MONTALTO UFFUGO I lavoratori dello stabilimento Liquigas di Montalto Uffugo, l’ultimo presidio operativo diretto della Liquigas nel Sud, azienda leader del gpl in Italia, incrociano le braccia. Ad annunciarlo, il segretario Femca Cisl Calabria, Pompeo Greco e il segretario generale Ust Cisl di Cosenza, Giuseppe Lavia.
«Le ragioni di questa dura azione rivendicativa sindacale a livello nazionale – riferiscono in una nota – sono da ricercarsi in un comportamento incomprensibilmente arrogante del suo amministratore delegato, che in un tavolo sindacale nazionale senza il benché minimo rispetto ha dichiarato “l’azienda porterà avanti il suo processo organizzativo e chi non sarà d’accordo potrà rivolgersi ai tribunali”. Affermazione gravissima dell’amministratore delegato dell’azienda leader nel settore del Gpl in Italia, che di fatto ha determinato la reazione sindacale culminata con l’odierna iniziativa di sciopero. Messo in discussione un collaudato sistema di relazioni sindacali, condiviso e consolidato negli anni, che ha consentito in passato di superare momenti di criticità con riorganizzazioni aziendali gestite congiuntamente e responsabilmente attraverso la stipula di accordi con le organizzazioni sindacali, atti a ricercare soluzioni non traumatiche alle criticità, attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti e gli ammortizzatori sociali disponibili. Posizione incomprensibile, per un’azienda leader nel settore in Italia – sostengono Pompeo e Lavia – capace ancora di produrre utili in un mercato sempre più complesso, più concorrenziale e più aggressivo. Azienda che si è sempre distinta in passato anche per l’attenzione rivolta al benessere dei propri dipendenti. Quindi non è accettabile oggi questa inversione di tendenza, determinata da mere logiche di culture imprenditoriali, basate su un liberismo sfrenato senza limiti, per il raggiungimento del solo obiettivo del maggior profitto esclusivo per pochi».
«E in questo contesto nazionale si colloca anche la vicenda dello stabilimento di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, tornato di nuovo di attualità, con la volontà espressa dall’azienda che è orientata a una sua eventuale cessione a terzi. È dal 2011 che i lavoratori interessati vivono con questa spada di Damocle pendente sulla testa. E in questi anni come sindacato ci siamo sempre opposti a questa idea di cessione a terzi dello stabilimento, perché non ne ravvedevamo e non ne ravvediamo tuttora le motivazioni. Pur nel rispetto, sempre riconosciuto, della libertà economica privata sancita dalla costituzione, contestualmente però – riferisce ancora la nota della Cisl – ricordiamo noi per chiarezza, legata al principio che la stessa non può svolgersi in contrasto con la salvaguardia sociale. Si tratta di uno stabilimento su cui sono stati realizzati negli anni importanti investimenti per innovazione tecnologica che lo hanno fatto diventare un modello di efficienza e di produttività, riconosciuto dallo stesso management aziendale, che non giustifica a nostro parere la decisione di una sua cessione. Montalto Uffugo è l’ultimo presidio operativo diretto della Liquigas nel Sud. E la sua dismissione con la cessione a terzi è in forte contraddizione con quanto ci è stato sempre dichiarato negli anni, e cioè che l’elemento caratterizzante e distintivo di Liquigas, è e sarà sempre la qualità del servizio che esprime sui territori attraverso personale alle sue dirette dipendenze. È vero anche, come sostiene il suo amministratore dselegato, che i lavoratori dello stabilimento di Montalto Uffugo con la cessione non perderanno il lavoro, ma è pur vero, alla luce di quanto già accaduto in passato a Catania a Foggia e a Benevento, che la qualità del rapporto di lavoro garantita e i livelli occupazionali non saranno gli stessi, così come siamo convinti, non sarà più la stessa la qualità del servizio che oggi Liquigas offre alla sua clientela. Aspetto, questo, non di poco conto – concludono Pompeo Greco e Giuseppe Lavia – considerato che da sempre è stato declamato come obiettivo aziendale distintivo, qualitativo importantissimo e irrinunciabile».
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