TRENTO Continuano le indagini sul caso di Sara Pedri la ginecologa scomparsa lo scorso 4 marzo nei pressi di Cles. La Commissione di disciplina dell’Azienda sanitaria ha chiesto il licenziamento dell’ex primario Saverio Tateo, richiesta che dovrà essere sottoposta al parere vincolante del Comitato dei garanti. La stessa Commissione a luglio aveva rimosso Tateo dall’incarico di primario di ginecologia e lo aveva trasferito in un altro reparto motivando così la scelta: «Al fine di tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto». Decisione che era stata presa dopo la testimonianza di altre 110 persone.
Il procedimento disciplinare a carico del medico e del suo braccio destro, la dirigente Liliana Mereu, è partito a seguito delle denunce di maltrattamenti e vessazioni fatte dai familiari di Sara. I genitori stessi della ginecologa scomparsa, infatti, hanno raccontato i turni massacranti, i continui abusi di potere e le assidue minacce subite da Sara sul posto di lavoro. Accuse che sono state avvalorate dalle testimonianze di diversi professionisti che hanno lavorato negli ultimi anni nello stesso reparto di Sara. La motivazione delle continue umiliazioni inflitte a Sara sarebbe stata la sua scelta di formarsi in Calabria, la 31enne, infatti, prima di essere assunta all’ospedale Santa Chiara si era specializzata all’Università Magna Graecia di Catanzaro. «L’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia — si legge in alcuni appunti ritrovati nella casa dove Sara si era stabilita a Cles — a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire. È una situazione più grande di me». Nei confronti di Mereu, anche lei nel frattempo trasferita altrove, la Commissione di disciplina non ha però attivato la procedura di licenziamento, mentre l’avvocato Vincenzo Ferrante, legale di Tateo, ha sintetizzato la sua posizione con una frase molto eloquente: «Mi verrebbe da dire che in questa vicenda il perseguitato è lui». Di tutt’altro avviso il legale della famiglia di Sara Pedri: «Come si suol dire la pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce — scrive in un post l’avvocato Nicodemo Gentile —. Piccoli passi, senza forzature, con determinazione ma con rispetto per le persone e le regole, mattone dopo mattone stiamo costruendo l’edificio della Verità».
x
x