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«Aiutateci prima che ci seppelliscano coi nostri sogni». La lettera della studentessa bloccata a Kabul

Avrebbe dovuto iniziare i corsi in alla Sapienza di Roma insieme ad altri 180 connazionali. Le autorità sono al lavoro. «Dai Talebani un regime retrogrado e punitivo soprattutto nei confronti delle…

Pubblicato il: 30/08/2021 – 8:50
«Aiutateci prima che ci seppelliscano coi nostri sogni». La lettera della studentessa bloccata a Kabul

ROMA «L’obiettivo finale sarebbe di far tornare in Italia complessivamente tra le 180 e le 190 persone. Insieme alle 81 studentesse bloccate a Kabul, dovevano partire anche altre 9 persone, tra uomini e bambini che si trovavano sempre nella capitale afghana per un totale di 90 persone. Alle quali in un primo momento si aggiungevano altri studenti provenienti dall’Iran e dall’India per un totale complessivo di 118 persone che sarebbero dovute partire prima dell’attentato. Ora il numero sale ad oltre 180, perché abbiamo deciso di aprire anche a coloro che non erano stati inizialmente ammessi». Lo ha detto all’Ansa il prorettore dell’Università La Sapienza di Roma Bruno Botta in merito alla vicenda degli studenti bloccati a Kabul.
Tra coloro che non sono riusciti a partire ci sono anche 3/4 bambini tra cui il figlio di un docente afghano che ha chiesto di poter venire in Italia con la sua famiglia. La rettrice Antonella Polimeni ha inviato ai gabinetti dei ministeri dell’Interno e della Difesa la lista di 118 studenti afghani pre-selezionati per i quali è stato chiesto il trasporto immediato con ponte aereo, ma si stanno rivalutando anche curricula di altri studenti precedentemente non accettati, per riconsiderare la possibilità di ammissione tardiva
«Stiamo seguendo con attenzione, in raccordo con gli altri ministeri, la situazione di tutte le studentesse e studenti afghani iscritti presso i nostri atenei, conservatori e accademie. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti e gli sforzi per sperare di poterli presto accogliere tutti in Italia. Nel frattempo abbiamo raccolto le disponibilità ad accogliere studenti e ricercatori afghani già presenti fra i primi rifugiati giunti in Italia. Come Ministero ci impegniamo a rendere disponibili strumenti e risorse affinché ciò possa avvenire il più rapidamente possibile», ha affermato il ministro dell’Università, Cristina Messa, all’Ansa.

«Un regime retrogrado e punitivo soprattutto nei confronti delle donne»

Continua da parte dei talebani l’instaurazione in Afghanistan di un regime retrogrado e punitivo nei confronti soprattutto delle donne. Il ministro dell’Istruzione talebano ha annunciato che d’ora in avanti nelle università dell’Afghanistan le studentesse e gli studenti saranno divisi. «Continueranno a studiare in classi separate, come vuole la sharia», ha dichiarato Abdul Baqi Haqqani secondo quanto riportato da Tolo news. È stato inoltre imposto il divieto di “voci femminili” nelle radio e televisioni di Kandahar. Lo riporta il sito India Today. Nei giorni scorsi i talebani hanno vietato la musica «perché proibita dall’Islam». È di oggi la notizia dell’uccisione di un popolare cantante folk e anche della separazione nei corsi universitari di uomini e donne.
L’ex ministro degli Interni afgano, Masoud Andarabi, ha denunciato l’uccisione da parte dei talebani del cantante folk Fawad Andarabi.

La lettera della studentessa: «Mi chiedo se qualcuno leggerà queste righe»

Il testo originale della lettera

Del gruppo di 118 studenti afghani che a settembre avrebbero dovuto cominciare a frequentare i corsi all’Università La Sapienza di Roma, ma sono rimasti bloccati a Kabul, c’è anche una studentessa che ha deciso di scrivere una lettera alle autorità.

Non so da dove cominciare, abbiamo così tanti problemi per sopravvivere, le nostre vite sono in pericolo. La città è diventata una città di fantasmi e colpita da un’ondata di terrore. Non riesco più a dormire e il sonno mi ha lasciato gli occhi, di notte ho incubi infiniti, di giorno ho continui mal di testa e prendo tutte le medicine che trovo.
Non riesco più a mangiare e la preoccupazione per il futuro non mi lascia un attimo di serenità. Le strade della mia città sono vuote e fredde, tutte le ragazze sono scappate o hanno paura di uscire di casa, siamo tutte preoccupate ma aspettiamo un miracolo che ci aiuti almeno a lasciare questo pericoloso Paese e ad offrirci un’opportunità di sopravvivere e studiare e realizzare i nostri sogni.
Ieri sera ho letto la notizia che i talebani prenderanno il controllo dell’aeroporto alla fine di questo mese, ho un nodo alla gola che mi sta soffocando, avrei voluto urlare ma non potevo, ho iniziato a scrivere tutto quello che volevo urlare. Mi chiedevo se ci sarà qualcuno che possa leggere queste righe dal mio cuore spezzato e aiutarci a uscire da questa città sofferente prima che ci seppelliscano con tutti i nostri sogni.
Siamo un gruppo di studenti afghani che sono stati ammessi all’Università La Sapienza di Roma, veniamo da diverse regioni dell’Afghanistan e siamo a Kabul da giorni abbiamo cercato di entrare in aeroporto nonostante esplosioni, sparatorie e violenze ma fino ad ora non siamo riusciti a partire e i talebani non ci permettono di avvicinarci all’aeroporto.
Chiediamo al governo italiano e alla comunità internazionale di collaborare con noi studenti dell’Afghanistan, siamo un gruppo sociale vulnerabile in questo Paese martoriato e abbiamo urgente bisogno di aiuto per salvare le nostre vite da questa situazione di immediato pericolo. Abbiamo bisogno della speranza per continuare la vita!

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