COSENZA «Il Pd deve fare chiarezza e superare ambiguità e contraddizioni che minano la credibilità della coalizione elettorale. In particolare oltre che impedire coalizioni a geometria variabile, il Pd non può tollerare l’imperversare di Tansi con il suo piglio di megalomania e farisaico. A tutto c’è un limite ma il presidente del movimento Tesoro Calabria, Carlo Tansi, sembra non avere chiaro questo concetto basilare. L’ex capo della ProCiv regionale pensa di potere dettare legge nel Pd senza avere titoli per farlo e senza che nessuno gli abbia attribuito un qualsivoglia ruolo all’interno del nostro partito». Giuseppe Mazzuca, ex consigliere comunale di Cosenza, non nasconde il fastidio per le uscite del geologo che partecipa alla coalizione del centrosinistra.
«Il Pd – continua Mazzuca – ha un unico padrone ed è il popolo sovrano che si esprime attraverso le urne. A nessuno è consentito fare la morale e affibbiare patenti di legittimità, soprattutto a un personaggio come Carlo Tansi che si è distinto negli anni per incoerenza e fame di potere e di incarichi. Ci vuole una discreta faccia di bronzo a pensare di potere imporre direttive e principi proprio mentre si sta cercando una collocazione politica in posizione utile per potere essere eletto e mantenere qualche briciola di potere. Del resto le sue continue giravolte sono prova evidente di incoerenza e sfrenata ambizione».
«È ora di dire basta – si legge ancora – a questo vergognoso balletto e affermare con chiarezza che i calabresi devono sapere la verità su quello che sta succedendo: Tansi per anni ha lucrato su importanti incarichi pubblici. Lo stesso Mario Oliverio ha foraggiato costantemente prima alla Provincia e poi alla Regione. Incarichi, peraltro lautamente retribuiti; basti ricordare la nomina fiduciaria di responsabile della protezione civile regionale, di cui Tansi ne ha fatto un vero e proprio centro di potere. Incarichi conferiti dalla giunta Oliverio nello stesso momento in cui altri – tra cui il sottoscritto – rinunciavano autonomamente a prebende e ruoli di responsabilità più che dignitosamente pagati per affermare un principio di coerenza difronte al cambio di rotta di quella esperienza regionale».
Mazzuca si dice «disponibile a pubblicare i contributi a cui ho rinunciato ma chiedo che nello stesso momento “Tansi il moralista” renda pubblici i rendiconti dei compensi che si è intascato grazie agli incarichi conferiti da Oliverio. E c’è di più. Perché il nostro dopo avere lucrato quanto poteva da quella giunta regionale non si è fatto scrupolo di passare con gli avversari di quella coalizione dando inizio ad una girandola di adesioni e apparentamenti che lo hanno portato a schierarsi praticamente con tutto l’arco delle forze in campo. Davvero un bell’esempio di coerenza e moralità. Atteggiamenti di questo tipo mettono a rischio la convivenza anche per le prossime regionali dal momento che infrangono tutte le regole dello stare insieme. Il Partito democratico non accetterà diktat da nessuno, tantomeno da chi ha zero titoli per ergersi a paladino della buona politica e dell’integrità. Tansi ha un passato di compromissioni con il potere politico, un presente fatto da incoerenza e tentativi puerili di assicurarsi un ruolo che non gli compete e per cui non ha i requisiti. Se la sua idea era quella di lanciare una Opa sul Pd, probabilmente ha fatto male i suoi conti: il risultato delle urne metterà le cose in chiaro e dimostrerà in modo inconfutabile quanto valgono le forze in campo».
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