ROMA Almeno 20 persone sono morte negli ultimi sette giorni all’interno e nei dintorni dell’aeroporto di Kabul durante le evacuazioni dopo che i talebani hanno preso il controllo della capitale afgana il 15 agosto. Lo ha dichiarato un funzionario della Nato, citato dalla Reuters sul suo sito web. «La crisi fuori dall’aeroporto di Kabul è una disgrazia. Il nostro obiettivo è evacuare tutti gli stranieri il prima possibile», ha detto il funzionario. «Le nostre forze stanno mantenendo una distanza dalle aree esterne dell’aeroporto di Kabul per prevenire eventuali scontri con i talebani», ha aggiunto.
In mattinata Sky News, citando un comunicato del ministero della Difesa britannico, aveva parlato di sette persone morte tra la folla vicino all’aeroporto di Kabul a causa della calca mentre cercavano di avvicinarsi allo scalo per lasciare il Paese.
Un portavoce del ministero ha precisato che le vittime sono civili afgani. Le «condizioni sul terreno rimangono estremamente impegnative, ma stiamo facendo tutto il possibile per gestire la situazione nel modo più sicuro possibile», recita il comunicato del ministero. Ieri, secondo i media, quattro persone sono morte nella calca fuori dall’aeroporto della capitale afgana.
Il caos di questi giorni all’aeroporto di Kabul è colpa degli Stati Uniti, ha detto oggi un funzionario talebano. «L’America, con tutta la sua potenza e le sue strutture non è riuscita a portare l’ordine all’aeroporto. C’è pace e calma in tutto il Paese, ma c’è caos solo all’aeroporto di Kabul», ha affermato.
L’Afghanistan affronterà una “catastrofe assoluta” con fame diffusa, persone senza casa e collasso economico a meno che non venga concordato un urgente sforzo umanitario sulla scia del ritiro dal Paese degli Stati Uniti. A lanciare l’allarme ai leader mondiali è Mary-Ellen McGroarty, direttrice nazionale per l’Afghanistan del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, dichiarando al britannico Observer che un’azione rapida e coordinata è fondamentale. “Altrimenti, una situazione già orrenda diventerà solo una catastrofe assoluta, un completo disastro umanitario”, ha detto.
Altri 211 afghani tra ex collaboratori e loro familiari, evacuati da Kabul via Kuwait City nell’ambito del ponte aereo organizzato dalla Difesa, sono giunti stamattina poco dopo le 7 all’aeroporto di Fiumicino a bordo di un Boeing KC767 dell’Aeronautica militare. Ultimata la profilassi sanitaria anti Covid, i rifugiati verranno successivamente trasferiti con pullman dell’Esercito presso strutture a loro dedicate. Per l’operazione “Aquila Omnia”, pianificata e diretta dal Comando operativo di vertice interforze (Covi) comandato dal generale Luciano Portolano, la Difesa ha messo in campo otto aerei: quattro KC767 che si alternano tra l’area di operazione e l’Italia e altrettanti C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait da dove parte il ponte aereo per Kabul.
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