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«Governo pronto a intervenire dopo il dramma degli incendi». Patuanelli prova a rassicurare i sindaci – VIDEO

Visita del ministro in Cittadella. Il grido d’allarme degli amministratori: «Lasciati a mani nude ad affrontare l’emergenza»

Pubblicato il: 24/08/2021 – 14:37
«Governo pronto a intervenire dopo il dramma degli incendi». Patuanelli prova a rassicurare i sindaci – VIDEO

CATANZARO «Giovedì ci sarà il Consiglio dei ministri, che, a parte le scadenze normali che un Consiglio dei ministri affronta, sarà incentrato sulla questione incendi, con la declaratoria, conseguente all’ordinanza di Protezione civile, dello stato di emergenza e calamità e ovviamente con una dotazione economica di primo intervento». Il primo annuncio/impegno da parte del governo nazionale arriva per bocca del ministro per le Politiche agricole e Forestali Stefano Patuanelli, che dalla Sala verde della Cittadella regionale rassicura i sindaci dei Comuni martoriati dagli incendi sull’imminente risposta del Cdm. Affiancato dalla viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde e dal sottosegretario per il Sud Dalila Nesci, Patuanelli tocca con mano il dolore del territorio calabrese ascoltando le testimonianze, a tratti drammatiche, dei rappresentanti istituzionali e dei sindaci, soprattutto quelli dell’area grecanica e aspromontana, le più colpite anche in termini di vie umane.

Il grido d’allarme dei sindaci

Un lungo “cahier de doleance” nel quale i primi cittadini, coordinati dal presidente regionale dell’Anci Marcello Manna, fanno entrare un po’ di tutto: le critiche sui ritardi degli interventi, sulla confusione e sull’inestricabile groviglio delle competenze nel campo dell’antincendio, sul senso di abbandono in cui si sentono costretti, sulla drastica e consistente riduzione delle risorse da parte dello Stato, sullo smantellamento della forestazione. Duri anche il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che torna a chiedere «conto alla Regione sulla gestione degli operai di Calabria Verde e chiarimenti sulla presenza di eventuali “imboscati” perché destinati ad altre mansioni», il sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, per il quale «i primi cittadini sono stati lasciati spesso ad affrontare l’emergenza a mani nude», mentre il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci ricorda «il danno causato dal taglio lineare della risorsa dei forestali» e molto forti anche gli interventi dei sindaci dei Comuni più direttamente colpiti. Così come particolarmente accorato è il grido di allarme del presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano, che si scaglia anche «contro chi strumentalizza questa emergenza contro di noi». Parla anche l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Forestazione Gianluca Gallo, che chiede al governo nazionale «un aiuto straordinario soprattutto nella politica di riforestazione».

Patuanelli: «In arrivo la dichiarazione dello stato di calamità»

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L’esordio di Patuanelli è sul concreto. «Giovedì – annuncia – ci sarà il Consiglio dei ministri, che, a parte le scadenze normali che un Consiglio dei ministri affronta, sarà incentrato sulla questione incendi, con la declaratoria conseguente all’ordinanza di Protezione civile dello stato di emergenza e calamità e ovviamente con una dotazione economica di primo intervento». Il ministro, accolto da molti esponenti del M5S calabresi come Laura Ferrara, Anna Laura Orrico, Alessandro Melicchio, Paolo Parentela, Elisabetta Barbuto e Pino D’Ippolito, ringrazia poi il presidente ff della Regione Spirlì e l’assessore Gallo, al quale è legato da una forte amicizia. E poi ringrazia l’Anci e i sindaci che – rileva Patuanelli – «mi hanno rappresentato un quadro rammarico dovuto agli incendi, quadro che oggi ci mostra l’esigenza del territorio di avere risposte da parte del governo. Abbiamo concordemente inteso che si sono tre fasi da gestire: la fase emergenziale, che è quella del sostegno immediato alle aziende che non hanno più da dare da mangiare agli animali, hanno perso il pascolo, non hanno più acqua, la necessità di mettere in sicurezza il territorio che tra poche settimane vedrà l’arrivo delle piogge. La seconda fase è quella degli indennizzi, che devono riattivare la produzione agricola. Infine – rimarca il ministro – la fase di prevenzione e di gestione coordinata e organizzata dell’emergenza, che ogni tanto mostra qualche fragilità: c’è bisogno di capire quali sono le cose che non funzionano e le difficoltà del passaggio di competenze, e la prevenzione che va fatta dando agli agricoltori la capacità di essere i primi custodi del territorio ma per farlo devono avere a disposizione risorse altrimenti non sono purtroppo in grado di farlo». Su tempistica e quantificazione della dotazione dei fondi per la Calabria Patuanelli non si sbilancia: «Non parlo di date se non sono sicuro. Il percorso che stiamo facendo con il nostro Dipartimento in contatto con le direzione degli assessorati regionali è quello della valutazione del danno, perché noi possiamo intervenire solo quando, dopo la richiesta di stato di emergenza da parte della Regione al Mipaf, c’è anche un elenco del danno patito. Stiamo dando supporto massimo alle strutture regionali attraverso il nostro Dipartimento proprio per individuare l’entità del danno».

«Riflettere e analizzare cosa non ha funzionato»

Patuanelli comunque recepisce le critiche dei sindaci, se è vero che fa intendere che le “falle” del sistema ci sono state e sono già sotto osservazione. «Visto che ci sono stati molti eventi in cinque regioni e soprattutto in Sardegna, Sicilia e Calabria, dobbiamo analizzare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nel modo in cui abbiamo affrontato l’incendio boschivo, che non è un incendio di interfaccia ma va gestito nel bosco, nell’ambito in cui nasce. Chiaramente – sostiene il ministro – qualche riflessione va fatta, anche per capire se c’è un aggiustamento normativo o di competenze da fare. Stiamo cercando di capire come migliorare l’impianto organizzativo, anche su questo ho avuto un colloqui con il presidente che chiaramente vuole approfondire e conoscere negli là situazione. Questo è il primo elemento. Il secondo elemento però è la prevenzione perché purtroppo le condizioni climatiche per lo sviluppo degli incendi e per la loro devastante azione saranno sempre più estreme. Quindi, da un lato come gestire l’incendio quando arriva e soprattutto creare le condizioni affinché, se anche arriva, non si sviluppa con la forza con cui si sono sviluppati in queste settimane». Intanto, l’invito di Patuanelli ai soggetti competenti è quello di «bonificare immediatamente tutti i territori colpiti da incendi. Andiamo verso la stagione autunnale, che è quella che più spesso porta a danni ambientali, meteorologici e di dissesto, anche da questo punto di vista va fatta prevenzione». Quanto al possibile inasprimento delle pene per i “piromani”, per Patuanelli «è competenza del ministero della Giustizia, ma certamente potrà essere fatta una valutazione su come adeguare alle attuali situazioni i dispositivi penali rispetto a chi appicca i fuochi».

«Necessità di riforestazione e rimboschimento»

Quanto alla richiesta, proveniente da più parti e soprattutto dalla Regione, di ripristinare i fondi statali per la forestazione calabrese, oggi tagliati di 40 milioni dai 120 del passato, Patuanelli è più cauto. «Una delle prime cose che il presidente Draghi ha voluto affrontare nelle telefonate che abbiamo fatto è proprio questa: noi nel Pnrr avevamo un misura nata purtroppo in modo complicato, riguardava la riforestazione con una dotazione di un miliardo però allocata su fondi difficilmente applicabili al Pnrr, misura che poi non è stata prevista nella stesura definitiva del documento. È necessario – spiega il ministro – rivedere e riprendere quella progettualità perché è chiaro che c’è una necessità di riforestazione o rimboschimento dove il bosco e la foresta sono stati distrutti dagli incendi, ma c’è anche la necessità di implementare il bosco e la foresta esistenti che è garanzia di tenuta ambientale del territorio. Poi ovviamente la foresta e il bosco vanno gestiti, non abbandonati. Io dico sempre che dobbiamo allontanarci dalla cultura dell’abbandono come quello della massima tutela: la massima tutela – conclude Patuanelli – non è abbandonare i territori, ma gestirli, coltivarli e dare la possibilità a chi lo fa di poterlo fare». (a. c.)

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