LAMEZIA TERME Settembre è iniziato solo da tre giorni e l’incubo “zona gialla” già incombe sulle nostre teste e sulla Calabria. Dopo una stagione estiva vissuta tra spiagge, mare, discoteche, passeggiate in montagna e cene all’aperto, fare i conti (di nuovo) con le stesse chiusure e le stesse restrizioni che ci accompagnano da oltre un anno e mezzo è un pensiero difficile solo da concepire. Eppure il “rischio” è più concreto che mai e le prossime ore saranno decisive per capire davvero se le Calabria ripiomberà nell’incubo delle zone colorate. Oggi, infatti, il monitoraggio dell’Iss apre la strada alle decisioni della cabina e all’eventuale ordinanza del ministro Roberto Speranza.
A dirlo – e i numeri sono inequivocabili – sono i dati di quest’ultima settimana. Perché dal 27 agosto al 2 settembre, i casi di positività al Covid registrati in Calabria sono stati in tutto 1.959. Contestualmente, e questo è uno dei dati più importanti in ottica “zona gialla”, è aumentato seppur sensibilmente il numero dei ricoveri: 171 in reparto, e solo ieri sono stati 9 in più, 15 in terapia intensiva. I decessi, invece, in una settimana sono stati 15. Ma le regole attuali prevedono il passaggio in zona gialla solo quando si supera la soglia di 50 nuovi casi positivi a settimana su 100mila abitanti, i posti letto occupati in terapia intensiva sono oltre il 10% e i ricoveri in area medica sono oltre il 15%. E, allo stato attuale, la Calabria registra la soglia del 16,8% in area medica e l‘8,9% per le intensive, dunque sotto limite. Con questi dati e questo andamento, almeno per questa settimana, la Calabria dunque non dovrebbe finire in “zona gialla”. E sono già partiti gli scongiuri.
E mentre il dibattito infiamma sulle regole legate al Green Pass, i flop delle manifestazioni annunciate e il possibile obbligo vaccinale pensato dal governo Draghi, la Calabria continua ad occupare le ultimissime posizioni legate alla percentuale delle dosi consegnate e quelle somministrate, pari all‘84,2%. Ancora a rilento le vaccinazioni ai più giovani, nonostante l’imminente avvio del nuovo anno scolastico, con la prima dose inoculata solo al 52,03% su 147.409 giovani di età tra i 12 e i 19 anni. Mancano all’appello poi oltre il 30% e quasi il 40% nella fascia rispettivamente 50-59 e 40-49, senza dimenticare quella più debole, gli over 80, ai quali almeno la prima dose è stata somministrata al 79,99% su 138.517 persone. (redazione@corrierecal.it)
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