CATANZARO A dispetto delle apparenze e dei luoghi comuni c’è qualcuno in Italia che ama la Calabria. Non sempre e non ovunque. Ma ci sono esempi contemporanei di segno positivo. Esempi clamorosi che provengono da siti importanti come Napoli e Venezia. I sindaci in carica delle rispettive città metropolitane mostrano di avere un particolare interesse per la nostra terra. Il sindaco partenopeo, Luigi de Magistris, concorre addirittura per il governatorato. Ma quello lagunare, Luigi Brugnaro, non è da meno. Quest’ultimo, che ha fatto una capatina a Soverato ospite di Gaetano Quagliariello, ha già speso tanti soldi inondando la regione di suoi manifestati 6 x 3 (costosissimi) con uno slogan ambizioso, “Se cresce la Calabria, cresce l’Italia”. C’è in calce al manifesto persino la sua firma, con prima il cognome e dopo il nome; come usava il secolo scorso.
Sono ore febbrili, queste. Il 4 e 5 settembre bisogna depositare alla Corte d’Appello di Catanzaro le liste dei governatori concorrenti. Che dovrebbero essere tre, al netto di qualche millantatore. I sondaggi danno vincente Roberto Occhiuto che opera in sordina avendo capito che meno parla e più voti prende. In generale, tutti gli schieramenti sono alle prese con le liste e i candidati che li dovrebbero riempire; con la novità, tutta da scoprire, del voto di genere, che potrebbe mutare la geografia di Palazzo Campanella. Per la compilazione delle liste si lavora di cesello e di raspa per indovinare tutti gli incastri. Paradossalmente hanno più difficoltà i soggetti che, sulla carta, disporrebbero di molti voti; al punto da mettere in discussione equilibri consolidati nel tempo. Da qui il dosaggio che è oggetto di defatiganti trattative dai toni drammatici, soprattutto per chi guarda dal buco della serratura. La sfida vera di questa competizione potrebbe albergare nella conquista del secondo posto, cui gareggiano Amalia Bruni e Luigi de Magistris. Tertium non datur.
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