PAOLA La Procura di Paola, guidata da Pierpaolo Bruni, ha chiuso l’inchiesta sul presunto cartello di imprese che avrebbe condizionato alcuni appalti nell’area dell’Alto Tirreno cosentino. Gli uffici giudiziari avrebbero individuato cinque persone (Luigi Cristofaro, Antonio Del Vecchio, Giuseppe, Maria Grazia Melega ed Francesco Esposito) come centrali per la vita del sodalizio. Luigi Cristofaro e Luigi Del Vecchio ne sarebbero stati «promotori e capi»; Antonio Del Vecchio, Maria Grazia Melega e Francesco Esposito avrebbero fatto parte di «un vero e proprio “cartello” di professionisti, che mirava a eludere le norme sulla libera concorrenza e trasparenza degli appalti al fine di ottenerne illegittimamente l’aggiudicazione e dividerne gli importi tra tutti gli associati, anche quelli non aggiudicatari dell’appalto, secondo percentuali predeterminate». Le offerte presentate alle stazioni appaltanti sarebbero state «precedentemente concordate tra gruppi formalmente distinti»; tutti, però, avrebbero agito per la stessa organizzazione.
I magistrati paolani considerano tra le gare “inquinate” da questi comportamenti l’affidamento dei servizi tecnici relativi ai lavori di “Consolidamento dei versanti in località San Giovanni e ripristino della viabilità” per un importo di 70mila euro, indetta dal Comune di Aieta. In questo caso, Luigi Cristofaro avrebbe dovuto astenersi dall’assumere il ruolo di supporto al Rup, visti i rapporti consolidati con alcuni dei partecipanti. Gare sospette anche a Moliterno, in provincia di Potenza, per le verifiche sismiche sull’Istituto tecnico commerciale; a Belvedere, per gli interventi volti al risparmio energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio comunale (70mila euro) e per l’adeguamento delle aule scolastiche dovuto all’emergenza Covid (40mila euro); ancora a Belvedere Marittimo, per il rifacimento di un tratto di fognatura comunale danneggiato dalla mareggiata del 21 marzo 2018 (30mila euro) e per altri lavori connessi alle conseguenze di eccezionali eventi meteorologici verificatisi dal 21 al 24 dicembre 2019 (39mila euro). Giampietro D’Alessandro, invece, come responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Scalea, avrebbe riservato «un occhio di riguardo rispetto all’adozione di un provvedimento amministrativo a favore di Maria Petrone in una pratica per la ristrutturazione dell’abitazione in cambio dell’affidamento dell’incarico al proprio nipote. Tre indagati (Luigi Cristofaro, Giuseppe D’Alessandro e Francesco Arcuri) avrebbero falsificato del firme di Vincenzo Cascini (sindaco di Belvedere), Davide Gazzaneo (ingegnere civile) e Carmine Ruggiero, anch’egli ingegnere.
L’avviso di conclusione delle indagini riporta due capi d’imputazione omissati. Nella fase preliminare dell’inchiesta era stata ipotizzata l’esistenza di una loggia segreta collegata, in qualche modo, alle presunte attività illecite.
Luigi Cristofaro;
Antonio Del Vecchio;
Giuseppe Del Vecchio;
Maria Grazia Melega;
Francesco Esposito;
Paola Di Stilo;
Vincenzo Cristofaro;
Silvano Cairo;
Giuseppe D’Alessandro;
Giuseppe Marsico;
Marco Liporace;
Giampietro D’Alessandro;
Maria Petrone;
Raffaele Grosso Ciponte;
Giuseppe Caroprese;
Giuseppe Amodeo
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