COSENZA «Ho già avuto modo di ribadire il significato che vogliamo dare all’espressione Cosenza 2050: essa vuole essere un’esortazione a tutte le forze presenti nella nostra città che condividono l’urgenza di vivere in un contesto in cui trovino spazio le tre P: popolazione, pianeta, profitto. Tre parole che, in sintesi, significano futuro, futuro e futuro». Così il candidato a Palazzo dei Bruzi, Franz Caruso, in una nota attraverso cui si rivolge anzitutto «a quanti in questi giorni hanno parlato di divisioni presenti nel centrosinistra nel tentativo di contrapporci ad un centrodestra che si vuol far intendere unito».
Secondo Caruso, questi «perdono di vista la realtà e la sua complessa condizione; sottovalutano le povertà vecchie e nuove e le risposte che esse reclamano; tralasciano di considerare la disgregazione sociale di cui soffre la nostra popolazione, frutto degli anni in cui si è pensato che una nuova piazza o un nuova pavimentazione potessero restituire ai nostri concittadini ciò che a loro è mancato di più: la speranza in un futuro più equo e solidale, attento alle nuove generazioni e aperto alla comprensione dei bisogni più pressanti che attanagliano tanti e tanti cosentini».
«La mia idea di Città – continua – e l’urgenza che avverto nel darle corpo, ha bisogno del concorso di tutti: di coloro che sono consapevoli che certi asfittici proclami porterebbero solamente ad un surrogato dell’attuale amministrazione; di quanti sono stanchi degli steccati in cui si vorrebbero restringere le loro istanze; degli individualismi il cui limite peggiore consiste nell’obiettivo egoistico di conservazione del proprio potere; dei familismi vecchi e nuovi e dell’arrivismo che li accomuna. Chiamo quindi a raccolta innanzitutto i socialisti ovunque essi abbiano trovato rifugio negli anni della diaspora: essi hanno continuato ad esistere conservando nel proprio animo le idee più innovatrici del nostro glorioso partito. Di loro abbiamo bisogno quali portatori di quella cultura di governo la cui mancanza ha lasciato ferite profonde nel corpo del Paese. Faccio appello anche alle forze cattoliche più progressiste presenti nei partiti e nelle associazioni capaci di dare ascolto alla Città perché di questa conoscono le pieghe più recondite dove spesso risiedono gli strati più sofferenti della città. Di loro abbiamo bisogno per costruire i luoghi in cui la parola futuro esca dalle vaghezze dei proclami senza anima. Mi rivolgo al mondo della scuola e dell’università che costituiscono la vera forza propulsiva della società e il luogo in cui dare valore e spazio alle nuove generazioni: ai talenti, alle intelligenze, alle propensioni dei nostri giovani che troppo spesso vengono trascurati se non dimenticati. Di loro abbiamo bisogno per dare linfa alla Città. Ma mi rivolgo anche alle energie che tradizionalmente fanno capo al centro-destra la cui intelligenza è rimasta offesa dal tentativo neanche tanto dissimulato di utilizzare replicanti ossequianti e parenti prestanome. Di loro abbiamo bisogno perché il confronto è anima della democrazia. È infine mia intenzione costituire un gruppo formato dai precedenti amministratori affinché mettano a disposizione le loro esperienze e la memoria dei loro successi. Di loro abbiamo bisogno anche per evitare gli errori del passato e fare tesoro delle nostre risorse culturali, storiche ed ambientali. La mia candidatura è nata da una proposta spontanea proveniente dai più gruppi civici, ma non posso e non voglio nascondere la mia natura di uomo di sinistra. Ho perciò accolto con soddisfazione l’adesione al mio progetto del PD e delle tante formazioni che fanno capo al centro-sinistra in Città e in Calabria. Non per questo rimango sordo alla richieste di adesione che mi giungono da tante e tante persone: uomini politici tradizionalmente vicini al centro-destra o che negli ultimi anni sono rimasti in silenzio, traditi nelle loro aspirazioni più sincere; rappresentanti del clero e delle associazioni del volontariato che reclamano spazio per i sofferenti ed i dimenticati; giovani che vogliono avvicinarsi alla politica, stanchi di essere comparse e non attori del loro futuro; madri e padri che non vogliono vedere partire i propri figli alla ricerca di occasioni che alle nostre latitudini vengono loro negate; operatori della sanità costretti, e solo per fare un esempio, a scioperare perché un servizio come l’elisoccorso non sparisca nel nulla senza un perché».
E conclude: «Vorrò, insomma, essere il Sindaco di tutti e non per utilizzare una frase fatta, ma per la matura consapevolezza di quanto anche il nostro territorio abbia bisogno del concorso dei migliori: le divisioni vere e le finte unità sono solo il frutto di un inganno. Quello, come ho detto prima, di coloro che hanno convenienza a banalizzare la realtà sfuggendo alla sua complessità. Complessità che reclama sforzi, dedizione, progettualità».
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