REGGIO CALABRIA «Mancata predisposizione e approvazione dei bilanci di esercizio, inattendibilità e non veridicità nei dati contabili segnalati al ministero della Salute e confluiti nel bilancio sanitario consolidato, che si rivela quindi parimenti non veritiero e inattendibile, impossibilità di ricostruire la massa debitoria aziendale a causa della assenza dei documenti gestionali a supporto di quelli contabili, presenza di un contenzioso di portata rilevante e del tutto non tracciato né affrontato con adeguati presidi contabili, costanti tensioni di liquidità, che hanno reso strutturale il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, disponibilità liquide di fatto azzerate a causa dell’integrale pignoramento del fondo cassa». All’Asp di Reggio Calabria, il “buco nero” della sanità calabrese, le cose vanno sempre male. Sono sei le (gravi) criticità che la sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha accertato nell’ultima analisi della gestione economica e finanziaria dell’azienda reggina: pur dando atto all’attuale commissario dell’Asp di aver intrapreso per alcune voci un importante percorso di riordino e risanamento, per la magistratura contabile le “zone d’ombra” restano ancora tante, per questo al management aziendale vengono concessi 60 giorni di tempo per sanare i “vulnus” riscontrati.
La Corte dei conti anzitutto conferma «l’assoluta confusione contabile-amministrativa che connota la Asp di Reggio Calabria, dalla quale emergono alcuni punti fermi. In primo luogo, l’azienda non è mai stata in grado di ricostruire la propria massa passiva, che sembra comunque non inferiore a 500 milioni di euro di debiti potenziali. Questa massa debitoria non può essere saldata a causa della impossibilità di individuare correttamente i creditori: infatti, i pagamenti della Asp – che pure ha ottenuto fondi Fas – risultano fermi a circa 35 milioni di euro, circostanza non smentita dal commissario straordinario. Per quanto attiene al contenzioso, non risulta chiaro con quali criteri è stata effettuata la “mappatura” dello stesso né in quale misura siano stati fatti pagamenti (ad esempio, da parte del tesoriere per procedure esecutive in corso) ovvero accantonamenti a fondo rischi».
In questa situazione di «estrema patologia» – spiegano i giudici contabili – «il commissario straordinario ha illustrato alcune iniziative che potrebbero portare a un riallineamento dei fatti contabili con quelli gestionali. Presupposto essenziale per la concreta adozione e attuazione di queste iniziative è il rafforzamento del personale dell’Asp mediante l’innesto di professionalità specifiche. La sezione rileva come il commissario straordinario abbia correttamente individuato le principali problematiche da affrontare e come sia necessario – indipendentemente dalle scelte organizzative che verranno adottate e che rientrano nella valutazione discrezionale dell’Azienda – avviare prontamente il percorso individuato, che chiaramente non potrà essere ultimato in tempi brevi». La sezione di controllo della Corte dei conti poi rileva «la impossibilità di ricostruire correttamente la situazione finanziaria della Asp di Reggio Calabria nel periodo 2013- 2019, atteso che i dati riportati nelle segnalazioni contabili trasmesse al ministero della Salute – in mancanza di documenti contabili approvati – risultano evidentemente inattendibili. A tal proposito, sia sufficiente evidenziare che la mole debitoria della Asp non trova alcuna rappresentazione in bilancio».
Altra criticità riscontrata nero su bianco dalla Corte dei Conti: «Nel periodo 2014-2019 la cassa della Asp di Reggio Calabria, pur formalmente consistente, è stata in realtà completamente erosa da pignoramenti. Ciò ha reso indisponibili le risorse liquide. La situazione – scrivono ancora i magistrati contabili – non sembra essere stata in alcun modo governata dall’azienda, che non ha chiara né la situazione di cassa né l’ammontare dei pignoramenti gravanti sul fondo cassa e l’identità dei creditori pignoratizi. Pur cogliendo lo stato di difficoltà in cui versano gli organi aziendali, è necessario che l’Asp avvii un’opera di svincolo della propria cassa, onorando i debiti e provvedendo a cancellare i vincoli – così da liberare risorse liquide – apposti in modo illegittimo o non più sussistenti. Sotto questo profilo, si rammenta che le difficoltà nel risalire alle fatture, anche in presenza di condanne giudiziali, non può costituire una esimente dall’effettuare pagamenti, tenuto conto che l’Asp deve individuare soluzioni per evitare “doppi pagamenti” – in primis, predisponendo un sistema informativo unitario che consenta interlocuzioni efficaci e tempestive fra gli uffici che si occupano del settore contabile, del settore legale e i centri che hanno prodotto la spesa».
Secondo quanto comunicato dall’Asp di Reggio Calabria – prosegue la Corte dei Conti – «il valore del debito commerciale a fine 2017 e fine 2018 non è stimabile, mentre a fine 2019 dovrebbe essere di euro 79.954.595, fermo restando che “la conciliazione con la massa debitoria è in essere”. Infatti, è stato altresì riferito che “la Pcc (piattaforma dei debiti commerciali) rileva un debito commerciale al 31 dicembre 2020 di euro 1.136.831.920,54 mentre nel sistema contabile risulta di euro 421.523.229,20 e che tale differenza è dovuta all’errata acquisizione da parte della piattaforma dei mandati di pagamento (es. un mandato con importo 100,00 è stato inviato alla Pcc per “n volte” di fatto moltiplicando l’importo del debito e quindi dello stock), alla non regolarizzazione delle assegnazioni di tesoreria nella procedura contabile. Nel mese scorso, è stata avviata la bonifica delle posizioni debitorie, circa 16.000 posizioni, per un ammontare di circa 800 milioni. A valle della bonifica, lo stock del debito risulta al lordo delle note di credito di euro 403.432.780,12. La sezione – conclude la Corte dei conti – non può che rilevare la gravità della anomalia descritta. evidenzia che i dati comunicati dall’Asp denotano ancora una volta la palese sottostima della voce di stato patrimoniale relativa ai “debiti verso fornitori”». In conclusione, la Corte dei conti, pur «prendendo atto dell’avvio di un’operazione di “bonifica”» delle posizioni debitorie, «rileva, ancora una volta, la assoluta inattendibilità dei dati “di bilancio” inseriti dall’Asp di Reggio Calabria nella piattaforma Nsis». (c. a.)
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