CATANZARO Nel 2020, in Calabria, sono stati registrati 387 fascicoli (circa il 4,18% di quelli nazionali) per reati penali contro animali, con un tasso di circa 20 procedimenti ogni 100 mila abitanti. Gli indagati sono 198 (circa il 3,74% di quelli nazionali), con un tasso di 10 ogni 100 mila abitanti. È quanto emerge dal Rapporto Zoomafia 2021 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lega antivivisezione.
«Rispetto al 2019, nell’ambito territoriale di 9 Procure calabresi su 10 che hanno fornito dati – secondo quanto si riporta in una nota – sia per il 2019 che per il 2020 si riscontra una diminuzione del -1% del numero dei procedimenti penali per reati a danno di animali, e del -18% del numero degli indagati».
Il Rapporto, giunto alla sua ventiduesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2020 e ha il patrocinio della Fondazione “Antonino Caponnetto”. Dallo studio si rileva che quasi ogni 23 ore in Calabria, nel 2020, è stato aperto un procedimento penale
per reati a danno di animali, con un indagato ogni 44 ore circa.
In particolare, nella regione, sono state registrate attività illecite come corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, bracconaggio organizzato, traffico di fauna selvatica, pesca di frodo, illegalità nella gestione dei randagi.
«Il quadro che emerge – afferma Troiano – è quello di una regione particolarmente a rischio di attività criminali a danno di animali. Come per le altre regioni, questa flessione dei procedimenti riteniamo sia dovuta al periodo di lockdown e che in realtà non corrisponda ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati».
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