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Verso le regionali

No a familismo e trasformismo e stop a condannati per mafia o corruzione, ecco il codice etico della Bruni

Le “regole di ingaggio” nella coalizione di centrosinistra che candida la ricercatrice: non sarà schierato chi ha svolto due mandati elettivi completi

Pubblicato il: 26/08/2021 – 15:38
No a familismo e trasformismo e stop a condannati per mafia o corruzione, ecco il codice etico della Bruni

CATANZARO No alle candidature espressione di trasformismo o di familismo «sostitutivo di persone non candidabili», no alle candidature di coloro nei cui confronti «sia stato emesso decreto di rinvio a giudizio o misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione o sentenza di condanna, ancorché non definitiva, per un reato di mafia, di criminalità organizzata, corruzione o contro la libertà personale» o per reati di particolare gravità, no alle candidature di chi «abbia svolto 2 mandati elettivi completi come consigliere e assessore». Sono questi alcuni dei punti più significativi del Codice etico che la candidata alla presidenza della Regione Amalia Bruni ha adottato per la coalizione di centrosinistra che la sostiene.
«Pluralismo, onestà, trasparenza, lotta alle disuguaglianze. Il riconoscimento della politica come mezzo di ascolto della cittadinanza e risoluzione dei suoi problemi», così scrive Amalia Bruni sulla sua pagina internet ufficiale per illustrare il Codice etico e le sue basi di partenza, un codice etico che – prosegue – «ci unisce tutti. Tutti i candidati della coalizione. Uniti per un grande obiettivo: cambiare la nostra Calabria. E farlo non dimenticando mai i valori che ci tengono uniti».

Le regole per i candidati


Nel dettaglio, il codice etico del centrosinistra, codice che tutti i candidati alle Regionali devono sottoscrivere, richiede che i candidati «si impegnano a rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi o decisioni che abbiano una diretta incidenza, specifica e preferenziale, sul patrimonio personale, del proprio nucleo familiare, dichiarano di non appartenere ad associazioni occulte non regolamentate dalle leggi dello Stato che comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato».
Quanto ai partiti, nel codice etico si dispone che «si impegnano a non candidare coloro nei cui confronti sia stato emesso decreto che dispone il giudizio; emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione; emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva, ovvero a seguito di patteggiamento, per un reato di mafia, di criminalità organizzata o contro la libertà personale e la personalità individuale, per un delitto per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; per sfruttamento della prostituzione, per omicidio colposo derivante dall’inosservanza della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, sia stata emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva ovvero a seguito di patteggiamento, per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione, sia stata emessa sentenza di condanna definitiva, anche a seguito di patteggiamento, per reati di particolare gravità, sia stata disposta l’applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, previste dalla legge antimafia».
La coalizione – è previsto ancora – «si impegna a non candidare i proprietari o coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano a livello nazionale nel settore della informazione, ovvero il loro coniuge, parenti o affini, i proprietari ovvero coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano nel settore della informazione a livello locale, nel caso in cui l’organo di garanzia territorialmente competente accerti che si possa determinare un sostegno privilegiato a loro esclusivo vantaggio, persone nei cui confronti siano state applicate misure di prevenzione personali e patrimoniali per essere dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni o delle donne, la sicurezza pubblica, chi si ponga in contrasto con i principi ed i valori della coalizione, chi abbia svolto numero 2 mandati elettivi completi come consigliere e assessore».
«Nello spirito del cambiamento», poi il codice etico della Bruni per il centrosinistra non consentirà «candidature espressione di familismo sostitutivo di persone che secondo il codice etico non sono candidabili. Allo stesso modo non saranno accettati fenomeni di trasformismo».

Regole per gli eletti

Ma il codice etico della Bruni prevede anche regole per quanti saranno eletti al Consiglio regionale. Tra queste, «rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi esecutivi nelle fondazioni aventi la titolarità prevalente di interessi economico finanziari, in imprese pubbliche, in società a partecipazione pubblica, rendicontare periodicamente l’attività politica o istituzionale svolta, non conferire né favorire il conferimento di incarichi a propri familiari, avvalersi di consulenze esterne soltanto in condizioni di effettiva necessità, con adeguate motivazioni e con modalità di piena trasparenza».
Ogni responsabile delle risorse finanziarie della coalizione inoltre – è scritto – «si impegna a garantire, ad ogni livello, una gestione trasparente dei finanziamenti pubblici e privati ricevuti; l’entità dei finanziamenti e il loro utilizzo sono resi pubblici».
In caso di inosservanza delle regole del codice etico «gli eletti, i titolari di incarichi all’interno della Coalizione, ovvero il personale di nomina politica, rassegnano le dimissioni dal relativo incarico». Si precisa infine che la Bruni ha «competenza, esclusiva ed insindacabile, ad accertare e pronunciarsi circa la violazione dei principi contenuti nel codice etico, stabilendo anche le sanzioni».

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