REGGIO CALABRIA «Perfezionare la conoscenza, comprendere gli Atti ufficiali ed evitare la diffusione di informazioni imprecise e superficiali, che generano confusione in una situazione particolarmente drammatica». Così in una nota dell’Ente Parco dell’Aspromonte che mira a far chiarezza su alcuni interventi discussi. «Al cospetto di giudizi sommari e accuse scagliate senza una corretta conoscenza delle norme e delle competenze – prosegue la nota – è doveroso effettuare alcune precisazioni suffragate da documenti pubblici, visibili e rintracciabili sull’Albo pretorio dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, in ottemperanza agli obblighi di trasparenza stabiliti dalla Legge. Da parte nostra nessuna interpretazione ma solo ed esclusivamente la trascrizione, asettica, di documenti e atti amministrativi, di Leggi dello Stato e di regolamenti che guidano il contrasto agli incendi boschivi».
«In premessa è opportuno e necessario specificare che il piano Antincendi boschivi del Parco Nazionale dell’Aspromonte, è un’appendice del più ampio e completo piano AIB della Regione Calabria il cui soggetto attuatore è l’Azienda Calabria Verde. La Legge 353 del 21 novembre 2000, infatti, chiarisce le competenze in materia di incendi boschivi, stabilendo che le Regioni adottano un “piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”. “Ogni Regione istituisce una Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) alla presenza dei rappresentanti degli organi attivi in materia, mentre presso il Dipartimento della Protezione Civile di Roma è istituito il Coau (Centro Operativo Aereo Unificato) che in base alla richiesta delle Regioni, invia mezzi aeri per lo spegnimento di incendi”».
Pertanto, continua: «Le attività di Aib del Parco, nel particolare, si integrano con le altre attività previste dal Piano Aib regionale in base alle quali i nostri volontari delle associazioni effettuano attività di prevenzione, ma anche di spegnimento sotto la direzione dei Dos che coordinano le attività di tutti i soggetti impegnati sul fronte del fuoco».
«L’applicazione di quanto contenuto nel piano Aib del Parco, ha preso il via con la pubblicazione dell’avviso del 13 maggio 2021 finalizzato all’individuazione delle Associazioni cui affidare le 15 zone in cui è stato ripartito l’intero territorio del parco.
L’Ente ha assegnato le aree di intervento nell’Area protetta alle 12 Associazioni che hanno presentato domanda in risposta all’avviso pubblico, in data 22 giugno 2021 contestualmente all’avvio del piano Aib regionale. Le zone 7, 12 e 16, non richieste da nessuna associazione, sono state recuperate ed assegnate alle associazioni che gestiscono zone contigue, previa verifica della disponibilità di uomini e mezzi adeguati a gestire un’area più vasta. Ciò ha portato ad un’assegnazione differita in ordine di tempo rispetto alle altre zone del Parco come dimostrato dalla chiusura del procedimento di cui alla determina del 06 agosto 2021. Al fine di evitare che alcune aree restassero sguarnite sotto il profilo dell’intervento, l’Ente ha provveduto a riattivare le procedure per giungere all’assegnazione delle tre zone ad associazioni già impegnate nell’AIB del Parco, limitrofe alle zone scoperte e con capacità di uomini e mezzi adeguati».
Inoltre «si precisa che, dal 2000 ad oggi e senza soluzione di continuità, si è sempre svolta attività di Aib da parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte mediante i contratti di responsabilità sottoscritti con le Associazioni di volontariato».
«Alle donne e agli uomini delle associazioni AIB del Parco non possiamo che rivolgere il nostro ringraziamento per la passione, l’impegno e il travolgente amore con cui hanno operato in difesa dell’Aspromonte, mettendo anche a rischio la propria vita. Così come non possiamo tacere l’ottusità di quanti incapaci d leggere gli atti continuano ad insistere speculando su situazioni drammatiche che hanno registrato una vera e propria strage di essere viventi, quale è il mondo animale e vegetale oltre alla gravissima perdita di vite umane. In base alle norme di Legge, lo ribadiamo, le Associazioni coinvolte nel piano AIB del Parco hanno esclusivamente compiti di avvistamento, segnalazione, primo intervento ed anche spegnimento, con l’obbligo di coordinarsi con gli organi competenti per legge in materia di incendi boschivi. Le attività di avvistamento sono organizzate con personale a terra, munito delle attrezzature necessarie allo scopo di comunicare con la COP di Reggio Calabria e/o la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP). Sono stati i nostri volontari, grazie alla loro presenza ed efficienza sul territorio a segnalare tempestivamente alla COP l’arrivo delle fiamme, in prossimità di Bagaladi, provenienti dall’area fuori Parco e che stavano per invadere il territorio dell’area protetta invocando l’aiuto dell’autorità di spegnimento».
«In ultimo, precisiamo che al momento, secondo i dati a nostra disposizione, dei tanti incendi che hanno devastato l’Aspromonte in queste settimane, uno solo ha avuto origine all’interno del Parco, in zona Polsi, mentre tutti gli altri hanno avuto origine in località esterne e sono entrati dentro la zona protetta. Le fiamme non sono domate, nessuna area di pregio del Parco dell’Aspromonte può ritenersi ancora del tutto salva, i nostri sforzi sono concentrati alla difesa del patrimonio del Parco. Rinviamo ulteriori approfondimenti su quanto accaduto alle prossime settimane, nella speranza che questo dramma umano, naturalistico, ambientale, sociale ed economico, possa almeno attenuarsi. Lo faremo per il dovere di chiarezza e trasparenza verso i cittadini a cui ogni Istituzione deve ispirarsi ed anche per ristabilire verità e giustizia».
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