LAMEZIA TERME «Io amo in modo viscerale questa terra e l’ho dimostrato con la mia coerenza: dall’86 faccio il magistrato in Calabria. Vorrei rimanere ancora ma so che entro 3 anni devo trovarmi un’altra collocazione perché più di otto anni non si può stare nella stessa Procura». Lo ha detto il Procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha partecipato ieri sera all’incontro di Trame 10, Festival dei libri sulle mafie.
«Spero – ha detto – di riuscire a trovare una collocazione per poter continuare a essere utile e continuare a servire questa regione perché l’amo. Ecco perché spesso ne parlo male, ma sono fiducioso che siamo sulla strada giusta. Tanti risultati li abbiamo ottenuti e tanta gente crede in noi».
«Questa riforma – dice ancora Gratteri – è un disastro sul piano del contrasto ai reati, non solo ai reati di criminalità organizzata. C’è stata una mediazione con i partiti che partecipano al governo. Nella realtà è sempre una mediazione al ribasso. Si dà la possibilità di andare oltre i due anni in appello e oltre l’anno in cassazione a reati come l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Poi, è stato istituito il Ministero per la Transizione ecologica, però nell’elenco mancano i reati ambientali, corruzione, concussione, peculato: reati che stanno gomito a gomito con la politica e con i faccendieri. E poi immaginate: se un operaio cade dal quarto piano e viene condannato il datore di lavoro, è ovvio che questo processo in appello non si farà mai, andrà in coda. Mi devono spiegare quando avranno ristoro la vedova e i figli. Quando avranno giustizia? A questo dovrebbe rispondere il Governo che ha proposto questa legge».
«Una procura con due sostituti non serve, non funziona, eppure in Abruzzo e Molise, ogni dodici chilometri e mezzo c’è un tribunale. Non ha senso che in Sicilia ci siano quattro corti d’appello. Sono delle strutture complesse che costano e che tengono ingessato un apparato», continua Gratteri.
«Ad esempio – aggiunge – un presidente di Corte d’appello potrebbe fare il presidente di sezione e il presidente di sezione, a scalare, potrebbe fare il presidente di collegio e scrivere la sentenza. Il sottosegretario alla giustizia Sisto, che è un avvocato pugliese di Forza Italia, durante un dibattito qualche giorno fa mi contestava perché andavo spesso in televisione e io gli ho risposto: “Purtroppo ho poco tempo ma se mi concentro ci andrò di più e non vi darò pace”».
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