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«Contabilità politica» e «legge morale cosmica». Come scegliere il prossimo governatore

Ad ogni appuntamento elettorale nasce il problema – prescindendo da quel consenso organizzato non affatto soggetto ad essere attratto dalla comune ragione – di individuare i candidati più meritevo…

Pubblicato il: 20/08/2021 – 7:09
di Ettore Jorio*
«Contabilità politica» e «legge morale cosmica». Come scegliere il prossimo governatore

Ad ogni appuntamento elettorale nasce il problema – prescindendo da quel consenso organizzato non affatto soggetto ad essere attratto dalla comune ragione – di individuare i candidati più meritevoli del voto. Quelli, cui attribuire il benestare nell’urna sulla base (si spera) delle garanzie obiettive offerte dai candidati alle rispettive cariche nel realizzare quanto esposto nei loro programmi e nel loro progetto di funzionalità burocratica. Quest’ultimo, relativamente alle prossime elezioni regionali calabresi, dovrà riguardare la trasformazione della Regione (ente, che è da «bonificare») ove il rispetto delle leggi e della tutela dei diritti della collettività dovranno tracciare il suo futuro più prossimo, nel senso che la stessa diventi pubblica amministrazione normale e non più discriminante, all’insegna di quella efficienza mai posseduta.  
Tuttavia, un siffatto metodo da difficile diventa impossibile ad essere applicato allorquando, così come sta accadendo oggi, di programmi politici e di progetti riformatori, da attuare nei prossimi cinque anni, neanche l’ombra. 
In buona sostanza, così facendo è improbabile ogni elaborazione di corretto giudizio sociale, tale da rendere il voto collettivo consapevole e veramente interessato a vedere superati i gravi limiti che impediscono alla Calabria di competere ovunque per l’eguaglianza sostanziale nella esigibilità dei diritti di cittadinanza e nella formazione del benessere imprenditoriale. 

Oramai ci siamo!

 Eppure, il 3 e 4 ottobre ci saranno le urne aperte, pronte ad offrire ai calabresi l’occasione di scegliere la soluzione dalla quale dipenderà o meno il giovamento desiderato da mezzo secolo. L’occasione di assicurare le chance necessarie a figli e nipoti, ovunque godibili, per divenire favorevolmente adulti e finalmente titolari di quella autonomia economica sino ad oggi negata ai più.

Proviamo a pensarla diversamente dal solito

 In assenza di chiari strumenti politico-programmatici e di progetti riorganizzativi dell’ente interessato, a fronte dei quali le comunità hanno l’opportunità di esprimersi consciamente, vi è la necessità di individuare una sorta di metodologia, in parte surrogatoria, che consenta di arrivare più coscientemente alla scelta del soggetto cui consegnare le chiavi della Cittadella.

Due i reagenti per una buona analisi

 Essa potrebbe fondarsi su due elementi: la «contabilità politica»; il rispetto, da parte di ogni candidato, della «legge morale cosmica» e i requisiti umani posseduti. 

… nello specifico

 Per «contabilità politica» è da ritersi lo strumento rappresentativo dei risultati perseguiti, di quelli conseguiti, scanditi per obiettivi raggiunti, e di quelli falliti. Una specie di libro di storia che dovrebbe significare il livello di capacità dei candidati a risolvere (finalmente) gli annosi problemi della Regione, ricorrendo ad ogni attitudine e competenza in loro possesso. Per «legge morale cosmica» è, invece, da considerare quella regola che va ben oltre quella naturale che offrirebbe, se ben approfondita, l’occasione di pronosticare la inclinazione degli esaminati a seminare ciò che è necessario raccogliere e, dunque, a raccogliere ciò che si è promesso agli elettori. 
Con la «contabilità politica» si ricavano i valori dei raccolti stivati e di quelli perduti per incapacità, per incuria, per irragionevolezza ovvero imbastarditi dalla gramigna cui in tanti hanno fatto ricorso nelle diverse legislature, intendendo per tale, tra l’altro, le collaborazioni inadatte, le amicizie protette, i favori dispensati indebitamente, i bilanci trascurati e utilizzati impropriamente, le spesso irragionevoli liti istituzionali, impeditivi della irrinunciabile leale collaborazione, e così via. 
Con il ricorso alla «legge morale cosmica», da leggersi un po’ oltre di come la definì Omraam Mikhaël Aïvanhov, è da intendersi la somma dei saldi di quanto realizzato nelle vite comuni dei candidati. Il modo per tradurla in realtà, tanto da determinare una ragionevole sintesi, è di ricorrervi attraverso la costante applicazione delle «regole non regole» che costituiscono il prolungamento di quelle naturali, tali da favorire la più utile creatività, accentuare la propensione ad una visione illuminata e prospettica dell’ente regionale, favorire la convivenza e i rapporti diretti con le istituzioni internazionali, circondarsi infine delle persone giuste, soprattutto donne.

*Unical

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