CATANZARO La visita del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ieri alla Cittadella regionale, ha fornito l’occasione di mettere in luce – si legge in una nota – il grande lavoro svolto dagli operai idraulico-forestali e dal personale dell’Azienda “Calabria Verde” per contrastare gli incendi che hanno devastato la Calabria nelle scorse settimane. Il fuoco ha divorato migliaia di ettari di bosco, ma gli uomini di “Calabria Verde”, come riconosciuto dai tanti sindaci provenienti delle aree più colpite che vanno dal Pollino all’Aspromonte all’area Grecanica reggina, con gli amministratori locali che hanno messo in rilievo come l’Azienda abbia garantito un contributo importante nel limitare ulteriori conseguenze negative per un patrimonio naturale unico per varietà ed estensione.
Tra i rilievi ed i suggerimenti avanzati dai sindaci sicuramente la necessità di un migliore e più adeguato coordinamento: ma proprio nella giornata di ieri, segnata da oltre 100 incendi in contemporanea e poche forze a disposizione, fondamentale è stato proprio il coordinamento degli interventi per limitare i danni.
A fare chiarezza davanti al ministro Patuanelli sul ruolo e sull’impegno dei Forestali negli incendi delle scorse settimane è stato l’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, che non ha mancato di sottolineare come gli operai di “Calabria Verde” siano stati destinati tutti ad azioni di contrasto al diffondersi ed espandersi degli incendi. «Oggi la forestazione calabrese costa oltre 150 milioni euro, stanno andando in pensione tra 300 e 400 operai l’anno. Una ri-opera con una misura di salvaguardia legislativa della forestazione che riguardi il tempo determinato senza la possibilità del passaggio a tempo indeterminato, sia per l’antincendio per le azioni di forestazione, andrà ragionata», ha specificato poi Gallo, che ha aggiunto: «E’ in atto una riflessione per modificare la mission di “Calabria Verde”, destinandola anche alla prevenzione e la mitigazione del dissestato idrogeologico».
Ma appena qualche giorno fa, era stato già il commissario straordinario dell’Azienda per la Forestazione, Giuseppe Oliva, a tratteggiare nel dettaglio la situazione degli operai idraulico-forestale e del Personale in forze a “Calabria Verde”: «Attualmente – aveva ricordato in quell’occasione Oliva – sono 3.000 gli operai che dipendono dall’Azienda, ai quali si aggiungono 1.627 uomini che lavorano per i Consorzi di bonifica e i 30 del Parco delle Serre. Noi – aggiungeva Oliva – ne avevamo in gestione 3.300 all’inizio dell’anno. Considerato che ne vanno in pensione 300 all’anno, ne sono rimasti 3.000, distribuiti in maniera eterogenea sul territorio regionale dal Pollino all’Aspromonte in ragione dell’età e dell’anno di reclutamento. Nel prossimo triennio andranno in pensione 1.000 persone. Ho presentato un piano del fabbisogno al Consiglio regionale. Mi sono insediato a novembre e ho rilevato che l’azienda era disarticolata dal punto di vista organizzativo. Ho un solo dirigente di settore perché non era stato neanche approvato l’atto aziendale. Considerato che andranno in pensione circa 1.000 persone, il famoso “esercito” degli operai idraulico-forestali calabresi scomparirà. L’età media degli operai è superiore ai 60 anni».
Spiegava ancora Oliva: «Per le attività antincendio, data l’età avanzata del personale, abbiamo potuto selezionare appena 450 forestali idonei dal punto di vista psico-fisico per le attività di spegnimento del fuoco. Sono pochi, per cui abbiamo dovuto firmare delle convenzioni con i Vigili del Fuoco per avere il loro supporto con uomini e mezzi. Questo ci costa 1 milione 300.000 euro all’anno. Vanno poi calcolati altri 200.000 euro per le convenzioni con le associazioni di volontariato. Si tratta di 25 associazioni di con 300 uomini e 30 mezzi e altre 17 associazioni con 150 uomini con il compito specifico di dare l’allarme appena si alzano le fiamme».
«In questi giorni – aggiunge il commissario – in seguito all’attacco che il territorio ha subito con gli incendi, abbiamo utilizzato il personale rimanente in funzione di presidio del territorio. Calabria Verde – continua Oliva – ha il compito istituzionale di gestire 60.000 ettari di terreno demaniale. Si tratta di boschi in alta quota, ma gli incendi, per la gran parte, hanno origine a basse quote, intorno ai Comuni e lungo le strade e le ferrovie o partono da fondi agricoli incolti. Da qui parte il 90% degli incendi. I Comuni sono obbligati per legge a emettere e fare rispettare le ordinanze sulle norme comportamentali da rispettare per evitare l’insorgere di incendi, ma spesso non lo fanno. Conseguentemente – dice – il fuoco si propaga raggiungendo le aree montane e vanificando le opere antincendio che noi realizziamo durante l’anno. Presto la figura dell’operaio forestale si estinguerà. La legge 442 del 1984 vieta alla Regione Calabria di assumere altra manodopera. Una modifica di cui ha parlato anche l’assessore Gallo nel corso dell’intervento di ieri davanti al ministro Patuanelli. A tal proposito, ringrazio l’assessore Gallo per il lavoro che, con serietà e concretezza, sta portando avanti per la Forestazione calabrese».
«Ad ogni modo, secondo una necessità da tutti riconosciuta, se non si supererà questa norma – dichiara ancora Oliva – nel momento in cui il personale raggiungerà quota zero saremo in grosse difficoltà. Il personale e le convenzioni costano, come costa la gestione dei mezzi aerei regionali. Su quest’ultimo fronte c’è stato un contenimento della spesa che è scesa da 1 milione 800.000 euro l’anno a 1 milione 300.000». Soldi che potrebbero essere impiegati almeno in parte per assumere personale giovane. «L’obiettivo che ho indicato nel mio piano – conclude Oliva – è di 1.100 persone da integrare con personale stagionale nelle fasi d’emergenza. A questo lavoriamo in prospettiva. Intanto, pur tra sacrifici e difficoltà, andiamo avanti con dignità e determinazione: ringrazio, a tal riguardo, tutti i nostri dipendenti per gli sforzi profusi, essenziali e decisivi».
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