Gentile direttore
intervengo in merito all’articolo pubblicato il 21/08/2021 intitolato “Impianti dimenticati e interventi rifinanziati. Il caos della depurazione è (anche) nella destinazione dei fondi“. Premetto di essere pienamente d’accordo sulla tesi di fondo del giornalista Paolo Petrasso che, in buona sostanza, denuncia una incomprensibile logica programmatica nell’erogazione, da parte della Regione, di finanziamenti destinati alla depurazione dei Comuni costieri calabresi.
Sull’argomento, da addetto ai lavori, vorrei qui portare il mio modesto contributo.
Mi riferisco in particolare alla parte dell’articolo intitolata “Finanziati anche se non in procedura di infrazione”. Vengono ivi elencati i Comuni (Buonvicino, Diamante, Grisolia, Maierà e Orsomarso) che appartengono al sub-ambito territoriale di Santa Maria del Cedro, già finanziato tramite project-financing in corso di attuazione.
Questi Comuni hanno recentemente presentato in Regione progetti, a vario titolo, aventi ciascuno ad oggetto il miglioramento del sistema fognario e/o depurativo in ambito comunale.
Ed è qui che vorrei dare alcune informazioni utili alla comprensione del fatto.
Il progetto di finanza, che riguarda il sub-ambito di che trattasi, prende origine da uno studio di fattibilità elaborato nel 2013 dagli uffici tecnici dei comuni su richiamati.
Lo studio indicava le opere, ritenute all’epoca necessarie per:
– portare fuori dall’infrazione europea Comuni che presentano deficienze nella copertura fognaria ( Buonvicino ad esempio possiede una rete che copre solo il 20% del proprio territorio)
– aggiornare tecnologicamente e/o adeguare alle norme vigenti impianti di depurazione di vecchia costruzione presenti sul territorio.
Orbene l’iter che lo studio di fattibilità ha dovuto percorrere per pervenire al progetto definitivo è stato il seguente:
Una volta ottenuto il certificato unico ambientale rilasciato dal Dipartimento Ambiente della Regione, il concessionario potrà depositare il progetto esecutivo al comune capofila che dovrà validarlo per renderlo cantierabile. È ragionevole presumere che la piena attività di cantiere si sposterà al 2022 e le opere potranno essere realizzate e collaudate nei successivi tre anni.
Da qui si può comprendere l’attivismo dei Comuni soprarichiamati nel presentare piccoli progetti tesi ad acquisire ulteriori finanziamenti tramite i programmi dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria.
In pratica, con le somme indicate nell’articolo in argomento, ciascun Sindaco ritiene di poter risolvere, con procedure più snelle consentite da norme recenti , disservizi causati da fognature obsolete o depuratori usurati presenti sul proprio territorio.
Quello che resta incomprensibile è il perché l’ambito, nel suo insieme rappresentato dal Comune capofila Santa Maria del Cedro, non si sia avvalso, in questo favorevole frangente, del concessionario.
Quest’ultimo, nel suo ruolo di progettista, è a conoscenza delle interconnessioni dei sistemi fognari e depurativi dell’ambito e, come tale, il solo in grado di non incorrere in interferenze e/o sovrapposizioni tra opere previste dal progetto di finanza ed interventi a pioggia proposti, a livello di studio di fattibilità, dai singoli uffici tecnici dei comuni
*specialista in Ingegneria sanitaria, coordinatore della progettazione per l’Ati Dondi spa- Aqua Consult srl concessionaria del project-financing dell’ambito Santa Maria del Cedro intervento previsto dalla delibera Cipe numero 60 del 30.04.2012 settore idrico fognario-depurativo Piano Nazionale per il Sud
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