosse «meta costante di pellegrinaggio da parte delle forze dell’ordine con cui dialogavo senza alcun problema».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x