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l’intimidazione

Baracca data alle fiamme nel Parco archeologico di Sibari, solidarietà dalle deputate M5S

Orrico e Scutellà tornano sulla vicenda denunciata dal presidente Demma. Il manufatto avrebbe ospitato il personale di vigilanza

Pubblicato il: 23/08/2021 – 16:53
Baracca data alle fiamme nel Parco archeologico di Sibari, solidarietà dalle deputate M5S

CASSANO ALLO IONIO «Esprimiamo vicinanza e solidarietà, ed offriamo il nostro supporto, al direttore del Parco archeologico di Sibari, Filippo Demma che ha pubblicamente denunciato come in questa estate diversi atti, che potremmo definire intimidatori, abbiano coinvolto la principale realtà archeologica della nostra provincia». Lo affermano in una nota le deputate del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico ed Elisa Scutellà.
Il fatto era stato reso noto sui canali social del Parco Archeolgico dove veniva riportato come nel pomeriggio del 20 aprile avesse “preso fuoco” «una vecchia baracca di proprietà del Parco di Sibari nei pressi dell’area detta “Prolungamento Strada”, lungo la statale 106 radd, di fronte al Parco del Cavallo». Oggetto del danneggiamento è stato «un manufatto realizzato alla fine degli anni 90, che avrebbe dovuto ospitare il personale di vigilanza durante l’apertura al pubblico delle aree di Casabianca e, appunto, di Prolungamento Strada, apertura che in realtà ha avuto luogo solo episodicamente nel corso degli anni. La baracca non è quindi mai entrata in funzione e, come più volte segnalato, era diventata da anni luogo di esercizio della prostituzione».
«L’incendio – continuava la nota di denuncia – non si è esteso ai campi circostanti per due motivi: le operazioni di manutenzione straordinaria del sito hanno previsto il taglio e l’eliminazione di sterpi ed erbacce che infestavano l’area, togliendo ogni possibile alimento alle fiamme; l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato pronto ed efficace. La baracca sarebbe stata smontata nella seconda fase delle manutenzioni, durante le quali è prevista anche la riparazione degli impianti drenanti e delle pompe dell’area archeologica (per potervi procedere è necessario prima mettere in sicurezza la zona e eseguire attente diagnosi degli impianti stessi). L’area, spiace ricordarlo, appena ripulita era stata immediatamente di nuovo oggetto di abbandono di rifiuti da parte di ignoti».
Non un caso isolato. Di fatti «è la seconda volta in poco più di un mese che le fiamme arrivano a lambire il Parco di Sibari: all’alba del 14 luglio un incendio appiccato alle sterpaglie dei campi confinanti con l’area archeologica si è esteso al parcheggio di Parco del Cavallo, distruggendo un intero filare di bellissimi pini senza fortunatamente causare altri danni. Anche lì il peggio si è evitato grazie all’eliminazione delle sterpaglie ed alla manutenzione straordinaria effettuate per tempo». Già in quell’occasione «fu sporta una denuncia contro ignoti, attendiamo il risultato delle indagini.  Se è altamente improbabile che un fenomeno di autocombustione possa avvenire alle 6 del mattino in un campo di erba secca riteniamo sia assolutamente impossibile esso possa riguardare delle strutture di legno, cartongesso e metallo, appena ripulite e isolate da cordoli di cemento. Riteniamo quindi completamente superfluo ogni ulteriore commento».

La solidarietà di Orrico e Scutellà: «Rfilettori accesi sulla nostra storia»

 «Qualche giorno addietro – scrivono questo 23 agosto le parlamentari pentastellate – un incendio di natura dolosa ha coinvolto una vecchia struttura di proprietà del Parco che era in procinto di essere abbattuta ed utilizzata illecitamente per lo sfruttamento della prostituzione, ma, grazie alla manutenzione straordinaria del sito e al pronto intervento dei Vigili del fuoco, le fiamme non si sono estese ai campi circostanti. Mentre nel mese di luglio il fuoco appiccato alle sterpaglie confinanti con l’area archeologica ha distrutto numerosi pini. Anche in quella circostanza si è evitato il peggio. Senza dimenticare l’abbandono di rifiuti da parte di ignoti in zone che erano state ripulite per restituirle alla fruizione dei visitatori. Insomma – continua la nota – pur riponendo piena fiducia nelle autorità inquirenti, non possiamo consentire che si spengano i riflettori sul Parco archeologico di Sibari e sull’attività di rilancio portata avanti dal direttore Demma che non può e non deve sentirsi solo nel suo lavoro ma anzi accompagnato dai cittadini calabresi e dalle istituzioni. Noi – concludono Orrico e Scutellà –  ci rendiamo disponibili a collaborare per ogni eventuale iniziativa che incoraggi alla legalità e fornisca concreto sostegno per una struttura che racchiude non solo enormi tesori ma la nostra storia».

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